Con l’undicesima tappa sono tornate le salite al Giro d’Italia. Una tappa breve da Forlì a Imola (153 km), ma con cinque salite (di cui 3 GPM) e poca pianura. Dopo quasi quattro ore di corsa ad aggiudicarsi la ForlìImola è stato Ilnur Zakarin (Katusha), che ha vinto per distacco davanti a Carlos Betancur (Ag2r) e all’italiano Franco Pellizotti (AndroniSidermec), ottimo terzo.



Non è nuovo alle vittorie il 25enne corridore russo, professionista dal 2012 e già con 14 successi all’attivo. Lo scorso 3 maggio, a sorpresa, Ilnur Zakarin ha trionfato nel Giro di Romandia. Chi si aspettava grandi manovre dai big della classifica generale è rimasto deluso perché a parte qualche piccola scintilla si è visto poco, con i distacchi in classifica che sono rimasti invariati. La tappa ha preso il via alle 13 e sotto la pioggia. Passano pochi chilometri e si scatena la bagarre: dopo il primo traguardo volante della giornata (km 7,6) Intxausti, Rosa, Kruijswijk e Zakarin non perdono tempo e vanno all’attacco. Ai quattro fuggitivi si aggiungono Montaguti, Rutkiewicz, Fernandez, Betancur, Pellizotti e Hesjedal, e così gli attaccanti diventano dieci. La fuga impiega un po’ di tempo per stabilizzarsi, con il numero di fuggitivi che cambia per diversi chilometri. Al primo GPM della giornata (Passo del Trebbio al km 24,3) è Intxausti a transitare per primo. Dopo circa 70 km e il superamento del Valico del Prugno (1 Betancur) gli attaccanti accumulano sul gruppo un vantaggio massimo di 4’20”. La pioggia e le discese spaventano i corridori, con il gruppo che si divide in due tronconi senza però conseguenze per i big che restano tutti davanti. All’inizio del primo dei tre giri del circuito finale quando mancano 53 km all’arrivo, il vantaggio dei fuggitivi è leggermente sotto i 2′. Il circuito finale è caratterizzato dalla salita che porta a Tre Monti, pendenze assolutamente non impossibili ma abbastanza impegnative. In gruppo le squadre degli uomini di classifica non si dannano l’anima per agguantare gli attaccanti, in fuga Hesjedal è il corridore messo meglio in classifica con un ritardo di oltre 6′ dalla maglia rosa. A 39 km dall’arrivo nel gruppo di testa restano in sette, perdono terreno Montaguti, Fernandez e Rutkiewicz. A 500 metri dall’ultimo GPM (Tre Monti, Km130), Ilnur Zakarin sferra l’attacco decisivo. Intanto nel gruppo, quando mancano 15 km al traguardo, il colombiano Uran scivola sull’asfalto ed è costretto a rincorrere il gruppo. Il corridore colombiano rientra dopo una lunga ricorsa. A 6,5 km dall’arrivo lo spagnolo Contador, leader della classifica, prova l’allungo sulla salita dei Tre Monti portandosi dietro il gruppo dei migliori per alcuni metri. Solo un piccolo acuto però, perché dopo lo scatto della maglia rosa tra i big succede ben poco, mentre il russo Zakarin completa l’attacco e arriva in solitudine sul traguardo di Imola. A 53” il gruppetto regolato da Betancur, a 1’02” i big.



A fine tappa Contador ha spiegato ai cronisti il motivo del suo attacco nel finale: “Volevo vedere chi stava meglio”. Lo spagnolo ha parlato anche della dodicesima tappa, con il finale del Monte Berico a Vicenza: “Penso che il finale è un po’ duro”. Allo scatto di Contandor ha risposto Paolo Tiralongo, compagno di squadra di Aru, che al termine della frazione ha detto: “Oggi la tappa era molto difficile, il percorso era insidioso”. Sullo scatto della maglia rosa il corridore dell’Astana ha commentato così: “Che scattasse qualcuno ce l’aspettavamo” e su Aru : “Oggi ha sprecato tante energie, era un po’ infreddolito”. Sulla brutta caduta di Uran è stato il ds Davide Bramati a parlare delle condizioni del colombiano: “Purtroppo ha preso una brutta botta e stasera valuteremo la situazione”. Il ds della Etixx-Quick Step ha elogiato la squadra per aver limitato i danni e riportato in gruppo Uran. Pellizotti, terzo al traguardo di Imola, si è mostrato molto soddisfatto e ha sottolineato come la sua condizione sia in crescita. Il direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni è tornato invece sulla penalizzazione inflitta a Richie Porte per il cambio ruota. Vegni ha ribadito il concetto e ripetuto come la giuria abbia applicato il regolamento senza poter fare altro.



L’undicesima tappa non ha prodotto scossoni e la classifica dei big è rimasta la stessa. L’attacco di Contador sulla salita dei Tre Monti ha solo spaventato i migliori, che comunque hanno prontamente risposto allo scatto dello spagnolo. Nulla è cambiato dunque nelle prime posizioni della classifica e tutto è rimandato alle prossime tappe. Aru ha preferito starsene tranquillo e chi si aspettava un attacco dell’italiano è rimasto un po’ deluso. Comunque il terreno per attaccare nelle prossime tappe non manca e il corridore dell’Astana farà sicuramente la sua parte per strappare la maglia rosa a Contador. Cambia la testa della classifica della maglia azzurra: il nuovo leader è il 29enne spagnolo Benat Intxausti con 52 punti, seguito da Geschke e Kruijswijk. Ora appuntamento con la dodicesima tappa ImolaVicenza (Monte Berico), una frazione di 190 km tutta da vivere. Una tappa impegnativa, come ribadito dalla maglia rosa Contador al termine della ForlìImola.