L’ex campionessa di marcia Annarita Sidoti è morta all’età di 45 anni a Gioiosa Marea, suo paese natale, dopo una lunga malattia. Un simbolo di questa specialità, dell’atletica e dello sport italiano, campionessa europea a Spalato nel 1990 a soli 21 anni nei 10 chilometri, poi campionessa del Mondo ad Atene 1997 e poi centrò il bis continentale nel 1998 a Budapest. Ha partecipato a tre Olimpiadi e sei Mondiali. Legatissima alla sua terra, è stata sempre allenata dal suo primo allenatore Salvatorino Coletta. Grinta, carattere positivo, coraggio per questa donna di solo 1,49 metri d’altezza ma che ha saputo entusiasmarci con i suoi trionfi. Aveva anche girato un film, “Le complici”, con la regista Emanuela Piovano. Per parlare di Annarita abbiamo sentito il giornalista di Rai Sport Franco Bragagna. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



La scomparsa di Annarita Sidoti, una grave perdita dal punto di vista umano innanzitutto? Una grande perdita certamente, una donna che ha scoperto di avere il tumore al cervello durante la gravidanza, durante gli esami a cui ci si sottopone in questi casi. Ha portato a termine la gravidanza nonostante tutti i rischi. Il male la tormentava dal 2009 ma l’ha affrontato con tanto coraggio. Negli ultimi tempi si era aggravato ma i figli e un marito esemplare le hanno consentito di non lasciarsi andare, di non mollare mai. Aveva organizzato nel 2013 una riunione di marciatori a Lomello in provincia di Pavia, era stata la sua ultima uscita pubblica. Ormai aveva capito che non c’era più niente da fare…



Cosa è stata Annarita per l’atletica italiana? Una grande atleta che con l’allenamento, la forza di volontà e la scioltezza articolare ha sopperito al fatto di essere alta solo 1.49, una statura decisamente bassa per una marciatrice. Eppure lei col suo coraggio ha ottenuto risultati prestigiosi. Quando era in testa a una gara, tanto per dire una caratteristica del suo temperamento, era difficile superarla. Una grande atleta che nella marcia ha fatto risultati strepitosi, dal primo posto degli Europei di Spalato 1990. Allora si puntava su Ileana Salvador, poi venne fuori Annarita.



Un simbolo anche per lo sport del sud? Certo, un’atleta molto importante, molto legata alla sua Sicilia e al suo paese Gioiosa Marea, dove è stata anche assessore allo sport. Una donna impegnata in tante cose, aveva partecipato anche a un film…

Ci fu anche l’oro mondiale ad Atene ’97… Un risultato eccezionale su cui posso ricordare un aneddoto. Potevano partecipare ai Mondiali solo tre atlete per Nazione e l’Italia aveva una squadra molto competitiva con quattro atlete, come solo la Russia. Le prescelte per i Mondiali erano Elisabetta Perrone, Erika Alfridi e Rossella Giordano, che però andrò da Sandro Damilano e gli disse di di non stare bene. Questo indicava quanto spirito di collaborazione ci fosse tra le marciatrici italiane. Partecipò Annarita e vinse…

Le è mancato solo l’oro olimpico? Sì, poi purtroppo con l’abolizione della 10 km e l’introduzione al suo posto della 20 come unica prova di marcia alle Olimpiadi Annarita ha certamente pagato.

Ci può raccontare qualche aneddoto di Annarita? Nel 1999 ai Mondiali di Siviglia avevo inneggiato moltissimo al successo di Fabrizio Mori nei 400 ostacoli, lei aprì lo champagne e mi lavò letteralmente. Mi disse che l’aveva fatto perché non aveva digerito la mia enfasi, io lei risposi che un successo in quella specialità non era da tutti i giorni rispetto a quelli allora soliti della marcia italiana. Fu una goliardata. Un’altra volta andai a prenderla all’aeroporto di Bolzano per portarla a una manifestazione di marcia a Bressanone. In macchina le chiesi se dovevo spostare il sedile visto che lei era piccola di statura. Lei mi disse se ero un cafone…

Sarebbe bello se la Federazione le dedicasse qualcosa d’importante… Certo qualcosa si farà, il mondo della marcia prenderà sicuramente qualche iniziativa, il presidente della Federazione italiana di atletica leggera era vicepresidente quando Annarita marciava, l’ha sempre seguita. Potranno dedicargli qualcosa d’importante, Annarita se lo meriterebbe sicuramente… (Franco Vittadini)