Sul mitico Mortirolo, una delle montagna storiche del giro dItalia, cambiano (forse) le gerarchie allinterno di una delle maggiori squadre presenti nel panorama ciclistico internazionali: lAstana. Lo spagnolo Mikel Landa è andato a vincere per distacco, ma non è la vittoria in se che gli ha fatto guadagnare posizioni allinterno della sua squadra, ma la sua freschezza atletica, freschezza che arriva in concomitanza con il crollo fisico, e forse anche mentale, di Fabio Aru.
Landa in queste 16 tappe del giro ha dimostrato un grande miglioramento tattico, che lo ha portato ai piani alti della classifica generale, superando persino il suo capitano. Il suo giro era, infatti, partito nellottica di fornire un aiuto indispensabile a Aru, il sardo scendeva “nellarena rosa” con i gradi di capitano dellAstana, e come capitano meritava di avere il meglio possibile dalla sua compagine, soprattutto perché Aru competeva per la vittoria finale. Landa nelle prime 15 tappe ha fatto ciò che doveva fare, ha fornito un supporto indispensabile sempre rispettoso delle gerarchie interne, ha vinto la tappa di Madonna di Campiglio, ma lo fatto lanciato dallammiraglia desiderosa di andare a “prendersi” una tappa.
In quelloccasione Landa chiese lautorizzazione al suo capitano, autorizzazione che puntualmente arrivò tramite un cenno del capo. La vittoria della tappa del Mortirolo è stata però molto diversa, questa volta è stato proprio quello che nei fatti era il capitano a lanciarlo. Lemblema del cambio di gerarchie è stato legittimato proprio dal gesto di Aru, che consapevole della sua forma fisica inferiore, ha riconosciuto la migliore condizione dello spagnolo. Solo in seguito lammiraglia ha dato lautorizzazione, e Landa ha colto per la seconda volta lopportunità offertagli, ed è andato a vincere senza problemi, staccando la maglia rosa e infliggendogli un buon distacco. Nelle interviste post gara vi è stata la spiegazione del gesto fatto dal capitano dell’Astana.
Aru ha capito che il suo gregario stava meglio, e non ha voluto tarpare le ali allo spagnolo, anzi voleva che questultimo mettesse in difficoltà la maglia rosa. Landa in questo giro non ha mai mollato un metro in nessuna delle tappe, è sempre stato tra i primi ad alzarsi sui pedali, lultimo a lasciare Aru. Sicuramente fin qui il 26 enne spagnolo è stato il migliore dei “celesti” dellAstana, e non lo è stato nelle gerarchie interne ma lo è stato tra i tornanti delle montagne più dure. Il basco, fino adesso, pur guardando il suo capitano, giungeva tra i primi e non abbandonava mai contatto dalla maglia rosa, questo suo modo di fare lha portato oggi a conquistare il secondo gradino del podio in classifica generale. Il suo giro fino ad adesso, ricalca il suo modo di fare nella tappa di oggi, di solito se non chiamato dal suo capitano, è sempre stato “coperto”, pronto però a giocarsi le sue carte a qualche chilometro dallarrivo. Sarà interessante adesso vedere…
…cosa succederà nelle prossime tappe del giro, il basco che è in scadenza di contratto con il team kazako potrebbe cercare il colpo grosso, abbandonare al suo destino Aru e cercare di insidiare la maglia rosa del “pistolero”, di contro ha la possibilità di continuare nella sua tattica attendista mettendosi a disposizione della squadra. Le dichiarazioni post gara dello spagnolo lasciano pensare alla seconda possibilità, Landa cerca la legittimazione dall’alto dell’ammiraglia, e chi lo conosce, sa che il ragazzo è alquanto leale rispetto alla tattica decisa dal proprio direttore sportivo. Sarà la strada a decidere, ma di certo Landa sta meglio di Aru e sarà adesso la bravura tattica di tutta la squadra che potrebbe avere la possibilità, cambiando il capitano, di andare a conquistare la maglia rosa, e difenderla fino a Milano. Di certo vi è che queste prime 16 tappe della corsa rosa hanno fatto conoscere un ciclista per certi verso sconosciuto, un atleta forte sia fisicamente che mentalmente, e soprattutto un uomo che rispetta i patti sportivi e li accetta senza recriminazione di sorta.