Trent’anni fa la Juventus di Giovanni Trapattoni vinse la Coppa Campioni battendo uno a zero il Liverpool con gol di Platini. Purtroppo però trent’anni fa nell’allora stadio di Bruxelles, l’Heysel, morirono 39 persone per il cedimento di un muro dello stadio. Un ricordo indeledibile anche a distanza di 30 anni. Massimo Briaschi, ex giocatore della Juventus, era presente in quella finale e giocò 84′ minuti. Ecco il suo racconto di quel giorno in esclusiva per IlSussidiario.net.



Trent’anni fa lei era presente all’Heysel: che ricorda di quel giorno? Ricordo un’atmosfera surreale soprattutto perché noi giocatori non avevamo capito nulla di tutto quello che era successo.

In campo non sapevate del crollo del muro e dei morti? Io personalmente l’ho saputo solo quando sono rientrato in hotel, però avevamo capito che qualcosa non andava visto che la partita non iniziava mai.



Una delle tragedie più importanti del calcio mondiale… Esattamente, quando tutti abbiamo appreso la notizia eravamo tristi perché non ci aspettavamo una simile situazione. E ancora oggi fa male ricordare quel giorno.

E’ passato in secondo piano la vittoria della Coppa Campioni vero? Chiaramente quando ci sono queste situazioni tutto passa in secondo piano. Peccato perché vincere una Coppa dei Campioni non è mai facile, per un giocatore è il massimo.

A distanza di tanti anni crede che il calcio sia migliorato per quanto riguarda la sicurezza negli stadi? Ho molti dubbi, sicuramente le curve oggi non crollano ma si muore lo stesso dentro e fuori dagli stadi ed è una cosa assurda. Servirebbe maggiore efficacia da un punto di vista dell’ordine pubblico.



In Italia vediamo ancora striscioni contro la tragedia dell’Heysel… Purtroppo quelli non sono veri tifosi ma delinquenti e da loro bisogna aspettarsi di tutto.

(Claudio Ruggieri)