Se spareggio Champions doveva essere, spareggio folle e incantevole da osservatori imparziali e amanti delle emozioni calcistiche è stato: la Lazio accede ai playoff di Champions League conquistando il terzo posto in classifica, sul campo del Napoli, dopo una partita che descrivere in poche righe sarebbe offensivo. 2-4 il finale, con festival del gol, delle espulsioni, degli errori e delle sorprese continue: chiave di volta, il rigore sbagliato da Higuain sul 2-2, che condanna il Napoli a un passo dal sorpasso-beffa per la Lazio alla “retrocessione” in classifica addirittura fino al 5 posto finale. Il giudizio cambia almeno 4 o 5 volte in pochi minuti: propendiamo per un’insufficienza contenuta, perchè l’obiettivo è stato davvero ad un passo e il crollo finale non può cancellare la reazione del secondo tempo Tornare a galla dopo la finale di Coppa Italia persa, il derby dell’ultimo fallito controsorpasso alla Roma e dopo l’espulsione di Parolo di stasera è un miracolo. Vincere, quando tutto sembrava perduto, è davvero da squadra di livello caratteriale e generale superiore Ci può stare il doppio giallo a Ghoulam, con qualche riserva. Sembra invece dubbio il rigore, poi sbagliato da Higuain



Al ‘San Paolo’ cala il gelo più assoluto al termine di una prima frazione (voto 6,5) tutta colorata di biancoceleste: la Lazio di Pioli (voto 6,5) è infatti in vantaggio 2-0 sul Napoli a metà match, facendo scivolare i rivali non solo al 4 bensì addirittura al 5 posto in graduatoria. I gol degli ospiti portano la firma di Parolo (voto 6), abile a segnare con un bel tiro da fuori area “pluri-deviato” ma che si insacca all’incrocio dei pali, e poi Candreva (voto 6,5), in contropiede solitario proprio allo scadere. Giganteggiano in difesa De Vrij (voto 7) e in mezzo al campo Cataldi (voto 7), i due singoli migliori per la Lazio in questo primo tempo.



Dall’altra parte assenti ingiustificati, quanto a pericolosità e concretezza, Mertens e Hamsik (voto 5), con Callejon (voto 5,5) colpevole invece di essersi mangiato un gol quasi fatto, in uno contro uno con Marchetti (voto 5,5). Benitez (voto 5), al passo di addio e prossimo al passaggio a Madrid sponda Real, dovrà escogitare un miracolo, nella ripresa, per evitare il crollo, fragoroso, di fine anno. Potrebbe segnare in un paio di occasioni il gol del vantaggio ma manca di cattiveria e determinazione sotto porta. Un difetto che paga duramente, il gruppo partenopeo, al cospetto di una Lazio invece cinica e letale Vivo e infaticabile sulla destra, è tra i pochi a meritarsi un voto sufficiente. Niente di che, ma almeno c’è e si sente Viceversa, sono tanti gli “imputati” per il parziale disastro andato in onda finora. Lui, tra incomprensioni con il portiere ed uscite senza senso dalla linea a 4 (vedi gol di Candreva), è inguardabile Impossibile abbondare e salire fino all’8, perchè non si è trattato di un primo tempo da incorniciare a livello di prestazione. Le fiammate offensive, concretizzate con grande merito, valgono però doppio in una partita così E’ l’anima del centrocampo e della squadra, alla faccia della mancanza di esperienza dei giovani e delle gambe che tremano nei momenti decisivi. Bravissimo Nonostante l’assist, ottimo, per Candreva, è – come già successo nel derby – il singolo meno in forma al momento e rischia troppo in falli sugli avversari e disimpegni palla al piede (Luca Brivio)



ANDUJAR 5: Traballa pesantemente più volte, per colpa della difesa più che trasparente ma anche per responsabilità proprie. Non all’altezza

MAGGIO 5: Dopo una grande partita, rovina tutto con il tocco finale, involontario ma deleterio per Onazi, che segna quello che diventerà il gol della Champions per la Lazio

ALBIOL 5: In balìa dell’attacco laziale, continuamente. Sembra il meno colpevole, viste le mancanze dei compagni, ma restano le responsabilità proprie dello spagnolo

KOULIBALY 4: E’ inadeguato al livello, la prestazione di questa sera lo conferma ampiamente. Inutile elencare errori e giocate, il concetto è chiaro

GHOULAM 5: Si fa cacciare per un doppio fallo nel giro di pochissimi minuti abbastanza ingenuo, anche se forse enfatizzato dalla decisione di Rocchi

INLER 5,5: Non è tra i peggiori ma quando si tratta di inseguire i vari Candreva & co la difficoltà è evidente

DAVID LOPEZ 5: Quando devi vincere una partita a tutti i costi e tiri come tira lui, nel primo tempo, dal limite dell’area e in condizioni ideali, c’è qualcosa che non va

MERTENS 6,5: Si sveglia tardi ma è sempre un fattore. L’assist per Higuain è da ala vecchio stampo, il suo peso specifico nell’attacco del Napoli altissimo

HAMSIK 5: Dovrebbe trascinare i compagni e non ci riesce, passaggio per Callejon – in occasione del primo gol di Higuain – a parte. Deludente

CALLEJON 5,5: Mette in porta il ‘Pipita’ per riaprire la partita, partecipa al forcing entusiasta e pazzo del Napoli ma non si può dimenticare il suo errore grave nel primo tempo, solo davanti a Marchetti

HIGUAIN 5: Come segnare 2 gol e beccarsi un’insufficienza secca in pagella. Il ‘Pipita’ riesce anche in questo obiettivo: il rigore calciato alto è un calcio orribile a tanti milioni di euro e probabilmente anche al suo futuro in maglia azzurra

(GABBIADINI 6: Sempre velenoso con il suo mancino, entra nelle azioni più pericolose del Napoli, nel momento più bello del match per i partenopei, ma non incide sul punteggio)

(L. INSIGNE 6: Gettato nella mischia nel folle secondo tempo del match, non sfigura pur senza piazzare la sua firma sulla partita)

(D. ZAPATA SV)

ALL. BENITEZ 5: Il voto non è alla partita ma alla stagione. Partito per insidiare Roma e Juve in campionato e ben figurare in Champions, non è riuscito a centrare una finale di Europa League più che alla portata ed è crollato con i suoi in Serie A. Impossibile non mettere tutto insieme per giudicare, nel giorno (ufficioso, per ora) del saluto dello spagnolo

MARCHETTI 6: Sui gol può fare poco, si affida agli astri sul rigore di Higuain e gli va bene. Altalenante ma sufficiente

BASTA 6: Tenace fino alla fine, non è stata la sua serata migliore ma ha contribuito in maniera sostanziosa al raggiungimento dell’obiettivo finale

DE VRIJ 8: Fondamentale, salvando la sua porta su Mertens, per tenere in piedi la Lazio, sul 2-1. Un gigante

MAURICIO 5: Affaticato, in ritardo, lo specchio della sua partita è il dribbling subito da Mertens sul 2-2. Salvato dai compagni

GENTILETTI 5,5: Ancora, come nelle altre partite dopo il rientro, meglio in avvio di match che nel prosieguo. Fa il suo, perdendo lucidità con il passare dei minuti, ma non efficacia

LULIC 4: Già nel derby era stato dannoso, oggi ha rischiato di ripetersi. Il fallo da rigore forse è fuori area, forse non c’è, ma non si può entrare così in quella zona di campo nel momento cruciale della partita. Assist per Candreva a parte, sbaglia tanto anche in appoggio

CATALDI 8: Il leader della squadra, a 21 anni. La risposta a quanti dicono che non nascono più grandi giocatori italiani è lui: basta farli giocare, invece di accampare scuse

PAROLO 4: Il gol non basta, l’avevamo già sottolineato a fine primo tempo. Troppi errori, in ogni zona del campo, fino all’espulsione. Che brutta prova

CANDREVA 6,5: La sua volata e il suo gol a fine prima frazione sono decisivi nell’economia della gara. Singolo d’eccezione nel gruppo di Pioli

F. DJORDJEVIC 5,5: Si nota poco, pur tra le mille difficoltà patite dalla difesa napoletana. Quando entra Klose si nota la differenza

FELIPE ANDERSON 5: Perde il pallone “sanguinoso” del 2-2 e gioca un’altra partita sottotono. Insufficienza mitigata dal buon risultato finale

(LEDESMA 5,5: Non è più il giocatore fondamentale di qualche stagione fa, infatti Pioli lo manda in campo solo quando ne è obbligato)

(ONAZI 8: Che dire a un giocatore che entra a 4 minuti dalla fine e il primo pallone che tocca lo trasforma nel gol decisivo per la qualificazione in Champions? Chapeau)

(KLOSE 7: Ruba palla in scivolata per far partire l’azione del 3-2 e poi segna il 4-2 definitivo. Il solito campione senza età)

ALL. PIOLI 8: Anche per lui, più che la valutazione sull’episodio singolo o sulla scelta di formazione, si giudica la capacità di rialzare la squadra dopo due colpi terribili come quelli inferti da Juventus e Roma in pochi giorni. O il coraggio di puntare su Cataldi, un giovane, caso più unico che raro. Si merita l’applauso convinto di tutti

(Luca Brivio)