Siamo pronti. Le coreografie del Camp Nou nelle notti di Champions League (e non solo) sono sempre spettacolari; e così ieri sera, allingresso in campo di Barcellona e Bayern Monaco per landata della semifinali di Champions League, il tempio catalano si è presentato in maniera pazzesca: tutto colorato di blaugrana, da una parte – lato lungo – la scritta We are ready (per una volta è stata abbandonata la lingua ufficiale catalana, giusto perchè eravamo in campo internazionale e perchè anche i giocatori del Bayern capissero), sui lati corti le date delle quattro vittorie in Champions League. 1992 (Wembley, 1-0 contro la Sampdoria), 2006 (Parigi, 2-1 contro lArsenal), 2009 (Roma, 2-0 contro il Manchester United), 2011 (Wembley, 3-1 contro il Manchester United). Uno spettacolo nello spettacolo della partita: la coreografia ha portato bene, visto il 3-0 con cui il Barcellona ha battuto il Bayern Monaco.



Analizzando il trionfo del Barça sul Bayern, il 3-0 del ‘Camp Nou’, alla luce delle statistiche, non si può che partire dal miracolo della serata: il possesso palla – dopo non osiamo immaginare quanto tempo – non è a favore del Barcellona. Precisamente 52 a 48% per i bavaresi. Un vero e proprio avvenimento, come le comete: quando passano poi devi aspettare anni perchè risucceda… Scherzi a parte, è stata ovviamente la serata di Messi e dell’attacco continuo e esasperante dei blaugrana, unica squadra a non patire la regola del “gol sbagliato, gol subito”. Ben 50 le offensive totali dei padroni di casa, contro 31 degli ospiti, il più delle volte totalmente privi di pericolosità. In cifre? 17 tiri verso lo specchio, 8 in porta, contro 8 tiri totali. Nemmeno uno di questi nello specchio difeso da Ter Stegen. Altissima “l’accuracy” dei passaggi, anche questi come il possesso a favore del Bayern: entrambe le squadre sopra l’80%, in una sfida tra piedi buoni. Alto ma non altissimo, rispetto alla media delle grandi partite europee, il numero dei falli: 15 del Barça, 14 dei bavaresi. Per quanto riguarda i singoli prendiamo il testa a testa Messi vs Lewandowski. Il polacco, il migliore assieme a Xabi Alonso dei suoi, ha tirato 3 volte in porta, senza indovinare mai la traiettoria giusta; 19 i passaggi tentati, ad una media però molto inferiore di quella di squadra come precisione, solo il 58%. La ‘Pulga’ invece ha tirato 6 volte (quindi il doppio), centrando 4 volte la porta e infilando 2 volte Neuer. Quasi un modello matematico. 40 i passaggi tentati, con una precisione del 70%. Anche questa sfida nella sfida lo testimonia chiaramente: ha vinto la squadra più forte e con il giocatore più forte, di tutti.



Spazio alle interviste del post partita. Luis Enrique, dalle pagine online di ‘Sport.es’: “Siamo un pò più vicini alla finale di Berlino, dopo stasera… Ovviamente sono molto soddisfatto, per la prestazione contro un avversario di questo livello e per il risultato, perfetto. Messi? Cosa devo dirvi, ogni volta riesce a sorprendere un pò di più. Ma non mi fermerei alle sue opere d’arte, è giusto sottolineare anche il lavoro di gruppo, la prova di squadra. Aver tenuto il Bayern a 0 (gol segnati) scava una differenza molto netta tra noi e loro a livello di qualificazione. Ma non mi illudo, sarà una partita durissima settimana prossima”. Pep Guardiola, che prendiamo invece dal sito del ‘Mundo Deportivo’, è abbastanza sconsolato: “Non so dirvi se il risultato è troppo duro, sicuramente come aveva detto alla vigilia contro giocatori come Messi in realtà non puoi fare nulla. Ma non solo lui, il Barça ha anche Neymar, na ha parecchi… L’unica era tenere il pallone, cercare di non farli partire, ma è evidente che si tratta di missione molto difficile. Sono partito a 3 dietro proprio per questo, per cercare di tenere in mano il gioco, di monopolizzarlo. Ma ha funzionato solo per un tempo e una parte della ripresa. Poi basta. E non posso far altro che fargli i complimenti”. (Luca Brivio)



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