Onore anche a presidenti, direttori sportivi ed osservatori, coloro ai quali spetta la scenografia delle varie squadre ovvero l’allestimento delle rose, da affidare poi alle mani dei registi. L’Oscar in questione non si pone come una classifica dal valore assoluto, più che altro indica gli investimenti e le operazioni di mercato che hanno dato i migliori frutti nell’ultimo torneo. Il lavoro di tecnici e dirigenti non si può etichettare in base alla singola stagione, troppi fattori concorrono alla riuscita o al temporaneo fallimento di una scelta. E’ comunque giusto segnalare le squadre in cui gli acquisti hanno pesato in maniera rilevante, se non decisiva.



In estate la dirigenza biancoceleste ha scelto un regista stimato ma non ancora del tutto affermato come Pioli. Quanto agli acquisti si è deciso di alzare il livello: anzitutto Basta e Parolo, giocatori nel pieno degli anni ed ormai amici della Serie A, che conoscono a memoria. Prima ancora in realtà il colpo Filip Djordjevic, rivelatosi buona alternativa a Klose e costato niente a livello di cartellino. Infine De Vrij, vero e proprio barbatrucco del mercato estivo: il miglior difensore dell’ultimo mondiale convinto a venire in Italia. L’argentino Gentiletti ha lasciato intravedere buone cose, il brasiliano Mauricio un pò meno mentre l’olandese Braafheid è un rincalzo discreto. Infine il colpo fatto in casa ovvero Felipe Anderson (il prossimo sarà Keita?): risultato, 13 punti in più rispetto al 2013-2014 e terzo posto a spese del più quotato Napoli.



Migliorare i 102 punti dell’ultimo Conte era impresa impossibile, tuttavia la Juventus si è confermata in Italia e migliorata in Europa confermando la straordinaria qualità del suo cuore pulsante, ma anche delle ultime aggiunte. Morata su tutti, tanto che diventa sempre più difficile rimpiangere Immobile. Pereyra sta studiando da Vidal ed imparando in fretta, oggi è praticamente un titolare in più. Evra si è inserito bene, Coman ha mostrato colpi non ordinari, Matri è stato decisivo in Coppa Italia, Sturaro utile anche in Champions League, manca giusto Romulo che ha subito infortuni ed operazioni. Insomma il Gatto e la Volpe, la premiata ditta Marotta&Paratici, ha colpito ancora. E ha già ‘abbindolato’ Dybala e Khedira… Giusto anche soffermarsi su Genoa e Sassuolo, le squadre che più hanno scalato la classifica rispetto all’anno scorso (15 punti in più). Se le rispettive copertine sono tutte per Gasperini e Di Francesco, va sottolineato anche…



…il lavoro delle due dirigenze. Enrico Preziosi ha ordinato il solito rimpasto, lo staff ha risposto presente pescando a piene mani dal mercato internazionale e trovando: un bel laterale come Edenilson, un centrocampista di livello quale il nazionale venezuelano Rincon, ma soprattutto Diego Perotti e Iago Falqué. Rotto il primo, acerbo il secondo: a Marassi uno si è ricostruito, l’altro è sbocciato. I vari Izzo, Bergdich, Tino Costa, Laxalt e Lestienne (se saranno riconfermati) si preannunciano come i prossimi gasp-esperimenti, ma siamo certi che l’estate porterà con sè altri nomi.

Il Sassuolo della coppia Nereo Bonato-Giovanni Rossi si è limitato allo stretto indispensabile o quasi: portiere di livello (Consigli), terzino interessante (Vrsaljko) e centrale futuribile (Taider), confermando la buona struttura che aveva già portato alla salvezza. Adesso viene il bello: con Berardi e Zaza in bilico le scelte potrebbero farsi più complesse. Diverso lo sviluppo in casa Sampdoria, altra formazione che ha prodotto un miglioramento sensibile da un campionato all’altro (+11). Ad eccezione della coppia difensiva Silvestre-Romagnoli, rivelatasi più che affidabile, Mihajlovic ha spremuto al meglio l’impianto preesistente crescendo i vari De Silvestri, Regini, Obiang, Rizzo, Eder e Soriano. La cessione di Gabbiadini ha inscenato il Ferrero-show di gennaio che ha rivoluzionato l’attacco, con i colpi Eto’o e Muriel.

Infine il Chievo, capace di salvarsi con soli 28 gol. L’estate scorsa ha chiuso l’era Sartori aprendo le porte a Luca Nember; il nuovo direttore sportivo si è mosso nel rispetto della tradizione societaria, piazzando colpi non di nome ma di fatto come i vari Bizzarri, Zukanovic, Izco, Cofie, Birsa, Botta, Schelotto e Meggiorini. Tutta gente che ha portato il suo mattone.

(Carlo Necchi)