Parte questa notte la Coppa America 2015, che si disputerà in Cile fino al 4 luglio. La partita inaugurale sarà Cile-Ecuador a Santiago, dove si disputerà anche la finalissima. Ci sono 12 squadre divise in 3 gironi, le prime due di ogni girone e le migliore terze qualificate ai quarti, poi semifinali e finale. Campione uscente è l’Uruguay, che però sarà senza Luis Suarez e con un gruppo che dopo i fasti del 2010 e 2011 sembra essere arrivato alla fine del ciclo; l’Argentina non vince la Coppa America da più di vent’anni ma è pur sempre vicecampione del mondo, il Brasile nonostante la figuraccia casalinga della scorsa estate rimane la nazionale più forte in Sudamerica e ha vinto due delle ultime tre edizioni e quattro delle ultime sei. Dietro di loro Cile e Colombia proveranno il colpo grosso sapendo di avere tanta qualità; completano il quadro delle partecipanti il Messico e la Giamaica, che sostituisce la Costa Rica presente invece quattro anni fa. Per presentare al meglio i temi principali della Coppa America 2015, IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva l’inviato della Gazzetta dello Sport Giulio De Feo.



Sarà la Coppa America del riscatto per il Brasile? Penso di sì, perchè la pressione sarà tutta sull’Argentina e sul Cile. Dunga è l’allenatore giusto per il Brasile, sa domare i suoi giocatori, ha comunque una rosa competitiva, sta puntando su calciatori di valore, importanti, come Roberto Firmino e Coutinho.



Riscatto anche per l’Argentina dopo la sconfitta in finale al Mondiale? L’Argentina ha nel Tata Martino un allenatore amato dai tifosi e dai giocatori, un impianto interessante dove ci sono palleggiatori che sanno fornire le giuste occasioni da gol agli attaccanti. Sarà un’Argentina avvantaggiata dal fatto che giocherà due partite di fila allo stesso stadio, il La Serena, e questo dal punto di vista delle energie potrebbe essere importante.

Che cambiamenti si aspetta da Martino e Dunga a livello di uomini e impostazione tattica? L’Argentina avrà sempre in Messi il suo punto di riferimento, punterà su Aguero e Higuain come attaccanti principali ma dovrà decidere soprattutto come inserire per qualche scampolo di gioco Tevez nel suo reparto offensivo. Il Brasile giocherà ancora con il 4-2-3-1: due mediani, tre mezze punte e davanti Firmino, che oltre alla sua fisicità sta dimostrando sempre di più di essere un attaccante completo.



L’Uruguay è campione in carica ma sarà senza Suarez, secondo lei è ancora di livelli di quattro-cinque anni fa? L’Uruguay sarà anche senza Lugano e Forlan, e punterà su Cavani in attacco; ci sarà un gruppo molto rinnovato con diversi giovani, alcuni già maturi come Jimenez anche se ha solo vent’anni. Ci sarà Diego Rolan che quest’anno col Bordeaux ha segnato quindici reti, e Arrascaeta; un gruppo interessante, ma vedremo se sarà già pronto.

La Colombia ha stupito ai Mondiali, potrà inserirsi tra le favorite? Nella Colombia ci sono giocatori di esperienza e grande valore: ci sono James Rodriguez, Carlos Bacca e Jackson Martinez in attacco. Il limite magari è quello di avere in difesa calciatori come Zuniga e Armero, che quest’anno hanno giocato poco.

Il gruppo di giovani del Messico sarà pronto per fare un salto di qualità? Metterei il Messico nelle squadre di seconda fascia; questa nazionale avrà poi anche la Gold Cup, per cui non ha portato molti dei suoi titolari. Mancherà anche l’unico fuoriclasse vero di questa nazionale, Chicarito Hernandez.

Il Cile, dopo che al Mondiale aveva rischiato di eliminare il Brasile, potrà consacrarsi come gruppo vincente? Dopo l’Argentina, e quasi a pari merito del Brasile, metto il Cile. C’è una generazione di calciatori che il Cile non ha avuto neanche ai tempi di Zamorano e Salas; questa nazionale non ha mai vinto la Coppa America, se non lo farà questa volta quando ci riuscirà?

Pensa che il fatto che tanti giocatori siano reduci da una lunga stagione europea, peraltro appena conclusa, potrà incidere? In questo caso quale sarà la nazionale più svantaggiata? Inciderà, ma sarà un fattore per tutte le nazionali visto che tutti i calciatori che giocano in Europa hanno disputato una stagione massacrante, molto dispendiosa.

(Franco Vittadini)