In una giornata estremamente piovosa, la sesta tappa del Giro del Delfinato 2015 ha riservato molte sorprese. Forse la prestazione nella tappa precedente non era piaciuta a Vincenzo Nibali e sicuramente la sua voglia di dimostrare che sta bene e che è perfettamente capace di staccare gli avversari ha avuto la meglio su quello che era il suo programma di avvicinamento al Tour de France. Fatto sta che lo Squalo dello stretto ha mostrato tutto il suo valore e la sua forza, sia mentale che fisica, anche se la vittoria di tappa è andata a Rui Costa.
Sin dalla partenza da Saint-Bonnet-en-Champsaur e per tutti i 183 chilometri che conducevano al traguardo di Villard-de-Lans, la tappa è stata animata da continui tentativi di attacco. Prima Andriy Grivko, compagno di squadra del messinese all’Astana, e Niki Terpstra della Etixx Quick-Step hanno tentato l’allungo, andando a guadagnare un po’ di secondi sul gruppo, ma non hanno avuto troppo spazio e sono stati ripresi sulla prima salita di giornata verso la Rampe du Motty. Successivamente sono in sette ad andarsene: ancora Grivko, seguito, questa volta, da Adam Yates dell’Orica Green-Edge, Tim Wellens della Lotto Soudal, Jonathan Castroviejo della Movistar, Alberto Losada del Team Katusha, Cyril Gautier della Europcar e Staphen Cummings della MTN-Qhubeka. A questi dopo poco si è unita la coppia della Etixx formata da Julian Alaphilippe e Maxime Bouet. Anche questa fuga è stata ripresa dal gruppo, sempre attento a non lasciar andar via nessuno, sulla seconda salita, la Côte du Barrage du Sautet. Dopo 30 chilometri di corsa sono in 18 a tentare di andar via e lasciare il gruppo. Tra i componenti della fuga ci sono anche Vincenzo Nibali, insieme al compagno Grivko (per la terza volta tra i fuggitivi), Romain Bardet dell’Ag2r La Mondiale (vincitore della tappa precedente), ma soprattutto la maglia gialla Tejay Van Garderen. Non è possibile lasciar andare un gruppo così consistente di battistrada e il gruppo, guidato dal Team Sky, rimasto fuori dalla fuga, si dà subito da fare per riprenderli. Nella salita successiva, verso il Col de la Croix Haute, è Tony Martin a scattare per poi essere immediatamente raggiunto da Nibali che se lo lascia alle spalle. Intanto era scattato anche Simon Yates che è il primo al passaggio del Gran Premio della Montagna. Il messinese dell’Astana passa con qualche secondo di ritardo, ma approfitta della discesa, a lui estremamente congeniale, per guadagnare margine sul resto della truppa dove un Team Sky alquanto sorpreso si è fatto trovare impreparato davanti al suo attacco. Poco dopo lo Squalo viene raggiunto da quattro compagni di fuga: Tony Martin, Alejandro Valverde, Tony Gallopin e Alberto Rui Costa. Sotto una pioggia incessante il quintetto di fuggitivi eccellenti riesce a guadagnare fino a tre minuti e mezzo. Quando mancavano ormai circa 22 chilometri al traguardo Tony Martin non ha più retto il ritmo ed è stato riassorbito dal gruppo pochi chilometri più avanti. Intanto nel plotone è Tejay Van Garderen a tentare di prendere il largo ma viene immediatamente fermato da una Tinkoff-Saxo fino a quel momento quasi inesistente, che si mette a tirare in testa al gruppo. Intanto davanti è Tony Gallopin che tenta di abbandonare gli altri battistrada prima dell’inizio della salita finale. A questo punto, Nibali lascia l’azione in mano agli altri due, mentre lui resta nelle retrovie. Ma appena la strada inizia a salire è lo Squalo dello stretto a prendere l’iniziativa. Con uno scatto lascia Valverde (avversario più temibile per la vittoria di tappa) sul posto mentre Rui Costa, dopo aver tentato invano di stargli dietro, decide di salire del suo passo. Nibali raggiunge e supera Gallopin e sembra ormai involato verso la vittoria. Ma c’è ancora una sorpresa. Un redivivo Rui Costa lo raggiunge e lo supera proprio quando mancano 200 metri al traguardo, vincendo una tappa davvero strepitosa. Nibali arriva con 5 secondi di ritardo. Valverde ne paga 38 mentre Gallopin 39. Simon Yates, riuscito a evadere dal gruppo, arriva con 1 minuto e 24 secondi di ritardo dal vincitore di tappa, mentre Daniel Martin lo segue con 1 minuto e 28 secondi di ritardo. Chris Froome paga al traguardo 2 minuti e 2 secondi.
Raggiante alle interviste post tappa, Rui Costa si è detto molto soddisfatto della sua prestazione. Una giornata piuttosto difficile, per la pioggia in particolare, in cui lui è riuscito a raccogliere le forze per cogliere la fuga giusta. Ora, perché no, può anche permettersi di fare un pensierino alla classifica finale. Un po’ meno raggiante è Vincenzo Nibali che avrebbe tanto voluto cogliere un successo di tappa. In compenso però si è preso la maglia gialla, anche se, a detta del messinese, non è questa la gialla che vuole indossare – con chiaro riferimento al Tour. La classifica generale vede Vincenzo Nibali indossare la maglia di leader, seguito da Rui Costa a 29 secondi e da Alejandro Valverde a 30 secondi. Simon Yates ha 35 secondi di ritardo dal leader, mentre l’ex maglia gialla Tejay Van Garderen ne ha 42. Chris Froome ha un ritardo di 1 minuto e 21 secondi e dovrà darsi molto da fare per recuperarli. La classifica per la maglia verde vede sempre Nacer Bouhanni saldamente al comando, la maglia a pois è ancora sulle spalle di Daniel Teklehaimanot seguito però ora da Vincenzo Nibali. La maglia bianca di leader dei giovani passa sulle spalle di Simon Yates.