Nei 155 chilometri che da Montmélian portavano all’arrivo in salita di Saint-Gervais, il percorso della settima tappa del Giro del Delfinato 2015 presentava una serie di sei gran premi della montagna particolarmente impegnativi. Gli interrogativi di tutti gli appassionati riguardavano soprattutto Vincenzo Nibali in maglia gialla e Chris Froome che, nonostante il ritardo nella tappa precedente, veniva ancora considerato il principale rivale per la vittoria finale di questa corsa.
La risposta del frullino Froome non si è fatta attendere. Il Team Sky, squadra di cui è capitano, ha lavorato sin dal mattino, poco dopo la partenza, per non farsi trovare impreparati davanti a eventuali attacchi da parte degli uomini di classifica. Obiettivo del giorno era preparare il terreno per un attacco di Froome, il più vicino possibile al traguardo. E la strategia della Sky è stata estremamente efficace, visto che ad alzare le braccia in segno di vittoria sulla linea di arrivo è stato prorpio il suo capitano Chris. La prima fuga di giornata parte dopo soli 4 chilometri. Nathan Haas della Cannondale-Garmin, Alexis Vuillermoz dell’Ag2r La Mondiale, Pim Lightart della Lotto-Soudal, Gorka Izaguirre della Movistar, Tiago Machado del Team Katusha, Daniel Teklehaimanot della MTN-Qhubeka (ancora lui cerca di conquistare punti per portare a casa la maglia a pois), Bjorn Thurau della Bora-Argon 18, Jarlison Pantano della Iam, Nicolas Edet della Cofidis, Riccardo Zoidl della Trek, Kenny Elissonde della Fdj, Chris Anker Sorensen della Tinkoff-Saxo, Pieter Serry della Etixx Quick-Step e Perrig Quemeneur della Europcar lasciano il gruppo e guadagnato fino a un minuto e mezzo. Nella prima ascesa al Col de Tamié la fuga si riduce perché alcuni battistrada non ce la fanno e si lasciano riassorbire dal gruppo. Alcuni corridori, tra cui Pierre Rolland e Jonathan Castroviejo, riescono a evadere dal plotone e a mettersi sulle tracce dei fuggitivi. Nella seconda ascesa di giornata la Sky di Froome inizia a lavorare duro per riprendere i fuggitivi. già chiaro che il capitano Froome ha tutta l’intenzione di attaccare nel finale. Dai battistrada, a cui si sono aggiunti ancora degli uomini, iniziano a staccarsi vari pezzi. Il gruppo li riassorbe implacabile con la Sky che non vuole lasciare spazio a nessuno. Nella salita verso il Col d’Arvis un paio di fuggitivi riescono ad andare via. Sono Dani Navarro, che per primo riesce a guadagnare un margine di vantaggio, raggiunto da Riccardo Zoidl. Sulla Côte des Amerands, salita breve ma dura, con pendenza media dell’11%, la Sky fa selezione e il primo a farne le spese è la maglia gialla Vincenzo Nibali, che inizia a salire del suo passo. , probabilmente, questa la risposta dello squalo dello stretto a quanti si chiedevano cosa avrebbe fatto in maglia di leader. Non è questa la maglia gialla che vuole portare a casa. Lo ha detto lui. La coppia davanti è diventata un quartetto essendosi aggiunti Castroviejo e Bartosz Huzarski della Bora-Argon 18. Con Wouter Poels che tira davanti al gruppo, molti restano indietro. Il terreno è stato preparato alla perfezione dal team inglese, per cui Chris Froome, quando mancano 3,8 km all’arrivo, decide che è arrivatoil momento di lasciare la compagnia.
Si porta dietro soltanto Tejay Van Garderen, l’unico a riuscire a mantenere il suo ritmo. A 1,5 km dal traguardo Froome dà un’altra scrollata e questa volta se ne va da solo. Van Garderen, bravo a salire del suo passo, non perde moltissimo. e ha ragione lui. Alla fine sul traguardo paga solo 17 secondi al vincitore Froome e per questo si riprende la maglia gialla che era sua fino al giorno precedente. Louis Meintjes e Benat Intxausti pagano 41 secondi di ritardo, seguiti da Joaquim Rodriguez a 54 secondi dal vincitore di tappa. Nibali arriva al traguardo con 3 minuti e 58 secondi che gli fanno perdere la maglia di leader, ma probabilmente per lui è meglio così. Chris Froome è raggiante al traguardo di Saint-Gervais. Finalmente, oggi, ha potuto dimostrare tutto il suo valore, in barba a chi dopo la sesta tappa aveva pensato che non potesse essere competitivo fino in fondo. Tra l’altro, dichiara ai microfoni televisivi, l’anglokenyano, ha ancora una tappa per sfilare la maglia gialla a un Van Garderen che però si è dimostrato alla sua altezza. In vista del Tour il corridore della Sky è convinto di poter fare bene e di portarsi a casa una corsa che l’anno scorso ha dovuto lasciare in anticipo per una maledetta caduta nella tappa del pavé. Tejay Van Garderen è riuscito oggi a riprendersi la maglia gialla che Vincenzo Nibali gli aveva tolto. La soddisfazione è alle stelle, soprattutto per essere riuscito quasi fino alla fine a reggere il ritmo di un Froome a dir poco scatenato. Manca ancora una tappa, ma l’americano venderà cara la pelle per tenere sulle spalle il simbolo del primato. La classifica generale è ancora una volta completamente riscritta.
Van Garderen in maglia gialla ha 18 secondi di vantaggio su Froome. Sul terzo gradino del podio c’è Benat Intxausti con 45 secondi di ritardo dal leader. Seguono Rui Costa a 1 minuto e 1 secondo, bravo a limitare i danni, Simon Yates a 1 minuto e 29 secondi e Alejandro Valverde a 1 minuto e 40 secondi. Nacer Bouhanni è sempre saldamente in maglia verde, seguito da Edvald Boasson Hagen e da Alexey Tsatevich. La maglia a pois, dopo i gpm conquistati oggi, è definitivamente sulle spalle di Daniel Teklehaimanot con un margine molto ampio sul compagno di squadra Meintjes. Simon Yates in maglia bianca è tallonato da Romain Bardet che si è riavvicinato con soli 16 secondi di ritardo.