Finalmente anche per Camila Giorgi è arrivato il momento di festeggiare il primo titolo WTA. Dopo tre finali perse, la gioia è arrivata nel torneo International di ‘s-Hertogenbosch in Olanda, il TopShelf Open che, giocato sull’erba, è uno dei tornei di preparazione a Wimbledon. Camila raggiunge il primo titolo a 23 anni; forse in età avanzata rispetto a certe adolescenti che arrivano subito sulla cresta dell’onda, ma sicuramente in linea con quanto fatto in passato dalle più esperte connazionali. La finale, la Giorgi l’ha vinta contro Belinda Bencic, per l’appunto una delle teenager predestinate che però, a 18 anni e tre mesi, dovrà ancora aspettare per vincere il primo titolo (ma era alla prima finale: ha tutto il tempo). Intanto per la nostra tennista questo successo al TopShelf Open dà tanta fiducia e una carica in più in vista non soltanto di Wimbledon ma anche per il prosieguo della carriera. Per commentare la sua vittoria IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva Corrado Barazzutti, che be conosce Camila per essere il suo capitano nella squadra di Fed Cup dell’Italia.
Primo titolo WTA per Camila Giorgi: quanto è importante per la sua carriera? E’ importante. le ha dato una carica in più anche se bisogna dire che Camial era arrivata vicino altre volte a vincere un torneo (aveva già giocato tre finali come detto, ndr). Diciamo che era una cosa che prima o poi doveva succedere!
La vittoria è arrivata sull’erba: la superficie sulla quale Camila rende di più? Sì, sull’erba Camila ha qualcosa in più; però è una giocatrice versatile che riesce a difendersi su qualunque superficie.
E’ d’accordo con chi sostiene che il vero salto di qualità potrà arrivare con un allenatore piiù “duro” e tatticamente preparato rispetto al padre? Penso che suo padre sia molto bravo, se Camila oggi è la trentaduesima giocatrice al mondo significa che il lavoro che papà Sergio ha fatto su di lei, nel crescerla ed allenarla, ha pagato.
Il tennis femminile è fatto di momenti e la durezza mentale è decisiva: in questo, cosa manca ancora alla Giorgi? Credo che Camila abbia già ora tutti i requisiti per diventare una giocatrice importante, è molto forte e competitiva; dovrà solo acquistare più continuità, che è una cosa essenziale per la sua carriera.
Invece tecnicamente quali colpi potrà ancora affinare? Intanto è certamente una giocatrice completa, spesso e volentieri va anche a rete; forse un difetto che può limare è quello degli errori gratuiti, che sono ancora troppi. In particolare i doppi falli vanno limitati.
Il primo titolo arriva a 23 anni. Errani e Pennetta l’avevano vinto a 22, la Schiavone a 27. C’è un motivo specifico per cui le nostre tenniste emergono più tardi rispetto ad altre? Non conta tanto quando si vince per la prima volta, alla fine quello che fa la differenza è la carriera nel suo complesso. La Schiavone ha vinto il Roland Garros a 30 anni, ma conta che ce l’abbia fatta…
Adesso arriva Wimbledon: cosa si aspetta da Camila? A Wimbledon Camila ha sempre fatto bene: sarà un’avversaria ostica per tutti e mi aspetto da lei un comportamento da protagonista e incontri di livello.
E’ sempre difficile dirlo, ma pensa che potrà ambire a vincere uno Slam o ad entrare fra le prime dieci? Potrebbe essere: Camila tecnicamente ha le qualità per diventare una giocatrice importante.
La schiererà come prima singolarista in Fed Cup la prossima stagione contro la Francia? Credo sia troppo presto per pensare già a quell’appuntamento. Della Fed Cup dico solo che ci piacerebbe molto prenderci la rivincita contro la Francia…
(Franco Vittadini – Claudio Franceschini)