Nessun miracolo: il Parma deve ripartire dalla Serie D. Non sono arrivate offerte: troppi i 22,6 milioni di debiti (una cifra anche “contenuta” grazie al lavoro dei due curatori fallimentari) per arrivare a una soluzione che facesse iscrivere la società ducale in Serie B. Anche la cordata americana, capeggiata dall’ex campione di baseball Mike Piazza, ha fatto dietrofront: l’amaro destino del Parma è quello di dover ripartire dai dilettanti. Una società a suo modo storica, che ha giocato 24 degli ultimi 25 campionati in Serie A, ha vinto tanto in Italia e lo ha fatto in Europa; una piazza per la quale sono passati grandi giocatori e allenatori, che adesso dovrà trovare risorse e forza per tornare grande in un processo che potrebbe anche rivelarsi molto lungo. Per commentare il fallimento del Parma e la sua discesa in Serie D, IlSussidiario.net ha contattato in esclusiva chi nel Parma ha giocato e vinto, Marco Osio che in sei stagioni tra 1987 e 1993 ha messo insieme una Coppa delle Coppe e una Coppa Italia, e che era chiamato “Sindaco” dai tifosi.



Il Parma riparte dalla Serie D: un finale annunciato? Diciamo che speravamo tutti che finisse diversamente, però non c’erano troppi presupposti. E’ una fine triste non soltanto per i calciatori, ma anche e soprattutto per tutti i dipendenti della società; sappiamo come vanno queste cose, non è mai facile.



A livello sportivo sarà difficile ripartire da zero? Non sarà certo facile, ma ci sono state formazioni ripartite da categorie inferiori come Fiorentina, Napoli, Siena, Padova, Rimini; formazioni che poi si sono rilanciate. Credo quindi che anche il Parma potrà riproporsi ad alti livelli; dovrà solo fare un bagno di umiltà, non pensare di essere Inter, né Milan o Juventus.

Quale sarà la ricetta giusta per farlo nel modo migliore? Affidarsi a dirigenti competenti e pieni di amore verso il Parma, che abbiano davvero a cuore le sorti della squadra ducale. Penso che questa sia la prima cosa per fare bene.



Il Parma dovrà puntare molto sui giovani? Direi di sì, anche perchè a livello giovanile il Parma ha fatto molto bene in questi anni. Ora ci sarà un “fuggi-fuggi” con tanti club che cercheranno i ragazzi del club, per questo sarà importante costituire quanto prima la nuova società per utilizzare al meglio questi giovani nella serie D.

Crede nell’arrivo di imprenditori che possano portare certezze e passione? Perchè no? In fondo Parma è una piazza ambita, che piace molto e che interessa molto, dove molti imprenditori vorrebbero venire.

Cosa rimane di questo anno così difficile? Tanta amarezza, tanta tristezza soprattutto per chi ha vissuto anni importanti in questo club. In realtà la situazione si stava delineando già la scorsa stagione quando i conti non erano del tutto in regola.

Cosa resta invece di questi anni fantastici della storia del Parma? La consapevolezza di aver fatto parte di un club che ha scritto la storia del calcio, di un club che ha lasciato una grande traccia nel nostro Paese.

Ci sono giocatori o episodi particolari a cui si sente particolarmente legato? Cito due compagni: Alessandro Melli con cui ho legato molto anche fuori dal campo, e Faustino Asprilla che ho praticamente “svezzato” quando è arrivato a Parma. L’episodio è sicuramente la vittoria di Coppa delle Coppe vinta a Wembley contro l’Anversa: un risultato fantastico.

La città come reagirà? Nel modo migliore. Intanto si è comportata davvero civilmente, contestando senza violenza e anzi appoggiando i giocatori quando i risultati non c’erano. Credo che ci sarà una reazione suggestiva, forte, pronta a sostenere la squadra e a starle vicina fino in fondo.

Che tipo di allenatore pensa ci vorrebbe per il Parma? Potrebbe essere necessario un allenatore adatto per la categoria, ma anche un allenatore che abbia tanta voglia di far ripartire il Parma dalla serie D verso situazioni migliori.

Se chiamassero lei, accetterebbe? Certamente! Come chi è stato in questo club sarei contento di tornare ad allenare il Parma e dare il mio contributo. Sarebbe un’esperienza significativa che accetterei di buon grado.

Per tornare ad essere di nuovo “Il sindaco” di questa città, come un tempo? Sarebbe una cosa bellissima…

(Franco Vittadini)