Lo spagnolo Joquim Rodriguez del Team Katusha è il vincitore della dodicesima tappa del Tour de France 2015, da Lannemezan a Plateau de Beille, con arrivo sulla storica montagna pirenaica. La vittoria è arrivata dopo una lunga fuga che l’ha visto arrivare al traguardo in solitaria davanti a tutti gli altri corridori usciti con lui dal gruppo e seminati lungo le rampe di giornata. Nato nel 1979, Rodriguez è ormai tra i veterani del gruppo. Il corridore è forse meglio conosciuto come El Purito, che vuol dire piccolo sigaro. Tale soprannome gli fu affibbiato nel 2001, quando esordì tra i professionisti con la squadra spagnola Once. Durante un allenamento in salita, Rodriguez affiancò i più esperti compagni Laurent Jalabert, Carlos Sastre e Abraham Olano, minando il gesto del fumare un sigaro per mettere in mostra la poca fatica che stava facendo. La sera, durante la cena, il corridore subì una dura punizione: fumare davvero un sigaro, tutto da solo. Nonostante quello sfoggio di eccessiva sicurezza nei propri mezzi, comunque, Rodriguez si è poi costruito una carriera dal palmares parecchio ricco.



Nel corso degli anni, in particolare, si è messo in luce come un ottimo scalatore, adatto soprattutto a strappi brevi ma con pendenze impossibili. Non a caso ha vinto per ben due volte (nel 2008 e nel 2009) la tradizionale tappa della Tirreno-Adriatico con arrivo a Montelupone, con uno muro finale in terra marchigiana lungo solo 1,75 chilometri ma con punte di pendenza fino al 21%. Nel 2012 ha inoltre vinto la Freccia Vallone, classica delle Ardenne, in Belgio, il cui arrivo è posto in cima al Muro di Huy, una salita di poco più di un chilometro con pendenza massima del 23% e dove quest’anno ha vinto la terza tappa del Tour. Ma la classica a cui Purito è più legato è il Giro di Lombardia, la corsa delle foglie morte che si svolge a ottobre e solitamente chiude il calendario internazionale. Il corridore spagnolo l’ha infatta vinta per ben due volte di fila, nel 2012 e nel 2013, con belle azioni nel finale ad anticipare gli avversari. La più grande dote di Rodriguez è sempre stata la continuità di rendimento durante il corso della stagione. Non a caso, per ben tre volte (2010, 2012 e 2013) ha dominato la classifica finale dell’UCI World Tour, che tiene conto dei piazzamenti ottenuti nelle principali corse internazionali.



Il cruccio più grande di Rodriguez è invece quello di non essere riuscito a conquistare nemmeno un Grande Giro, nonostante i vari tentativi, complice anche la poca consistenza nelle frazioni a cronometro. La volta che ci è andato più vicino è stato nel 2012 al Giro d’Italia, quando arrivò secondo in classifica generale a soli sedici secondi dal canadese Ryder Hesjedal, superato nella cronometro dell’ultimo giorno dopo dieci giorni in Maglia Rosa. Sorte peggiore però gli è sempre capitata in casa, alla Vuelta a España, dove, su percorsi che solitamente avvantaggiano gli scalatori come lui, ha ottenuto due terzi posti nel 2010 dietro Vincenzo Nibali e Peter Velits e nel 2012 alle spalle di Alberto Contador e Alejandro Valverde e due quarti. Nel 2005, ancora molto giovane, è riuscito però a conquistare la classifica degli scalatori della corsa a tappe spagnola. Nel 2010 e nel 2013 ha provato a fare classifica anche al Tour de France: dopo un incoraggiante sesto posto, ha puntato la Maglia Gialla di Parigi, ma anche in questa occasione si è dovuto accontentare del gradino più basso del podio, battuto da Chris Froome e Nairo Quintana.



Nonostante il mancato ottenimento del bersaglio grosso, però, nel corso degli anni Rodriguez è riuscito a fare incetta di tappe nei Grandi Giri: al suo attivo, contando anche le vittorie del 2015, può vantare tre frazioni vinte al Tour (una nel 2010, da Bourg-de-Péage a Mende, e le due di quest’anno), due al Giro (entrambe nel 2012, la decima da Civitavecchia ad Assisi e la diciassettesima da Falzes a Cortina d’Ampezzo) e otto alla Vuelta (la prima già nel 2003, la seconda nel 2010, altre due l’anno successivo, ben tre nella sua stagione migliore, il 2012, per chiudere poi con un’altra vittoria nel 2013).

Altro rammarico importante, per Rodriguez, è quello di non esser mai riuscito a vincere la maglia iridata di campione del mondo. In sette spedizioni mondiali in cui ha fatto parte della rappresentativa spagnola, ha però conquistato due podi: un terzo posto nel 2009 a Mendrisio e un secondo nel 2013 a Firenze. Proprio quest’ultima è stata l’occasione con più rimpianti per Purito, che si è ritrovato a pochi chilometri dal traguardo da solo con il portoghese Rui Costa e il compagno di squadra/rivale Alejandro Valverde. I due spagnoli però hanno iniziato a controllarsi a vicenda, invece di collaborare, e hanno così favorito il più classico dei terzi incomodi.

Dopo un 2014 deludente (anche a causa di numerose cadute), Rodriguez si è presentato al via della stagione 2015 in cerca di riscatto. Dopo un brillante terzo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi (la decana belga delle classiche) e la vittoria di due frazioni e della classifica generale della breve corsa a tappe spagnola Vuelta al País Vasco, si è presentato al Tour con l’intenzione di provare a cogliere di nuovo un posto tra i primi dieci. Complici i gravi ritardi accumulati nel cronoprologo e nella cronometro a squadre, si è ritrovato però a fare il cacciatore di tappe, e con ottimi risultati, essendo già arrivate due vittorie.