Cala il tris: il velocista tedesco della Lotto-Soudal si impone nella volata che ha deciso la quindicesima tappa del Tour de France 2015, da Mende a Valence, lunga 183 chilometri. Greipel precede il connazionale John Degenkolb (Giant-Alpecin) e il norvegese Alexander Kristoff (Katusha), solamente quarto Peter Sagan (Tinkoff-Saxo) che conserva comunque la maglia verde di leader della classifica a punti.



Ora riavvolgiamo il nastro fino al chilometro zero, che coincide con l’arrivo del giorno precedente, ossia Mende: pronti, via, e subito diversi corridori, tra questi anche Joaquin Rodriguez, provano ad avvantaggiarsi sul gruppo, approfittando dei tanti saliscendi che caratterizzano la prima parte della frazione. Ma la fuga buona nasce a 37 chilometri dal via, quando un gruppetto di nove corridori riesce a sganciarsi definitivamente: ne fanno parte Sagan, Pinot, il nostro Trentin, il campione del mondo Kwiatkowski, il vincitore del Giro 2012 Hesjedal, uno dei gemelli Yates (Adam), Geschke e Bak. Tuttavia anche questo tentativo non sembra avere molte probabilità di successo, il gruppo maglia gialla, trainato dagli uomini Sky, non concede loro molto spazio tenendoli a tiro. Consapevole di ciò, a una cinquantina di chilometri dal traguardo, Matteo Trentin tenta l’assolo, mentre dietro il suo compagno di squadra Kwiatkowski si rende protagonista di una manovra davvero pericolosa, salendo sul marciapiede per evitare lo spartitraffico e riprendendo per un pelo il controllo della propria bici. Nel frattempo Sagan accusa una foratura e se la prende con una moto di ripresa, che avrebbe intralciato sia il corridore che l’ammiraglia corsa ad aiutarlo. In particolare, dopo che Sagan è ripartito, un massaggiatore della Tinkoff si lascia andare a un gesto di stizza scagliando una borraccia addosso al pilota della moto. La giuria penalizzerà la squadra squalificando uno dei direttori, Sean Yates, che salterà la tappa di oggi. Intanto la corsa continua, anche Hesjedal intuisce che le speranze si stanno riducendo al lumicino e così va all’inseguimento di Trentin, raggiungendolo poco dopo. Si forma così un duo al comando, Hesjedal e Trentin vanno d’accordo e collaborano, tirando un po’ per uno, ma putroppo per loro c’è poco da fare: le squadre dei velocisti sanno che questa è l’ultima occasione prima del gran finale di Parigi e quindi non se la lasciano scappare.



Ripresi tutti i fuggitivi a circa 30 chilometri dalla conclusione della tappa, iniziano i preparativi per la volata (non a gruppo compatto, diversi corridori hanno perso contatto e si sono staccati sul Col de l’Escrinet), come sempre la lotta per accaparrarsi le prime posizioni è serratissima e tutti i corridori si prendono rischi incredibili per mettere la propria ruota davanti. Come si sa fin troppo bene ormai, al Tour de France niente è scontato e così, quando mancano solamente tre km all’arrivo, Zdenek Stybar prova a sorprendere tutti con un’azione da finisseur: il ceco della Etixx-Quick Step, già vincitore di una tappa a Le Havre, è intenzionato a fare il bis e in un primo momento guadagna pure diversi metri dando l’impressione di potercela fare, ma la rimonta del gruppo, guardia da un ottimo Jacopo Guarnieri (che sta lanciando Alexander Kristoff, velocista di punta in casa Katusha) è inarrestabile e non gli lascia scampo. Lo sprint è dunque inevitabile, e ancora una volta a tenere banco è lo scontro tra Sagan e Greipel per la maglia verde: i terzi incomodi di giornata che provano a intromettersi nel duello sono Degenkolb, Kristoff, Boasson Hagen e Matthews, ma il velocista della Lotto-Soudal dimostra nuovamente di essere il più forte, almeno in questa edizione della Grande Boucle, e con un colpo di reni proprio sulla linea del traguardo conquista il successo di tappa. Inutili le rimonte di Degenkolb e Sagan, che come al solito non sono riusciti a cogliere l’attimo giusto per centrare il bersaglio grosso. Il migliore degli italiani è Davide Cimolai, nono: il velocista della Lampre-Merida si sta comportando egregiamente negli sprint e sarebbe bello se riuscisse a strappare da qui a Parigi un piazzamento di prestigio, almeno tra i primi cinque, ma non sarà facile con l’agguerrita concorrenza presente al Tour.



Nessun problema per gli uomini di classifica, arrivati tutti assieme: Froome, Quintana, Van Garderen, Valverde, Contador, Gesink e Nibali hanno lo stesso tempo del vincitore, per loro è stata una giornata relativamente tranquilla dove l’importante era non incorrere in incidenti, forature, ventagli o altri incidenti meccanici, in vista delle prossime tappe alpine dove presumibilmente si deciderà il vincitore del Tour 2015. A oltre un quarto d’ora di ritardo è arrivato un gruppetto di circa 25 corridori, tra questi Jean-Christophe Peraud, alle prese con i postumi della bruttissima caduta dell’altro giorno: a loro è andata la maggior parte degli applausi provenienti dal pubblico presente ai margini della strada, visto che ognuno di questi venticinque è in corsa tra mille sofferenze e non ha comunque alcuna intenzione di abbandonare la corsa, a dimostrazione di che pasta siano fatti i ciclisti. Tra i ritardatari anche Cavendish, Renshaw, Farrar e Demare, tutti velocisti che soffrono anche le pendenze lievi e che quest’anno non hanno avuto gloria, fatta eccezione per il britannico comunque vincitore di una tappa ma che appare meno cannibale in volata rispetto agli anni scorsi, quand’era il dominatore assoluto.