La terza tappa della Vuelta 2015 ha visto la vittoria di Peter Sagan sul traguardo di Malaga. Come previsto la frazione odierna si è decisa allo sprint, nel quale lo slovacco della Tinkoff-Saxo ha avuto la meglio sul francese Nacer Bouhanni e sul tedesco John Degenkolb.
Alla partenza erano ancora forti gli echi della squalifica inflitta a Vincenzo Nibali dalla direzione corsa, perché pizzicato a farsi trainare dallammiraglia dopo la caduta che domenica ha interessato il gruppone e che aveva visto l’alfiere del ciclismo italiano perdere oltre due minuti dalla testa della corsa. Quasi immediatamente dopo la partenza si assiste al ritiro di un altro alfiere italiano della squadra kazaka: Paolo Tiralongo non riesce a continuare, troppo dolorosi i postumi della caduta che gli avevano comportato una profonda ferita lacero contusa al volto (suturata con oltre trenta punti).
I primi chilometri della tappa si srotolano in maniera regolare, ed anche abbastanza noiosi, con il gruppo che procede compatto ad alta velocità, dopo 35 km dalla partenza si assiste al primo scossone con una fuga di otto ciclisti (Maarten Tjallingii, Ilia Koshevoy, Martin Velits, Alexis Gougear, Sylvain Chavanel, Natnael Berhane, Omar Fraile Matarranz e Fernando Pedraza Moralez). A 85 km dal traguardo i corridori in fuga, che appartengono a otto squadre diverse, hanno oltre due minuti di vantaggio sul gruppo. Nelle retrovie però sinizia ad assistere ai giochi di squadra con blocchi di formazioni che tirano, chiara lintenzione di limitare la fuga dei battistrada, i giochi di squadra all’interno della pancia del gruppo porta il vantaggio ad assottigliarsi in maniera costante. A 30 km dallarrivo il gruppo di battistrada si sfalda e in testa rimangono solamente due corridori (Alexis Gougear e Maarten Tjallingii). I due si rendono conto che solo collaborando e dando il massimo possono avere qualche chance per giocarsi la vittoria di tappa, i loro cambi diventano regolari anche se la fatica inizia a farsi sentire, ma il loro vantaggio si mantiene sui due minuti.
La Tinkoff però non ci sta e la squadra in maniera compatta inizia a tirare a tutta, tatticamente la squadra di Sagan sta facendo una tappa perfetta, e a 20 km dallarrivo rompe gli indugi, chiara lintenzione di riprendere i fuggitivi, cosa che avviene ai 15 km dal traguardo. Negli ultimi chilometri il gruppo viaggia compatto a velocità altissima (con punte di oltre sessanta chilometri lora), i vari scatti vengono subito riassorbiti, e i velocisti allingresso di Malaga si preparano a giocarsela sul filo di lana, ai 500 metri netta la superiorità della Tinkoff che si posiziona con tre corridori in testa, i gregari della Saxo fanno un lavoro perfetto e riescono a lanciare la volata a Peter Sagan. Lo slovacco trionfa (a oltre due anni da una vittoria di tappa in un grande giro) con uno scatto degno del miglior velocista e regola senza problemi Nacer Bouhanni (Cofidis) e John Degenkolb (Giant Alpecin).
Abbastanza scontata la soddisfazione del vincitore, Sagan non nasconde la propria gioia per essere tornato alla vittoria, la sua intervista pone l’accento sul grande lavoro fatto dai compagni di squadra, che lo hanno messo in condizione ottimale per poter alzare le braccia al cielo sotto lo striscione dell’arrivo. Interessante anche l’intervista di Fabio Aru, che di fatto è diventato il capitano dell’Astana, Il giovane sardo sottolinea che metterà il massimo impegno per far dimenticare l’episodio che ha interessato il suo capitano, toccanti le parole che Aru ha usato per salutare la partenza di Tiralongo.
La quarta tappa porterà i corridori da Estepona a Vejer de la Frontera, la tappa avrà una difficoltà legata alla distanza, saranno infatti quasi 210 i chilometri da percorrere. Quasi nulli i dislivelli, con la massima altitudine a meta della giornata (attorno ai 400 mt). Ulteriore difficoltà allarrivo con gli ultimi km che guideranno i corridori ad uno strappo con pendenze sostenute, la strada scelta dagli organizzatori li porterà allarrivo dopo una piccola discesa molto tecnica e un ultima piccola salita. Traguardo posizionato poco sotto i 200 metri di altitudine.