La quarta tappa della Vuelta a España portava i corridori da Estepona a Vejer de la Frontera, nella parte più meridionale della Spagna, lungo un percorso di 209 chilometri. Una frazione, quella di oggi, piuttosto piatta ma con un finale insidioso, caratterizzato da un chilometro in salita con una pendenza del 15%, a 4 chilometri dal traguardo, seguito da un tratto in falsopiano, uno in discesa e gli ultimi 500 metri ancora in salita. Un finale di gara particolarmente adatto ad un corridore come Alejandro Valverde del Team Movistar.
Il murciano non se l’è fatto ripetere due volte e con uno scatto proprio negli ultimi 500 metri è andato a prendersi la vittoria, precedendo un ottimo Peter Sagan, corridore della Tinkoff Saxo, vincitore della tappa di ieri. Il terzo gradino del podio di giornata è andata allo spagnolo del Team Katusha Daniel Moreno. Nicholas Roche, del Team Sky, autore di un coraggioso allungo ai -2 chilometri all’arrivo, ha dovuto accontentarsi del quarto posto nella classifica di tappa, seguito da José Gonçalves, portoghese della Caja Rural e Joaquim Rodrigues, capitano della Katusha. Perde 3 secondi dal vincitore di tappa un gruppetto tra le cui fila figurano Rafal Majka, compagno di squadra di Sagan, Nairo Quintana e Christopher Froome, corridori che lottano per la vittoria finale della Vuelta. Insieme a loro, in quattordicesima posizione, Domenico Pozzovivo, lo sfortunato corridore dell’Ag2r La Mondiale, che all’Ultimo Giro d’Italia era stato vittima di una brutta caduta che lo aveva costretto al ritiro e al ricovero in ospedale. Il sardo dell’Astana, Fabio Aru, ormai capitano a tutti gli effetti capitano della squadra kazaka, dopo l’espulsione di Vincenzo Nibali per traino, ha ceduto tre secondi ai suoi diretti avversari. L’inizio della tappa è stato caratterizzato da una fuga di sei corridori che sono usciti dal gruppo poco dopo la partenza ufficiale, tentando di guadagnare un vantaggio abbastanza consistente da portarli fino a giocarsi la vittoria di tappa.
Ma, dopo un primo momento in cui il gruppo ha lasciato fare, ad un certo punto la Tinkoff Saxo di Peter Sagan si è messa in testa a tirare, con la precisa volontà di portare nel finale il proprio corridore ad un’altra vittoria di tappa, dopo quella della terza frazione di ieri. I fuggitivi hanno tentato di resistere, ma quando mancavano una sessantina di chilometri all’arrivo, hanno alzato bandiera bianca e si sono arresi all’inesorabile rimonta del plotone, alla cui testa nel frattempo era arrivata anche la Movistar di Nairo Quintana e Alejandro Valverde, anch’essa intenzionata a favorire una vittoria di uno dei suoi due gioielli. Due sono stati i più tenaci fra i fuggitivi: Markel Irizar, del Team Trek Factory Racing, e Jimmy Engoulvent, del Team Europcar. I due battistrada hanno provato a continuare la fuga anche dopo che i loro compagni d’avventura erano stati ripresi dal gruppo. Ma hanno dovuto arrendersi quando mancavano 11 chilometri al traguardo. Nel frattempo, una caduta ai -35 chilometri, ha compromesso la tappa di uno dei possibili protagonisti di giornata, Tejay Van Garderen, capitano del BMC Racing Team. A 4 chilometri dal traguardo, non appena imboccata la salita, nel gruppo è partita la bagarre. Riesce a guadagnare qualche metro Tosh Van Der Sande, della Lotto Soudal, che però ben presto si è dovuto scontrare con la durezza dello strappo e si è ritrovato piantato sul più bello, con le gambe che non riuscivano più a pedalare.
In testa al gruppo il Team Katusha ha cercato di preparare la strada a uno scatto di Purito Rodriguez. Un altro tentativo dello spagnolo della Caja Rural, Pello Bilbao, non è andato a buon fine e si è concluso non appena Samuel Sanchez della BMC è scattato, seguito a ruota dall’irlandese della Sky, Nicholas Roche. Ma entrambi hanno dovuto piegarsi davanti allo scatto finale vincente di Alejandro Valverde. Intervistato alla fine della tappa, il murciano, molto contento, si è detto particolarmente soddisfatto della sua prestazione. ci teneva molto ad una tappa con un finale particolarmente adatto alle sue caratteristiche. Sapeva che arrivato in testa agli ultimi 200 metri, difficilmente qualcuno avrebbe potuto rubargli la vittoria, anche se ha dichiarato di essersi preoccupato per la presenza di Sagan alle sue spalle. Anche il corridore slovacco della Tinkoff si è concesso ai microfoni televisivi. Un po’ arrabbiato per non aver centrato la vittoria, ha dichiarato di aver sprecato molte energie nella prima parte della salita per restare coi migliori, per cui nel finale è riuscito a restare dietro a Valverde ma non a superarlo perché ormai gli mancavano le gambe.