Una gara importante per i colori azzurri ai Mondiali di atletica 2015 di Pechino è il salto in alto maschile, in programma oggi con le qualificazioni e domenica con la finale. I due atleti italiani Marco Fassinotti e Gianmarco Tamberi sentono profumo di medaglia, sono in forma e potrebbero fare molto bene. Certo i favoriti saranno Mutaz Barshim del Qatar, il padrone di casa cinese Zhang Guowei, l’ucraino Bohdan Bondarenko, e il canadese Derek Drouin, tuttavia noi speriamo di portare a casa qualcosa d’importante, magari una doppia medaglia. Sognare non è impossibile e le nostre speranze potrebbero essere esaudite. Per parlare di salto in alto e più in generale dei Mondiali di Pechino abbiamo sentito Erminio Azzaro, medaglia di bronzo agli Europei di Atene del 1969, nonché marito e allenatore di un mito dell’atletica italiana come Sara Simeoni. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Sarà una grande gara di salto in alto ai Mondiali di Pechino? Lo spero, in effetti sarebbe molto bello, l’alto mi è caro e ho l’esperienza per parlarne avendo conquistato la medaglia di bronzo agli Europei di Atene del 1969.

Barshim e Guowei grandi favoriti? Direi che loro due avranno molte possibilità di fare bene, sono tra i candidati per il successo finale. In particolare il cinese avrà degli stimoli particolari gareggiando in casa.



Quali saranno gli altri protagonisti? Bondarenko è un altro atleta che potrebbe fare molto bene, poi il canadese Drouin che è salito recentemente a 2,37.

Quali saranno le possibilità di Fassinotti e Tamberi? Fassinotti ha avuto un leggero fastidio alla caviglia ma sembra che non si tratti di niente di grave, lui e Tamberi sono annunciati in grande forma, potranno sicuramente dire la loro.

Sarà una gara molto competitiva? Potrebbe essere una gara interessante, anche se forse i favoriti stanno in parte pensando alle prossime Olimpiadi. Speriamo di divertirci…

Dispiaciuto per l’assenza di Alessia Trost nel salto in alto femminile? E’ veramente un peccato perché mai come quest’anno, non essendoci atlete in grandissima forma, con 2 metri la Trost poteva andare a medaglia. Il salto in alto femminile a differenza di altre discipline sta vivendo da tempo un periodo di stanca e resiste sempre il record della Kostadinova di 2,09.



Potrebbe fare cose importanti come Sara Simeoni in futuro? E’ quello che mi auguro, di sicuro sarà fondamentale vivere al meglio quest’anno preolimpico. Preoccupano della Trost i due infortuni che ha avuto. Significa che dovrà curare fino in fondo la sua preparazione, tutta la metodologia del suo lavoro perché non accadano in futuro più queste cose. Ha grandi qualità ed è un talento dell’atletica italiana.

Lei e Sara Simeoni avete avuto un figlio, Roberto, campione italiano juniores di salto in alto. Uno sport che avete nel sangue… Una bella vittoria fu la sua, anche se poi ha proseguito la sua carriera a livello amatoriale.

Come giudica questi Mondiali? Molto belli, mi ha esaltato il successo di Bolt su Gatlin, lo davano tutti per sconfitto e ha battuto ancora una volta tutti. E’ veramente un fenomeno…

E poi? C’è stata la gara dei 400 metri con un livello altissimo, diciotto atleti sono andati sono i 45 secondi. La gara di salto con l’asta è stata molto bella, in questa specialità si stanno riproponendo nazioni come la Repubblica Ceca, la Slovenia e la Polonia. L’atletica è in continua evoluzione, l’Africa si sta proponendo anche in discipline in cui di solito non era forte. Ci sono poi i Caraibi, un’altra bella realtà di questo sport.

C’è un atleta che l’ha colpita particolarmente? L’olandese Schippers, seconda nei cento, mi ha impressionato particolarmente. Tutti dovranno stare attenti a lei a Rio, dalla stessa Fraser-Pryce alle velociste statunitensi.

Come giudica la squadra azzurra? Non è un momento eccezionale e se nel salto in alto stiamo facendo molto bene facciamo fatica in altre specialità. Il movimento giovanile c’è ma mancano le strutture e forse bisogna seguire nel migliore modo i nostri talenti con una metodologia di lavoro ideale.

A Rio? Per Rio dovremo puntare a quei cinque–sei atleti in grado di farci vincere le medaglie, quanto ai più giovani sarà difficile proporli a grandi livelli internazionali. Anche gli altri paesi non stanno a guardare.

Dove andiamo meglio e dove facciamo più fatica? Nel mezzofondo c’è un certo risveglio, peccato che nella velocità non abbiamo grandi campioni e ci dobbiamo affidare solo a Riparelli nel campo maschile. Anche nei lanci non siamo certo eccezionali. Speriamo quindi che a poco poco la situazione migliori. (Franco Vittadini)