Sesta tappa della Vuelta 2015 da Cordoba a Sierra de Cazorla, oltre 200 km su una strada molto bella con continui saliscendi e due gran premi della montagna (il secondo allarrivo): nuova giornata di gloria per il colombiano Esteban Chaves, che coglie il secondo successo di tappa personale in meno di una settimana e torna ad indossare la maglia rossa di leader della classifica generale.



Immediatamente la tappa si è accesa con alcune fughe che partono già dal chilometro zero, sono molti i corridori, infatti, oggi che provano a sorprendere il gruppone impostando una fuga da lontanissimo. La velocità media altissima (oltre quaranta chilometri allora), il caldo asfissiante e la collaborazione di tutte le maggiori squadre non permette però un azione degna di tale nome. Prima vera fuga al novantesimo chilometro, nel treno dei fuggitivi ben sei atleti: Cyril Gautier (Europcar), Niki Terpstra (Etixx-Quick Step), Kristijan Durasek (Lampre-Merida), Peter Velits (BMC) and Steven Cummings (MTN-Qhubeka) e Rubiano (Team Colombia), i sei riescono a ritagliarsi il massimo vantaggio (attorno ai 4 minuti e mezzo) in dieci chilometri. Immediatamente però il gruppo capitanato dalla Giant, che non ha ciclisti nella fuga, muove i suoi corridori per limitare il vantaggio e cercare di ricompattare il gruppo. Dopo il gran premio della montagna posizionato a meta della tappa, in testa al gruppo arrivano anche i corridori della Movistar a dare una mano agli atleti della Giant, le forze nuove non fanno altro che elevare la media della corsa e a limare in maniera inesorabile il vantaggio dei fuggitivi, che a 40 km dallarrivo si assesta attorno ai due minuti. Direttori sportivi delle migliori squadre che riescono a indovinare in maniera perfetta il timing della corsa, i treni compatti della Giant, della Movistar e del Team Katusha annullano il vantaggio dei battistrada che a dieci chilometri dallarrivo scende sotto i trenta secondi.



Allinizio della salita finale il gruppo riesce a riprendere cinque dei sei fuggitivi, lunico che ha ancora le gambe per scattare da solo è il britannico Cummings, nelle retrovie invece la forte andatura sfalda il gruppo dei migliori, e molti sono gli atleti che mollano le prime posizioni per rifiatare. Tappa che si decide però ai due chilometri e mezzo, allinizio dellultima salita, la più dura. Sfruttando un tornante con una pendenza elevata, parte secco Chavez che supera un Cummings ormai “piantato”. Con un attimo di ritardo risponde la maglia rossa ma nulla può sulla freschezza atletica dellatleta colombiano della Origa. Alla fine Chavez vince a braccia alzate, con cinque secondi di vantaggio su Dumoulin e Martin, e riesce a riconquistare la maglia rossa che ieri gli era sfuggita solamente per un nonnulla.



Le interviste del post gara evidenziano il grande gesto atletico di Chaves, il colombiano si è presentato ai microfoni sfoggiando il solito sorriso smagliante e sottolineando come il suo istinto lo abbia portato a scattare mentre la forza esplosiva lo abbia accompagnato fin sotto il traguardo. Totalmente diverso il morale di Dumoulin che non ha avuto la gamba per contrastare lo sprint del colombiano e perde la maglia rossa. Peter Sagan punta invece lattenzione sul caldo estremo patito oggi durante la corsa, caldo che secondo lo slovacco ha pregiudicato le prestazioni di molti atleti.