Unica nota stonata della grande giornata tricolore arriva dalla ESPN dove il giornalista Brad Gilbert ha regalato degli epiteti alle due bellissime atlete azzurre. E’ così che Flavia Pennetta è stata accostata alla Pasta e Roberta Vinci al famoso romando di Dan Brown, diventando ”Pennetta Pasta e Vinci Code”. Soprannomi che non sono piaciuti dagli utenti che li hanno trovati permeati da una ironia razzista e legata a degli stereotopi legati al nostro paese. Sicuramente ci aspettavamo qualcosa di diverso all’estero per celebrare queste due atlete arrivate a un traguardo davvero storico per il nostro paese e per tutto il mondo del tennis più iun generale.



la regina degli Us Open 2015. E’ lei a vincere la finale dellArthur Ashe Stadium contro Roberta Vinci, la finale in famiglia o se preferite il derby dItalia. Finisce per la brindisina in 93 minuti: una finale magari non tra le più spettacolari perchè la tensione da parte di entrambe, alla prima volta in carriera ad un appuntamento così, si è fatta sentire, ma una finale emozionante per tutta Italia, per le due protagoniste in campo e sì, anche per il tennis femminile che per una volta (non la prima e non lultima, di certo) ha vissuto una giornata diversa per lassenza dei grandissimi nomi, ma anche per la presenza di due outsider che hanno meritato di arrivare fino a qui.



Sulla partita in sè cè poco da dire: il primo set è durato unora, break e controbreak senza che nessuna delle due riuscisse a scappare. Il tie break si è risolto in favore di Flavia, che da quel momento in poi non si è più voltata indietro: 4-1 nel secondo set e la chiusura in 33 minuti, con la Vinci che non ne aveva più e che ha forse pagato una minore esperienza a questi livelli (dopo tutto la Pennetta ha vinto Indian Wells lo scorso anno e una semifinale qui laveva giocata non più tardi di due stagioni fa). I numeri raccontano di una Pennetta che ha servito con il 64% di prime e ha ottenuto il 69% da esse (33/48) contro una Vinci che ha avuto la stessa percentuale di prime in campo ma ha pagato la precisione di Flavia in risposta, riuscendo soltanto ad avere il 55% con le sue prime. Diversamente da quello che siamo abituati a vedere oggi, le due giocatrici sono andate spesso a rete: 30 volte la Vinci con il 50% di positività, 20 la Pennetta che in questo fondamentale è stata pressochè perfetta (16/20 e 80%). Sono stati 28 i vincenti di Flavia che ci ha messo anche 22 errori non forzati; negativo il saldo per Roberta che ha avuto 21 vincenti a fronte di 30 errori gratuiti. Flavia ha corso di più: 2,14 chilometri contro i 2,03 della Vinci (siamo comunque nellambito dei pochi metri di differenza). Per Flavia Pennetta si tratta dellundicesimo titolo WTA, sicuramente il più importante in carriera (non ci sono discussioni) e il quarto conquistato negli Stati Uniti: abbiamo già ricordato Indian Wells nel marzo 2014 ma Flavia aveva trionfato anche due volte a Los Angeles, nel 2007 e 2009. Nella seconda occasione, battendo tre russe consecutivamente (Petrova, Zvonareva e Sharapova) e la Stosur in finale era salita al numero 12 del ranking WTA, entrando poi nella Top Ten una settimana più tardi, battendo Daniela Hantuchova nei quarti di finale (a dire il vero al numero 10 ci era arrivata già vincendo agli ottavi contro Venus Williams, ma era ex-aequo con Ana Ivanovic che aveva risultati migliori nel Grande Slam). (Claudio Franceschini) 

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