Un grande successo: Fabio Aru ha conquistato la Vuelta 2015, prima vittoria in un grande giro per il 25enne ciclista sardo, già sul podio nelle ultime due edizioni del Giro d’Italia. Si sapeva già che era un campione, ma adesso è arrivata la consacrazione perché Fabio ha saputo salire anche l’ultimo gradino dando prova di continuità lungo le tre settimane, dimostrando di essere il più forte in salita e di saper reggere anche in salita. C’è stato un duello appassionante con Tom Dumoulin che l’aveva sorpassato proprio dopo la crono, deciso nella penultima tappa in cui il corridore olandese ha ceduto dopo un attacco del ciclista sardo grazie anche all’apporto dell’Astana, che invece spesso era stata criticata nelle tappe precedenti per le scelte tattiche. Un trionfo meritato sulle strade di Madrid per Aru, che si candida a raccogliere l’eredità di Nibali, che in Spagna aveva vinto nel 2010. Per commentare il trionfo di Fabio Aru alla Vuelta abbiamo sentito Gilberto Simoni. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Successo meritato per Aru alla Vuelta? Direi di sì, ha fatto proprio bene, ha meritato questa vittoria che ha voluto fino in fondo, lottando e non mollando mai ogni giorno.

Dove il corridore sardo ha costruito il suo successo? E’ stato il corridore che ha avuto più continuità, è stato il più costante a differenza degli altri che andavano bene una tappa e in altre si perdevano completamente.



La penultima tappa è stata il suo capolavoro? Certamente è stata la tappa più bella, quella in cui ha compiuto il capolavoro della sua Vuelta, un successo straordinario per la sua carriera.

Ora Aru potrà puntare veramente a vincere il Giro e il Tour? Perché no, dovrà solo evitare obiettivi eccessivi come la doppietta Giro-Tour nello stesso anno. I successi nelle corse a tappe sono possibili per lui, come ha dimostrato la Vuelta. E’ giovane e avrà ancora ampi margini di miglioramento per il futuro, anche per le corse in linea adatte alle sue caratteristiche.

Aru è l’erede di Nibali? Sono corridori completamente diversi. Nibali è più un passista scalatore, Aru è più simile a me, un vero scalatore.



Come giudica l’Astana, a lungo criticata ma decisiva sabato? L’Astana è sicuramente una squadra molto forte, con diversi campioni che alla lunga sono stati decisivi. Bisogna però anche rilevare che in questa Vuelta è emersa la forza di un corridore come Aru che ha avuto coraggio e la mentalità vincente.

Gli altri big forse sono rimasti sotto le attese? Si vuole un ciclismo pulito e allora non si può pretendere di spremere i corridori per tutta la stagione! Anche i migliori possono non essere sempre al massimo della condizione. (Franco Vittadini – ha collaborato Mauro Mantegazza)