Cristiano Ronaldo è uno dei tre finalisti per la vittoria del Pallone d’Oro, ma è anche il detentore del prestigioso trofeo che indica il calciatore più forte del mondo dell’anno appena concluso. Esattamente dodici mesi fa, infatti, il portoghese del Real Madrid conquistò per la terza volta in carriera il Pallone d’Oro con il 37,66% dei voti complessivi. Sul podio con lui salirono Lionel Messi e Manuel Neuer, con circa il 15% a testa.



Cristiano Ronaldo sfruttò così nel migliore dei modi un 2014 nel quale vinse con il Real Madrid Champions League, Coppa del Re, Supercoppa Europea e Mondialòe per Club. Adesso per lui una vittoria appare più difficile, perché il 2015 è stato invece un anno dominato dal Barcellona.

Attualmente single, Cristiano Ronaldo ha sempre condotto una vita privata alquanto spericolata. Tante le modelle susseguitesi al suo fianco, ma nessuna che abbia davvero fatto breccia nel suo cuore, al punto da decidere di sposarsi. Ha però un figlio, frutto di un rapporto occasionale con una cameriera, pagata per svanire nel nulla; l’ultima fiamma del portoghese è stata la supermodella russa Irina Shayk. I due hanno anche posato per una copertina di Vogue Spagna, ma la relazione non è durata; l’indizio era arrivato proprio alla cerimonia di assegnazione del Pallone d’Oro dello scorso anno, quando Ronaldo aveva vinto il premio per la terza volta in carriera ma non era stato accompagnato da Irina. Circa una settimana dopo era arrivato l’annuncio della separazione.



Ormai da anni Cristiano Ronaldo compete per l’assegnazione del Pallone d’Oro, ritrovandosi costantemente sul podio. La sua unica sfortuna, se così la si può chiamare, è il fatto d’aver dovuto dividere i suoi anni d’oro con un altro alieno, Messi per l’appunto, che in fondo ha saputo rappresentare per lui il giusto nemico da battere, quell’orizzonte da raggiungere per continuare a migliorarsi giorno dopo giorno. Anche quest’anno è salito sul podio per l’ambito riconoscimento, con Messi favorito e Neymar pronto a giocare un brutto tiro a entrambi, anche se le statistiche non giocano in suo favore. L’ultimo calciatore a vincere il Pallone d’Oro che non fosse uno di loro due fu infatti Kakà, nell’ormai lontano 2007; le cifre parlano di quattro vittorie (consecutive) per Messi e tre per Cristiano Ronaldo; arriverà questa sera l’aggancio, o la Pulce riuscirà ad allungare sul rivale?



Nato a Funchal il 5 febbraio del 1985, Cristiano Ronaldo è oggi uno dei calciatori più forti e quotati al mondo; ed è uno dei tre finalisti del Pallone d’Oro 2015/2015, insieme a Leo Messi e Neymar. Partito per sua stessa ammissione dalle partite tra amici in strada, in un piccolo paesino dalle grandi pendenze, il che gli ha consentito di sviluppare fin da piccolo in maniera particolare il suo fisico, ha vestito tre maglie da giocatore professionista.

Ha mosso i primi passi nel club minore dell’Andorinha, che ancora oggi fa di lui un simbolo per i ragazzini che si avvicinano a questo sport, per poi passare al Nacional, dove si è messo in mostra realmente per la prima volta. E’ grazie alle sue prestazioni con questa maglia infatti che è riuscito a farsi notare dal primo grande club della sua carriera, lo Sporting Lisbona, col quale gioca per la prima volta in una competizione europea. La sua permanenza in Portogallo è giunta quasi al termine, dal momento che a Lisbona resterà soltanto un anno, dal 2002 al 2003, il tempo necessario perché Sir Alex Ferguson lo noti.

Lo Sporting è sceso in campo proprio contro il Manchester United e, leggenda vuole, che il tecnico avesse già bloccato il calciatore, pronto a trasferirsi in Inghilterra dall’estate successiva. Negli spogliatoi però Ferguson avrebbe chiesto ai suoi giocatori se avessero voluto quel ragazzino che tanto li aveva fatti penare in campo, nella loro squadra. Il gruppo rispose in maniera compatta che ovviamente sarebbe stato un ottimo acquisto, al che Ferguson pare abbia risposto, sornione, che ci avrebbe fatto un pensiero. Accordo già siglato in realtà, e così ebbero inizio i sei anni inglesi di Ronaldo.

Cristiano è molto giovane, parla poco e male inglese e ha una capigliatura alquanto riconoscibile, con ricci mossi neri e una chiazza bionda al centro della testa. In campo qualche dribbling di droppo, ma la qualità è sotto gli occhi di tutti. Calcia di potenza, di fino, da fermo e in movimento. Potenzialmente un giocatore completo, che Ferguson però ha capito dover modellare. Ronaldo dovrà prima diventare un uomo e poi un grande calciatore. La stampa inglese non aiuta, tormentandolo dopo aver chiesto l’espulsione di Rooney, compagno di squadra, durante una sfida tra Portogallo e Inghilterra ai Mondiali.

In molti chiedono la sua testa, ma è allora che Ferguson si dimostra una figura paterna e fondamentale, proteggendolo fino a farlo diventare l’idolo che Manchester (sponda United) ancora rimpiange e rivorrebbe a gran voce. Sì, perché Ronaldo lascia i ‘Red Devils’ nel 2009, corteggiato dal Real Madrid. I ‘Blancos’ non ci mettono molto a convincerlo. Non è questione di un contratto faraonico, cosa che ottiene, bensì del prestigio del club. Giocare lì dove tanti campioni si sono esibiti, al Bernabeu, è un’emozione unica, ma soprattutto il segno d’avercela fatta. Il piccolo Cristiano sul tetto del mondo, e in quel campionato dove si destreggia il suo acerrimo rivale, Lionel Messi, col quale ogni anno ormai si contende il Pallone d’Oro.

Dal 2009 a oggi il portoghese veste questa maglia. Tanti gli allenatori che si sono seduti su quella panchina, e tutti hanno dovuto fare i conti con la sua grande personalità. Uno degli ultimi, Ancelotti, sembrava aver fatto breccia nel suo cuore proprio come Ferguson. Ronaldo gli era molto legato e insieme hanno alzato la decima Champions League del Real Madrid. Il club ha però deciso di esonerarlo, optando per Benitez, esonerato a sua volta soltanto sei mesi dopo, proprio a causa del pessimo rapporto con Cristiano, trattato, in privato e pubblicamente, come uno dei tanti.

Gli è bastato un anno allo Sporting per riuscire a ottenere la Supercoppa di Portogallo, ma i veri successi arrivano con il Manchester United, grazie al quale solleva al cielo dieci trofei. Al di là di tre campionati e svariate coppe nazionali inglesi, finalmente conquista l’ambita Champions, la prima delle due in carriera. Con il Real Madrid i titoli sono ad oggi sette, compresa la storica decima. Vero fenomeno nel club, non è mai riuscito a trascinare da solo la propria Nazionale, mai stata tanto ricca di vero talento. Questo potrebbe ritenersi l’unico capitolo grigio della sua carriera straordinaria, che lo ha visto sollevare tre Palloni d’Oro, ed essere premiato come Fifa World Player nel 2008, tra i tanti successi personali ottenuti.

Se Messi rappresenta il talento puro, Ronaldo è un campione frutto del lavoro. Fin da giovanissimo ha sempre preteso il massimo da se stesso, e una cosa che Ferguson ha costantemente sottolineato durante la sua permanenza al Manchester era la capacità di gestire i doni fisici ottenuti. Pur arrivando al top Ronaldo non si è mai fermato, continuando a spingere costantemente per rompere i limiti che si è ritrovato sulla strada. Tutto è chiarissimo in campo, dove, a quasi 31 anni, è ancora in grado di surclassare tutti per potenza, rapidità, dribbling e scatto.