Quello passato è stato l’anno della consacrazione per Neymar e, dato anche il fantastico periodo attuale in blaugrana, dovesse sollevare il Pallone d’Oro si potrebbe con diritto iniziare a parlare di un nuovo fenomeno, in grado di aprire il suo percorso come Messi e Ronaldo prima di lui. L’età lo premia, e di certo il futuro è nelle sue mani. Sul fronte della vita privata si può tranquillamente dire che Neymar sa come vivere da superstar. In Brasile è un vero fenomeno, e ha saputo cavalcare l’onda sfruttando svariati contatt, prendendo parte anche a esibizioni musicali, salendo sul palco di amici cantanti, facendo impazzire il pubblico femminile.



Neymar è uno dei tre finalisti del Pallone d’Oro 2015/2016: contenderà il premio, lunedì sera, a Messi e Cristiano Ronaldo. Il Brasile è sempre stato un paese a dir poco fertile dal punto di vista calcistico, e non pasano molti anni prima che un nuovo fenomeno si affianchi alla lunga lista di quelli ormai affermati. Negli ultimi due anni in cui ha giocato con la maglia del Santos, dove si è ‘esibito’ dal 2003 al 2013, tra giovanili e prima squadra, Neymar ha ottenuto le attenzioni dell’intero mondo calcistico.



Divenuto un vero fenomeno mediatico in Brasile, nonostante la giovane età, il ragazzo era atteso alla prova europea. In molti lo hanno criticato negli anni brasiliani, definendolo, sia in casa che dal vecchio continente, eccessivamente fragile, con grandi tendenze al tuffo in campo. Toccare Neymar equivaleva a procurarsi un fallo contro. Una storia in parte vera e in parte esagerata dai social network, e che è andata del tutto scemando a partire dal suo secondo anno al Barcellona. E’ stato questo infatti il club che è riuscito a battere la concorrenza agguerrita per il fantasista brasiliano, ponendolo al fianco di Messi, e ora in un tridente sfavillante al quale si è aggiunto Suarez. Il Mondiale brasiliano è quello che lo ha consacrato a livello di Nazionale.

In tanti non lo ritenevano in grado di prendersi sulle spalle un gruppo tanto variegato come quello verdeoro, che da anni ormai è manchevole anche di una guida salda e apprezzata dai calciatori. L’ultima competizione si è svolta proprio in Brasile, il che ha portato una gran pressione sui leader della squadra, alla quale l’attaccante del Barcellona ha saputo rispondere alla grande.

Con i riflettori addosso, ha trascinato il Brasile fino a un passo dalla finale, per poi fermarsi a causa di un infortunio, provocato da uno scontro di gioco con Zuniga, esterno della Colombia. Ciò gli ha risparmiato di vivere dal campo la dura batosta contro la Germania, che è riuscita a segnarne ben 7, dando vita a una sconfitta storica. Allo stesso tempo però il suo essere in tribuna ha scatenato l’ovvia domanda su come sarebbe potuta andare se Neymar avesse giocato quella gara.

Una risposta non sarà mai data ma, vedendolo esibirsi in Liga, in particolar modo quest’anno, avendo raggiunto la sua totale maturità, il dubbio pare più che legittimo. Arrivato come spalla di Messi, il giovane brasiliano ha saputo ritagliarsi il suo spazio, tramutandosi in un vero e proprio goleador. La riprova è giunta nei mesi in cui Messi è stato costretto fuori dal campo da un infortunio.

Il Barcellona non ne ha mai risentito, e tutto grazie a Neymar e Suarez, autori di una stagione sfavillante, che ha portato il brasiliano sul tetto del mmondo sia con la squadra, avendo battuto la Juventus in finale di Champions League, sia singolarmente, contendendo il Pallone d’Oro a Messi e Ronaldo. Con il Santos è riuscito a ottenere tre campionati, una Liberatadores e una Coppa del Brasile, ma è con il Barcellona che i trofei più importanti sono finalmente giunti. Anche quest’anno è in lotta per la Liga, già vinta una volta, ma soprattutto, alla sua giovane età, ha sollevato una Champions League lo scorso anno e, dati i numeri sfavillanti fatti registrare dal club, le chance di giungere in finale sono molto alte.

La rapidità di gioco è senza dubbio la sua arma migliore. In Brasile ha saputo dare spettacolo in campo, ma la svolta è arrivata quando si è potuto confrontare con il calcio europeo. Impatto duro con difese più tecniche e rocciose, ma Neymar ha saputo ben presto farci l’abitudine. Seguito da un tecnico scrupoloso come Enrique, ha imparato ad adeguarsi, e oggi del cascatore non è rimasta neanche l’ombra. Non potrà vantare un fisico da colosso, ma sa bene come resistere ai contrasti, evitarli e in generale lottare in mezzo al campo.