Campione del mondo Wba dei pesi supermedi. Giovanni De Carolis ha conquistato il titolo iridato sabato scorso dopo aver battuto il ventenne pugile tedesco Vincent Feigenbutz all’undicesima ripresa per ko tecnico. E’ diventato così il trentacinquesimo campione del mondo italiano di boxe a sette anni di distanza dall’ultimo campione Giacobbe Fragomeni. La rivincita nell’arena di Offenburg in Germania ha premiato De Carolis dopo la sconfitta di ottobre che fu molto contestata. A 31 anni il titolo iridato, una immensa soddisfazione a coronare una carriera, ma c’è un sogno ancora da realizzare. Abbiamo sentito proprio Giovanni De Carolis che si è raccontato a cuore aperto. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Si aspettava il successo con Feigenbutz? Diciamo che abbiamo lavorato per arrivare a questo risultato e ci siamo promessi di farlo. Poi è vero che ogni match è diverso dall’altro, l’importante è aver ottenuto questo successo.

Una grande gioia quindi questo titolo mondiale nei supermedi… Una gioia incredibile, il risultato di tutta una carriera, essere arrivati a 31 anni e conquistare il titolo mondiale è la cosa più bella della mia vita di pugile.



Quali sono state le difficoltà principali dell’incontro? Quelle ambientali, quando Feigenbutz metteva le mani avanti il pubblico si infiammava. Già dalla prima ripresa sentivo solo questo, non era facile…

Come ha preparato quindi questo match, ci sono dei segreti particolari? Mentalmente sapendo che dovevo essere preparato a qualsiasi cosa. Nel primo incontro avevo perso ingiustamente ai punti anche se avevo vinto. Anche il pubblico tedesco aveva riconosciuto questo. La mia paura è che si ripresentasse una situazione del genere, con i giudici che in terra straniera possono essere spesso sfavorevoli.



E dal punto di vista fisico come si è preparato? Ho effettuato una grande preparazione atletica, curandola nei minimi dettagli facendomi aiutare dal mio preparatore atletico Antonello Regina.

Ko tecnico all’undicesima ripresa, una superiorità schiacciante? In effetti il Ko tecnico all’undicesima ripresa ha messo a tacere tutto, ho avuto sempre in mano l’incontro, anche nei momenti più difficili. Ho vinto con pieno merito.

Qual è il suo stile e a quale pugili si ispira? Mi piace vedere il pugilato di tutto il mondo, ogni incontro di boxe. Ho letto molti libri di boxe, Clay aveva qualcosa di più, era mentalmente il più forte, sapeva avere una concentrazione eccezionale in ogni incontro.

Quanto sono stati importanti Italo Mattioli e Gigi Ascani, i suoi due maestri di boxe? Tantissimo, mi hanno aiutato sempre e mi hanno messo nelle condizioni ideali per battere Feigebutz.

E il suo manager Davide Buccioni quanto ha contato in questo successo? Mi ha fatto arrivare a poco a poco a questo appuntamento, gestendo la mia carriera nel modo giusto con gli incontri giusti, soprattutto negli ultimi due anni. Mi ha dato la possibilità di avere la rivincita dopo la sconfitta nel primo match con Feigenbutz. Una rivincita che ci voleva, una soddisfazione doppia essere andato a conquistare il mondiale in terra straniera.

E’ stato difficile combattere nella patria del suo avversario? Certo una cosa dura avere a che fare con 4000 persone scatenate che gridavano contro le sole 50 italiane nell’arena di Offenburg.

Ha detto che il suo sogno sarebbe combattere davanti a 10000 persone a Roma… Sì sarebbe il mio sogno, sarebbe troppo bello difendere il titolo mondiale a Roma davanti a diecimila persone. Sarebbe una cosa veramente fantastica… Vedremo quest’anno cosa fare, se realizzare questo sogno.

E il sogno di avere una palestra? Ce l’ho già da 8 anni. Ci sono 15 pugili e 1000 persone iscritte. Si insegnano anche diverse discipline da combattimento. Cerco di insegnare tutto quello che ho imparato nella mia carriera di pugile. C’è anche mia moglie che lavora in questa palestra. Mia moglie è la mia prima tifosa, lei come me è stata felicissima di questo mio successo.

Una storia bella la sua… Ho fatto tutti i sacrifici possibili per arrivare fino al titolo mondiale, ho sempre amato fino in fondo il pugilato.

Ci sono pugili della sua categoria del passato, campioni del mondo italiani a cui si ispira? Ci sono stati Galvano, Nardiello, Sanavia, ognuno è stato grande nel suo modo di essere pugile. (Franco Vittadini)