Il politicamente corretto in nome della neutralità ha fatto una vittima illustre anche nel mondo del calcio, cioè Neymar. L’attaccante brasiliano del Barcellona è infatti al centro di un caso legato al video che durante la cerimonia del Pallone d’Oro di lunedì sera celebrava i tanti bei momenti vissuti da Neymar grazie ai numerosi trionfi dei catalani. Un bel siparietto con il compagno di squadra e connazionale Dani Alves, e Neymar indossa una fascia sulla fronte con la scritta “100% Gesù“: Neymar infatti è un ‘atleta di Cristo‘ e manifesta in modo chiaro la sua gratitudine al Cielo.
Eppure la Fifa ha censurato questa immagine che certamente non aveva nulla di offensivo: nella clip mandata in onda in tutto il mondo si vede la fascia completamente bianca, perché la scritta è stata cancellata con un ritocco al computer. “Non volevamo ferire sensibilità”, si sono giustificati dalla Fifa. “Una censura bella e buona per alterare la realtà” accusano invece da più parti. Il sito spagnolo HazteOir (“Fatti sentire”) ha raccolto in poche ore quasi ventimila firme in una petizione di protesta contro la Federazione internazionale del calcio, già alle prese con tanti scandali in questo periodo.
D’altronde la Fifa non è nemmeno nuova a scandali di questo tipo, figlie di una laicità che forse sarebbe meglio definire laicismo. Come ha ricordato il collega Nando Sanvito per SportMediaset, sono memorabili le immagini della festa del Brasile campione del mondo 2002 che si era riunito in preghiera per ringraziare il Cielo al termine della finale di Yokohama, portate nelle case di tutto il mondo ma chep oi causarono una retromarcia della Fifa che stabilì che da quel momento in poi sarebbero state bandite le immagini ‘manifestazione identitaria’, salvo poi qualche anno dopo ritrovarsi con i brasiliani del San Paolo a ripetere la stessa preghiera collettiva del 2002, sempre a Yokohama dopo avere vinto la prima edizione del Mondiale per Club. Non succede solo con i cristiani, comunque: la Fifa ha dovuto fare i conti pure con esultanze di ringraziamento ad Allah di giocatori di squadre di Paesi islamici. Adesso arriva questo nuovo caso, una censura francamente sgradevole di una piccola frase che sicuramente nulla aveva di offensivo o pericoloso…