Inizia il 2016, tempo di confronti che nello sport appassionano sempre. Nel ciclismo l’Italia ha due campioni, Vincenzo Nibali e Fabio Aru, che ci stanno grandi soddisfazioni nelle corse a tappe negli ultimi anni, con Nibali che però sa esaltarci anche nelle corse in linea se adatte alle sue caratteristiche, come dimostra l’ultimo splendido Giro di Lombardia. Il 2015 però è stato l’anno soprattutto di Aru, secondo al Giro d’Italia e vittorioso alla Vuelta, mentre a Nibali non è riuscito il bis al Tour. Nel 2016 invece la corsa francese sarà il grande obiettivo di Aru, mentre Nibali tornerà al Giro che non ha più corso dopo la vittoria nel 2013. Per entrambi poi ci sarà il sogno olimpico, perché il percorso di Rio de Janeiro dovrebbe essere congeniale agli uomini da grandi giri. Un grande dualismo tutto italiano in casa Astana, anche se i loro programmi sono ben distinti. Per rispondere alla domanda chi sia più forte abbiamo sentito Francesco Moser. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Nibali, Aru: chi è più forte? Diciamo che nel 2015 Aru è stato più forte con il secondo posto al Giro e la vittoria alla Vuelta. Lui rappresenta il futuro del ciclismo italiano, visto che è più giovane del siciliano. Nibali ha vinto il Giro di Lombardia con una grande prestazione, ma la sua è stata una stagione inferiore alle precedenti.



Nel 2016 tornerà al Giro… Mi sembra giusto dopo due anni di assenza, sarà il suo obiettivo principale insieme alle Olimpiadi. Il tracciato è duro, quindi potrà essere protagonista.

Per Aru stagione tutta basata sul Tour? Cosa potrà fare in Francia? Dipenderà da tante cose, dalla squadra che avrà a disposizione, dalla personalità che mostrerà al Tour. La corsa francese non è certo facile, il percorso è sempre molto impegnativo. Anche per lui poi ci saranno i Giochi, vedremo cosa faranno insieme in Nazionale.

Come andrà dunque il rapporto fra di loro? Un po’ di rivalità c’è già, è normale che sia così del resto tra due corridori di questo valore. Rivalità comunque certo non paragonabile a quella fra me e Saronni ai nostri tempi.



Come farà a gestire l’Astana due capitani nella stessa squadra? Lo sta già facendo. Hanno un programma di corse separate e così riesce a gestirli nel modo migliore possibile. Ovviamente per le Olimpiadi il discorso sarà diverso, saranno le due punte della nostra Nazionale.

Secondo lei nel 2017 correranno ancora insieme? Credo di no, visto che Nibali ha già ricevuto alcune proposte per andare in un’altra squadra.

Sono i simboli di due regioni non legate al ciclismo in passato, Sicilia e Sardegna… E’ vero ed è anche un paradosso, quando correvo io facevamo gare in Sicilia e in Sardegna ma non c’erano corridori di grande importanza in queste due regioni. Ora non ci sono corse e ci sono due campioni come Nibali ed Aru che sono indiscutibilmente simboli di Sicilia e Sardegna.

Chi preferisce tra i due? Conosco meglio Nibali, Aru è giovane, ha davanti a sé un grande futuro. Diciamo che per dire chi è migliore tra i due bisognerà aspettare la fine della loro carriera e poi fare un bilancio. (Franco Vittadini – Mauro Mantegazza)