Non può non essere il giorno di Peter Fill: dopo la vittoria nella discesa libera di Kitzbuehel, appuntamento principe del calendario di Coppa del Mondo di sci, i microfoni dei giornalisti a fine gara sono tutti per lui. L’italiano, a 33 anni suonati, riesce a salire nuovamente sul gradino più alto del podio portando a termine una gara perfetta, e a spiegare a fine gara quanto sia speciale questa vittoria è lo stesso Carabiniere di Castelrotto. Queste le parole raccolte da “Gazzetta.it”:”Per me è davvero una giornata speciale perché vincere sulla Streif è una cosa speciale. Ed ho vinto nel giorno del compleanno di mio figlio Leon che proprio oggi festeggia i due anni ed è qui con me insieme a mia moglie Manuela che è incinta: aspettiamo un altro figlio“. Proprio al rapporto con la compagna Manuela Pitschieler, Peter attribuisce una valenza particolare:”La svolta è stata forse questa con il matrimonio, perché la stagione è cominciata benissimo e mi sono accorto per la prima volta di andare bene anche sui tratti più pianeggianti“. Poi Fill passa ad analizzare la sua gara, spiegando le difficoltà di una pista entrata nel mito, capace di mettere fuori causa due protagonisti attesi come Svindal e Reichelt:”A Kitzbuehel lo sai che è cosi. Che si deve rischiare sempre e dare il massimo se si vuole andare sul podio. Tre anni fa sulla Streif sono caduto anche io. E stamani, nella diagonale dopo la Hausbergkante, per un attimo ho chiuso gli occhi e tirato al massimo perché temevo di non restare dentro la porta in basso. È andata bene, ma il nostro sport è questo: si deve rischiare devi farlo quando senti di essere in grado di controllare la situazione. Lo sci è questo. Ed io amo lo sci“. 



La discesa libera di Kitzbuehel valida per la Coppa del Mondo di sci disputatasi oggi, 23 gennaio 2016, è andata all’italiano Peter Fill: ma chi è l’azzurro che è riuscito ad imporsi sulla ormai mitologica “Streif”? Peter Fill nasce il 12 novembre del 1982 a Bressanone. Le sue origini sono da far risalire al comune di Castelrotto, in provincia di Bolzano, e non può non essere rimarcata, vista la carriera di entrambi, la parentela con l’argento mondiale di gigante Denise Karbon, di cui Fill è cugino. Tesseratosi nel Centro Sportivo dei Carabinieri, a Fill è spettato l’onore di essere il primo italiano nell’era post-Alberto Tomba, a balzare in vetta alla classifica generale (non di specialità) della Coppa del Mondo di sci. Sebbene sia di madrelingua tedesca, Peter Fill ha sempre sentito forte il legame con l’Italia: e dire che per lui, dopo aver frequentato le scuole medie, si profilava un futuro da carrozziere, carriera in quel caso sfumata per seguire la strada del professionismo nello sci. La carriera sportiva di Fill prende slancio nel 1999, quando nei campionati italiani juniores l’azzurro si afferma in tutte e quattro le specialità sorprendendo gli addetti ai lavori e non. Nel 2001 arriva la prima soddisfazione a livello internazionale con il bronzo conquistato in gigante sempre ai Mondiali juniores. L’anno dopo arriva la vittoria nel mondiale juniores di Super-G, successo che gli consente di esordire nella Coppa del Mondo dei grandi, per la precisione ad Altenmarkt, dove Fill ottiene un ottimo dodicesimo posto dinanzi al suo idolo di infanzia Lasse Kjus per un pugno di centesimi. Il primo podio in Coppa del Mondo è arrivato a Wengen, nel 2006, mentre per la prima affermazione personale si è dovuto attendere il 2008 e la discesa a Lake Louise. Sempre nel 2008 è Fill ha conquistato l’argento ai Mondiali in Val d’Isere, dove l’azzurro è stato sconfitto soltanto dallo svizzero Didier Cuche. Un altro metallo iridato è arrivato nel 2011, quando Fill è riuscito ad ottenere il bronzo nella supercombinata a Garmin-Partenkirchen davanti all’altro azzurro Innerhofer. Soddisfazioni nella sfera privata sono giunte lo scorso anno, quando Peter ha sposato Manuela Pitschieler, fidanzata storica con cui un anno prima aveva condiviso la gioia della nascita del figlio Leon. Insomma, per Peter Fil una vita costellata di successi nello sci e nella vita: dopo l’affermazione a Kitzbuehel, l’auspicio è quello che possa continuare così.

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