Pochi giorni fa ha fatto scalpore la decisione dell’Aiba (Associazione Internazionale Boxe Amatori) di aprire un’inchiesta e di sospendere per via cautelare tutti i 36 arbitri che hanno giudicato le competizioni di categorie agli scorsi Giochi Olimpiaci di Rio de Janeiro 2016: l’azione è partita dietro alle lamentele degli atleti (tra cui anche il nostro Clemente Russo) impegnati alle olimpiadi brasiliane, che hanno denunciato a più riprese la scarsa preparazione se non la malafede di alcuni arbitri. Alcuni pugili hanno poi spesso parlato apertamente di corruzione scatenando divere polemiche che hanno resa necessaria questa indagine, promossa dalla proprio dalla federazione internazionale. Abbiamo perciò chiesto al pugile Leonard Bundu di aiutarci a far luce sulla vicenda, intervistandolo in esclusiva per Ilsussidiario.net.



Tutti i 36 arbitri sospesi a Rio, cosa sta succedendo? Diciamo che il mondo del pugilato non è mai stato pulito. Non mi stupisce quindi quello che è successo a Rio e mi sembra giusto fare chiarezza, sospendere i 36 giudici per capire meglio come stanno le cose.

Qual è il suo parere su tutto questo? Credo che i responsabili siano soprattutto i dirigenti, le federazioni, anche l’Aiba dovrebbe essere cambiata. Tutto dovrebbe essere cambiato per garantire un pugilato più pulito.



Quali potrebbero essere le conseguenze dell’inchiesta nel mondo professionistico? Migliorerebbe la situazione? Forse no, perchè la corruzione laddove esistono tanti soldi è più facile. Queste cose ci sono sempre state da quando esiste il pugilato. Nel professionismo come nel dilettantismo, solo che il dilettantismo è più il simbolo di un pugilato e di uno sport puro…

E’ da cambiare anche il metodo di giudizio nel settore dilettantistico del pugilato? L’arbitraggio può condizionare un incontro, questo è senza discussioni, può anche deciderlo in certi casi.

Le scommesse, i bookmakers hanno aumentato questo tipo di corruzione? E’ logico che sono cose che hanno aumentato tutto questo, è naturale che sia successo questo. Come ho detto prima quando ci sono di mezzo tanti soldi possono accadere ancora di più cose del genere.



Alcuni esponenti del pugilato mondiale però hanno taciuto fino ad oggi oppure, come Pacquiao, hanno detto che non bisogna lamentarsi degli arbitri… Questo è il suo punto di vista, quello che pensa lui.

Fury, a proposito della sua rivincita con Klitschko, si era detto molto preoccupato per la scelta dell’arbitro, è un caso? Credo che sia più realistico il pensiero del pugile britannico. Un arbitro può indirizzare veramente il corso di un incontro.

Ma nel pugilato alla fine non dovrebbe vincere il più forte… Dovrebbe essere così, dovrebbe essere la “noble art”, purtroppo sul ring le cose non vanno sempre così.

E le giovani leve, i ragazzi che si avvicinano a questo sport, cosa imparano da tutto questo? Certo non sono cose che piacciono ai ragazzi che fanno pugilato, che vogliono salire sul ring. La verità è ci siamo noi pugili nel ring, che prendiamo pugni nei nostri combattimenti e diamo anche il nostro sangue. Gli altri ci guadagnano sulla nostra pelle.

(Franco Vittadini)