Massimo Rossi, due volte campione del mondo della motonautica di categoria 0/250 e 0/350, è morto per uno schianto terribile durante una gara in Germania. Sono riprese subito le polemiche su una delle discipline più pericolose. In Italia le regole sulla sicurezza sono molto più rigide rispetto ad altri paesi, eppure c’è stato un morto anche nella Penisola. Nel 1997 a Gallipoli perse la vita il sudafricano Anton Van Heerden durante la prova del Mondiale di F1 Inshore. Da anni si dibatte sui regolamenti tecnici approvati dalla federazione mondiale, per cui non è obbligatoria la capsula di sicurezza, cioè una struttura in grado di proteggere il pilota in caso di ribaltamento o di scontro tra imbarcazioni. La mancata obbligatorietà sarebbe legata – secondo fonti italiane riportate da Il Nuovo Corriere – all’ingerenza delle lobby di costruttori inglesi e scandinavi, che realizzano imbarcazioni senza capsule per venderle a prezzi concorrenziali.
Continua lo choc per la morte di Massimo Rossi, il giovanissimo campione di motonautica che in Germania ha trovato la morte improvvisa durante una gara: purtroppo non era la prima volta che incappava in un gravissimo incidente, ma il precedente del 2015 a Goitzsche Bittefeld era risultato senza conseguenze negative. In un video postato da Repubblica, si può vedere unaccelerazione eccessiva del veicolo di Rossi che cercava di andare a vincere la gara, lui campione del mondo in 250 e 350, ma che improvvisamente si ribalta e compie due salti mortali in aria prima di cadere in acqua. Le immagini fanno impressione, ma per fortuna allepoca non si era fatto niente: oggi purtroppo non è andata bene e la morte avvenuta sempre in Germania certifica la tragedia sportiva. Prosegue, come vedete qui sotto, la polemica del presidente italiano di Federmotonautica contro gli organizzatori della gara tedesca: «Abbiamo protestato mille volte per la pericolosità di quella gara, nessuno ci ha mai dato retta. Non so con certezza la dinamica di quanto è avvenuto, ma mi dicono che addirittura dopo essere andato a sbattere sul terrapieno, Rossi sarebbe finito contro un albero. Ci sono dei circuiti dove non si dovrebbe mai correre, e sono tutti allestero: noi in Italia siamo allavanguardia per la sicurezza, purtroppo quando i nostri piloti vanno allestero finiscono nelle mani di macellai.
Tragedia nella Motonautica, dove è morto oggi in gara Massimo Rossi, campione del mondo 24enne delle classi 250 e 350: incidente tristissimo avvenuto in Germania mentre stava gareggiando come di consueto. Aveva 24 anni litaliano campione del mondo che purtroppo questa mattina ha perso la vita dopo uno scontro spaventoso in acqua: lannuncio è stato dato dal presidente della Federmotonautica italiana, Vincenzo Iaconianni direttamente allAnsa. «Rossi, che aveva 24 anni, correva con licenza tedesca – spiega il dirigente – perché aveva un contratto di lavoro in quel paese. L’incidente – aggiunge – è avvenuto su un circuito pericolosissimo, con le nostre regole lì non si sarebbe mai corso. Polemica dunque oltre alla tragedia per un caso che dovrà per forza di cose essere messo sotto inchiesta per capire cosa ha provocato il grave incidente in cui purtroppo il giovanissimo Massimo Rossi ha trovato la morte. Il Corriere della Sera ha spiegato anche la dinamica dellincidente: sul circuito di Traben-Trarbach, non lontano da Treviri e Francoforte. «Il circuito è lungo il fiume Mosella: Rossi ha perso il controllo del suo scafo che è finito prima a riva e poi contro un albero, spiegano i cronisti del Corriere con la conseguenza anche, ovviamente, di tutte le gare sospese di motonautica per il weekend.