E’ la sorpresa di questo campionato: l‘Atalanta, 25 punti, è quarta in classifica con la Lazio ad una sola lunghezza da Milan e Roma, e a meno 1 dalla zona Champions. La formazione bergamasca è la regina delle provinciali, come da sempre è definita nel calcio di casa nostra per i tanti campionati in Serie A disputati. E quest’anno dopo un inizio difficile sta stupendo tutti. La società, i dirigenti, i giocatori dell’Atalanta con una squadra giovane, soprattutto la competenza e la preparazione di un allenatore come Gasperini che aveva fatto cose importanti al Genoa. Quest’Atalanta sembra non fermarsi più. Dove potrà arrivare? L’abbiamo chiesto a Bortolo Mutti, bergamasco di sangue, già giocatore e allenatore della Dea, come è chiamata l’Atalanta dai suoi tifosi. Eccolo in questa intervista in esclusiva per ilsussidiario.net.



Qual è il segreto di questo campionato dell’Atalanta? Diciamo che è un insieme di cose. C’è la bravura della società, la presenza di Gasperini, tutti quei giovani che stanno facendo grande l’Atalanta. C’è alla base un vivaio molto valido che sta dando i suoi frutti. Un’Atalanta che così si trova tra le prime squadre del campionato.



Se lo aspettava? In effetti dopo un inizio difficile non pensavo che la squadra potesse riprendersi così in fretta, poi l’Atalanta è cresciuta ed ora è difficile capire fin dove possa arrivare.

Quanti i meriti di Gasperini? Tanti, il suo lavoro è stato importante nel plasmare questa squadra, impostarla nel modo giusto; il mister non si sta accontentando e si vede che giocatori cominciano a pensarla alla stessa maniera. La società dal canto suo ha scelto gli uomini giusti attraverso alcuni suoi dirigenti, come il responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori. Tutta la dirigenza in ogni caso ha lavorato bene, ma non solo quest’estate.



Molti giovani valorizzati, un pregio di questo club. Da sempre l’Atalanta è tra i club tra i migliori in Italia per valorizzare i giovani. Dal settore giovanile dell’Atalanta sono usciti giocatori come Scirea, Pazzini, Donadoni, Montolivo tanto per citarne solo alcuni.

Qual è quello che potrà fare più strada di quelli dell’Atalanta attuale? Ce ne sono diversi molto bravi, da Caldara a Petagna, a Conti, a Gagliardini allo stesso Kessie, un centrocampista che promette molto e che già in Serie B aveva lasciato intravedere segnali rilevanti.

Dove potrà arrivare la formazione bergamasca?

Questo è una serie A dove molte grandi sono sotto il loro livello, c’è una squadra come la Juventus avviata ormai per vincere lo scudetto. In coda sembra tutto definito con tre formazioni più deboli delle altre che dovrebbero retrocedere. In questo contesto si può dire che l’Atalanta potrebbe arrivare tra le prime cinque–sei squadre del campionato.

La zona Champions? Credo che sia difficile per l’Atalanta. In ogni caso se la squadra nerazzurra la raggiungesse sarebbe un qualcosa di storico. Arriverebbero introiti importanti, sarebbe un’esperienza fantastica per questo club.

Atalanta da sempre ‘Regina delle provinciali’… Diciamo che non è da adesso che l’Atalanta va bene, ha avuto presidenti importanti prima di Percassi, come Bortolotti, Ruggeri. In effetti Bergamo ha sempre offerto dirigenze competenti, molto valide. C’è un attaccamento della città, della provincia molto forte alla squadra, una tifoseria molto appassionata. Anche nei momenti difficili c’è stata la capacità di risollevarsi e tornare in alto.

Pensa che un giorno l’Atalanta potrà imitare il Leicester? No, questo penso che possa essere difficile. Il campionato italiano vede un club come la Juventus, altre grandi squadre molto forti anche economicamente che alla lunga finiscono sempre per imporsi. L’ultima grande impresa di questo genere è quella del Verona, che ormai risale ad oltre trent’anni fa. D’altra parte se è successo il miracolo in Premier League, chissà: forse un giorno anche in Italia…

Che clima si respira a Bergamo? C’è entusiasmo, è normale che sia così, in città si vive tanta euforia. Vedere l’Atalanta a questi livelli, un’Atalanta che batte le grandi fa sperare traguardi importanti.

Lei è stato giocatore e allenatore dell’Atalanta, è di Bergamo, come vive questi momenti? Sono contento naturalmente, vado allo stadio. Per chi nasce a Bergamo l’Atalanta è la squadra del cuore fin da piccoli. Così è stato per me, ho sempre vissuto sulla pelle le vicende della Dea.

Cosa si prova ad affrontarla da avversario, da giocatore, da allenatore? Quando si torna a Bergamo proprio da avversario un po’ di emozione c’è. L’ho detto prima, si nasce atalantini e si rimane tutta la vita…

 

(Franco Vittadini)