E’ la migliore atleta del freestyle italiano: Silvia Bertagna ci rappresenta al meglio in questa specialità degli sport invernali. Il freestyle è uno sport spettacolare e difficile, dove bisogna avere tanto coraggio e tanta abilità con questi salti acrobatici. Una danza nel cielo, quasi come se si volasse, qualcosa di veramente speciale. Silvia punta in alto, a fare una buona Coppa del Mondo, a disputare dei grandi Mondiali, specialmente a prendere una medaglia alle prossime Olimpiadi in programma nel 2018 in Corea del Sud. Silvia ha già deliziato il pubblico di Milano nell’appuntamento di Coppa del Mondo che gli atleti dello freestyle hanno concesso nella città lombarda. Successo e gradimento straordinario per questo sport, il freestyle è in rapida ascesa. Silvia Bertagna sembra nata per volare e proprio ieri ha vinto a Monchengladbach la prima vittoria in carriera in Copa del Mondo: ecco come si racconta pochi giornl dopo il suo compleanno in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Come hai iniziato a fare freestyle? Ho iniziato per divertimento con gli amici, loro provavano a fare salti e capriole a bordo pista e su saltini costruiti da loro stessi, anch’io ho voluto provare e mi è subito piaciuto.
Cosa ti ha spinto a fare questo sport? Mi piace molto perché mi da la sensazione di libertà… Anche nelle gare, dove comunque ci sono delle regole ben precise, ti resta sempre la libertà di scegliere quale manovra fare e come farla.
Ci puoi indicare le regole di questa disciplina? Le due discipline che pratico io sono big air e slopestyle. Nella prima c’è un salto solo da affrontare e l’obiettivo è di fare la manovra più difficile possibile, ma anche ‘stilosa’ da vedere. Una giuria ti dà poi dei punti in base a quello che hai fatto vedere. Nelle qualifiche ci sono due run, di cui conta la migliore. Nelle finali ci sono tre prove diverse fra loro, di cui contano le migliori due.
E lo slopestyle? Lo slopestyle invece è un percorso fatto di salti ma anche di strutture jib, dove ci scivoliamo sopra. Qui lo scopo è sempre quello di far vedere manovre difficili e belle ma, a differenza del big air, contano tutte le strutture e il punteggio viene assegnato per tutto il percorso.
Come si svolge la preparazione? Come tutti gli atleti, anche noi ci alleniamo in palestra per mantenere un buon tono muscolare. Poi servono un sacco i tappeti elastici, dove possiamo provare i trick e dove uno apprende il movimento che serve per poi fare il trick sulla neve! Inoltre è importante sciare il più possibile per avere la miglior sensibilità possibile sugli sci.
C’è anche una preparazione mentale? Sicuramente se sei sereno e tranquillo è più probabile che tu faccia una bella gara. Però io non faccio particolari allenamenti mentali.
I rischi sono tanti, si potrebbe definire uno sport estremo? I rischi secondo me non sono molti di più che in ogni altro sport agonistico. Noi siamo tutti allenati e pronti per fare le manovre che facciamo, quindi ritengo che fare un salto di 20-25 metri non è molto più pericoloso che scendere in una discesa a 120 km/h. Poi può sempre succedere di farsi male, come d’altronde mi è successo a fine stagione scorsa, ma questo fa parte del gioco e un po’ di fortuna ci vuole sempre.
Quanto conta il talento e quanto invece l’allenamento? Non si nasce campioni di nessuno sport. Certo c’è chi è molto talentuoso e fa poca fatica e chi si deve allenare di più e con maggiore costanza. Ma per tutti vale che si diventa bravi solo se ci si impegna, ci si allena ed è fondamentale che ci si diverta.
A cosa punti in questa stagione, quali saranno i tuoi obiettivi? Questa stagione il grande obiettivo sono i Mondiali di Sierra Nevada a marzo, dove vorrei vincere una medaglia. Però la stagione è lunga, ci sono un sacco di gare ed ognuna è importante, spero di mantenere la forma durante tutta la stagione e fare un buon piazzamento in classifica generale.
Hai già ottenuto un quarto posto importante a Milano, ti ritieni soddisfatta? Il piazzamento è stato molto soddisfacente, mi ha dato una grande carica e motivazione per questa stagione e mi ha fatto capire che posso competere con le più forti per un posto sul podio.
E’ stato emozionante saltare di fronte a tanto pubblico? Sì, è molto emozionante sciare quando dalla partenza vedi tutta la gente che ti guarda da sotto. Ed è stato ancora più bello sentire il tifo del pubblico quando atterri.
Quali sono le stelle del freestyle in questo momento? Ci sono tantissimi ragazzi e ragazze molto forti ed è difficile nominarne qualcuno di specifico, ma sicuramente americani, norvegesi e svizzeri dominano le classifiche al momento.
Silvia Bertagna a cosa punta nella sua carriera? Dopo l’infortunio della scorsa stagione la cosa a cui tengo di più è di restare sana, di non farmi male e di fare una bella stagione. Poi certo una medaglia alle Olimpiadi credo sia il sogno di ogni atleta.
A Sochi come ti sei trovata, cosa ricordi di quell’esperienza? Le Olimpiadi del 2014 sono state un’esperienza unica e che fino a poco tempo prima non avrei mai pensato di poter vivere. La gara di per sé è stata bella perché c’era un bel park, impegnativo ma divertente, ma è una gara come tante altre. Ma tutto il clima è particolare alle Olimpiadi, dal villaggio olimpico al fatto di stare insieme ad atleti di altre discipline e poi la cosa che più mi ha colpito è stata la cerimonia d apertura. A guardarla in tv già fa il suo effetto, ma viverla di persona è stato molto bello.
Si può dire che il freestyle è una specie di danza nell’aria, un volo nel cielo? Direi proprio di sì! Saltare è un po’ come volare e spesso le evoluzioni che facciamo sembrano delle piroette. Mi piacerebbe molto già adesso riuscire a trasmettere la mia passione alle ragazze più giovani, magari organizzando dei camp per sole ragazze, però la stagione è sempre piena di impegni e così succede che queste cose vanno un po’ in secondo piano e spesso non si fanno.
Quali sono i tuoi hobbies, le tue passioni fuori dallo sport? Mi piace molto la montagna in ogni stagione, d’estate vado a camminare, mi arrampico e vado in mountain bike. Poi mi piace anche surfare quando sono al mare.
Sei molto legata alla tua terra l’Alto Adige, una regione di grandi campioni dello sci… L’Alto Adige per me è casa, e in effetti ci sono un bel po’ di campioni che vengono da qui.
Ci sono personaggi che ammiri nello sport? Ammiro molto tutti quegli atleti che dopo tanti infortuni hanno sempre ritrovato la forza e la motivazione di ritornare e di andare avanti, perché spesso è molto più facile mollare tutto. E questa caratteristica è ammirevole anche per situazione al di fuori dello sport.
Ci sono dei sogni che vorresti realizzare? Un sogno sportivo che vorrei ancora realizzare è di partecipare agli X-Games, la gara più importante e conosciuta del circuito professionistico. (Franco Vittadini)