Ha annunciato oggi, come si legge su un comunicato della Federazione Italiana di Canottaggio, che il figlio Vincenzo non potrà partecipare alle Olimpiadi di Rio de Janeiro della prossima estate. Il motivo? Tre controlli antidoping saltati. Il terzo, decisivo, quello dello scorso primo febbraio: “Il primo è stato saltato per una dimenticanza” ha detto Giuseppe Abbagnale, che si è trovato nella scomoda posizione, da presidente della Federazione, di dover notificare al figlio la squalifica; “il secondo perchè la piattaforma Adams, il nuovo sistema gestionale, non gli ha confermato la segnalazione del luogo dove si trovava”. Abbagnale ha anche fatto sapere di aver già inviato le giustificazioni all’antidoping, “nella speranza che vengano recepite” e che dunque la squalifica possa essere annullata; per il momento però il regolamento è chiaro, come lo stesso olimpionico del canottaggio ha ricordato, e parla di un minimo di uno e un massimo di due anni di squalifica. “Per trasparenza vogliamo essere noi a dare l’annuncio”. Vincenzo Abbagnale, 22 anni, stava preparando le Olimpiadi come capovoga di un imbarcazione da otto; nella sua carriera figurano già tre ori e tre bronzi mondiali, del resto nel mondo del canottaggio il cognome che porta è un marchio di garanzia. A questo punto però Abbagnale rischia di non prendere parte a quella che sarebbe la sua prima Olimpiade in carriera, e di dover aspettare fino al 2020 per provare ad emulare le straordinarie gesta del padre e dello zio Carmine.



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