Un epilogo a sopresa, dopo 90 minuti più sonnolenti che intriganti: il Benfica supera lo scoglio Zenit grazie al suo cannoniere Jonas – bomber principe d’Europa dietro a Higuain – che insacca di testa proprio al 90° l’1-0, risultato finale. Match noioso e “deciso” dall’espulsione di Criscito per doppio giallo; il secondo, in particolare, ha originato la punizione del gol di Jonas. Il ritorno tra 3 settimane in Russia.



Un punto in più per l’importanza capitale del sigillo di Jonas. Fino a quel momento, forse sarebbe stato più simile al 5 secco che al 5,5 il voto corretto… Troppo possesso palla fine a se stesso.

Cede in maniera rovinosa nel finale, forse compromettendo l’equilibrio nella doppia sfida, che fino al 75° era stato evidente. La lunga sosta dell’inverno russo si fa sentire.



Non pienamente convincente, troppo severo in diversi casi e su tante ammonizioni. Da rivedere anche un contatto Eliseu-Hulk in area.

Vince la tattica (e un po’ anche la noia) all’Estadio Da Luz di Lisbona dopo i primi 45′ di gioco, realmente poveri di emozioni e palle gol. Il muro eretto da Villas-Boas regge senza crepe ed il lungo possesso palla dei padroni di casa non è mai riuscito a liberare in area “l’ariete” greco Mitroglu (voto 5,5). Zenit sempre attento e raccolto in pochi metri, reparti schiacciati e abilità nell’ostacolare le linee di corsa e passaggio di Gaitan (voto 5) e compagni.



L’unico a tirare in porta è stato Pizzi (voto 5,5), rintuzzato bene e agevolmente da Lodygin (voto 6). Grande movimento del bomber Jonas (voto 5,5) – uno che è stato capace di siglare 23 gol in stagione – ed una conclusione velenosa, finita a pochi centimetri dal palo. Dall’altra parte iniziative estemporanee di Hulk (voto 6), poco assistito da Shatov (voto 5) e schierato a sostegno della prima punta Dzyuba (voto 5,5), un po’ sgraziato e lento nell’incedere. Molto bene i quattro difensori e anche Witsel (voto 6,5) in mediana, solido anche se poco creativo quando si è trattato di far partire l’azione.

Troppo poco, considerando che gioca in casa e dovrebbe cercare almeno di fare il solletico a Lodygin. Impresa quasi mai riuscita. Sufficienza comunque stiracchiata, perchè è il singolo che più si avvicina al gol. Anzi l’unico. Ci aspettiamo di più anche dal brasiliano. Mai nemmeno nei radar della partita, completamente periferico.

Contiene bene la scarsa veemenza avversaria, favorito da un tiqui taqua inefficace dei portoghesi. Ottima prova difensiva e poco più. Mezzo voto in più perchè mette in mostra le qualità, anche solo a sprazzi, che lo hanno reso uomo mercato delle ultime sessioni di calciomercato e non solo… Anche lui però meglio quando c’è da interrompere che quando di tratta di inventare. Va bene il lavoro oscuro e di complemento rispetto a Witsel, ma lui risulta (come Gaitan) veramente trasparente. (Luca Brivio)

Benfica

Si salva sul tiro di Witsel nella ripresa, difficile da intercettare perchè arrivato come un fulmine a ciel sereno. Presente in uscita.

Solido, trova in Dzyuba il suo antagonista ideale. Velocità e rapidità queste sconosciute.

Rischia di combinare un pasticcio in area su Hulk, avversario che per il resto del match controlla anche piuttosto bene.

Viste le tante assenze difensive forse era il caso di pensarci un paio di secondi in più, prima di prendersi un giallo inutile e la squalifica (era diffidato) per il ritorno.

Discorso abbastanza simile a quello fatto per il compagno. Anche lui non ci sarà in Russia, buona in ogni caso la prestazione generale

Moto perpetuo in mediana, un po’ troppo abituato al tocco in orizzontale ma preziosissimo.

Promessa del calcio portoghese, da seguire con interesse (è un classe ’97). Non emerge mai per genialità ma dimostra ottima continuità.

Ci prova più volte senza grande efficacia. Anzi sbaglia forse un po’ troppo.

La delusione della serata, almeno per 3/4 di partita. Poi quando decide di accendersi, rischia di risolvere subito la contesa con il suo mancino.

Gol pesantissimo, il secondo in Champions ed il 25° considerando anche il campionato. Stagione eccezionale.

Troppo “piantato” in mezzo all’area e poco imbeccato dai trequartisti, sostituito giustamente da Rui Vitoria.

 

Un po’ meglio di Mitroglu, ha il merito di conquistarsi il fallo del secondo giallo a Criscito e da cui nasce il gol.

Non impatta sulla partita, anzi si mette in luce solo con un tiro inguardabile di sinistro, larghissimo.

 

All.RUI VITORIA 6: La sua squadra non vuole strafare, si potrebbe dire… Battute a parte, massimo risultato con uno sforzo davvero minimo.

Zenit San Pietroburgo

Può poco sul colpo di testa in mischia di Jonas; aveva salvato la sua porta su Gaitan, pochi minuti prima.

Aiutato dalla serata “pacifica” di Gaitan, si limita ad un controllo a distanza.

Rischia l’autogol sull’unico tiro pericoloso di Jonas in tutto il primo tempo, alzando comunque un muro solido assieme a Garay. Almeno fino al gol incassato, che non è di sua responsabilità.

Partita perfetta o quasi su Mitroglu ma se ti perdi – in collaborazione con Witsel – l’avversario più pericoloso in area al momento del dunque…

Inutile il secondo giallo, protagonista suo malgrado della sliding door della partita. Fallo, espulsione, punizione-cross e 1-0 Benfica.

Tra i migliori se non il migliore in assoluto dei suoi. Come per Garay peccato (per lo Zenit) che si perda Jonas sul cross che porta al gol.

Spesso preso in mezzo dagli avversari, ammonito (anche lui sarà squalificato al ritorno), quasi mai lucido.

Dà tutto quello che ha ma non basta, perchè non crea pericoli ed esce con i crampi senza aver mai inventato nulla di notevole.

E’ l’unico a dare la sensazione di pericolo potenziale per gli avversari. Non trova in Dzyuba una grande sponda.

Tante ombre intervallate da qualche bagliore di tecnica in velocità. Il talento c’è ma un po’ annacquato.

Una specie di Vieri senza talento per il gol e senza il gran mancino di Bobo. Non proprio un bel biglietto da visita, insomma.

 

Si vede anche lui molto poco ma non infieriamo perchè nel finale, quando entra, tutti i suoi compagni crollano fisicamente.

 

All.VILLAS-BOAS 6: Consapevole della condizione precaria dei suoi, imposta una partita ordinata e di contenimento totale. Fino a quando reggono fisicamente, i russi non cedono un centimetro. Poi arriva la beffano.

 

(Luca Brivio)

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