La Roma strapazza il Palermo cinque a zero nel posticipo della Domenica e conquista tre punti importanti per la classifica. Padroni di casa subito pericolosi con Florenzi al 2′ ma il suo tentativo finisce fuori. Al dodicesimo ci prova Salah senza però riuscire ad inquadrare la porta. I ritmi della gara non sembrano altissimi sebbene ci sia un dominio da parte della Roma. Al 25′ Dzeko spreca una grande occasione a porta praticamente sguarnita ma due minuti dopo si fa perdonare con un sinistro al bacio su assist di Pjanic: Alastra battuto e 1-0 per i capitolini. I padroni di casa continuano a spingere e nel finale di frazione timbrano un palo con Pjanic. Nella ripresa la squadra di Spalletti parte forte e trova il raddoppio con Keita al 52′ grazie ad un pungente tocco di punta. I siciliani staccano la spina e al sessantesimo Salah, su verticalizzazione di Pjanic, fissa il 3-0 e chiude la partita con un mancino violento. Passano pochi minuti e l’egiziano compie una magia sotto porta e cala il poker. I padroni di casa, nonostante l’ampio vantaggio, non mollano e continuano ad attaccare mettendo in affanno il Palermo. All’86’ entra Perotti nella Roma e l’argentino confeziona quasi subito l’assist vincente per Dzeko che firma la sua doppietta e fissa il 5-0 finale.
Finisce senza reti il primo posticipo della giornata di serie A tra Frosinone e Lazio al Matusa. In quello che è stato un derby regionale la partita è stata decisa da un errore clamoroso di Ciofani e da un miracolo di Leali. Punto importante per i padroni di casa che si portano a solo due lunghezze dalla Sampdoria con la quale avranno lo scontro diretto settimana prossima. Due punti persi per la squadra di Pioli che si vede superata anche dal Sassuolo. Conferma la sua squadra Stellone che inserisce dal primo minuto Soddimo, lasciando in panchina Tonev, in compagnia di Dionisi e Ciofani. Dalla parte opposta scelte quasi obbligate in difesa per Pioli. In attacco preferito Mauri a Keita. Si accende all’undicesimo minuto la partita con Candreva che entra in area e cerca un gol impossibile da posizione defilata, palla fuori. Sempre Candreva pericoloso al ventesimo con un sinistro troppo schiacciato da dentro l’area, facile presa di Leali. Al trentaquattresimo ottima giocata di Djordjevic che si libera dal limite e cerca di incrociare col sinistro, palla a lato di poco. Nella ripresa occasione nitida da gol per i padroni di casa che, al sessantacinquesimo, liberano Ciofani a tu per tu con Marchetti ma il suo tiro è centrale. A dieci dalla fine miracolo incredibile di Leali su un colpo di testa ravvicinato di Milinkovic neoentrato. Nei minuti finali occasione anche per Candreva, che si accentra e calcia di poco fuori col sinistro, e per Ciofani, che stacca su un sinistro calibrato di Pavlovic ma mette alto.
Al Luigi Ferraris il Genoa supera in rimonta l’Udinese per 2 a 1. Nel primo tempo, i padroni di casa sono molto sfortunati e colpiscono il palo prima con Izzo al 20′ e poi con Cerci al 22′ ma sono gli ospiti a passare in vantaggio con la punizione di Adnan al 33′ su cui è evidente la responsabilità del portiere Perin. Nel secondo tempo però i rossoblu riescono a ribaltare il risultato prima al 57′ con il rigore di Cerci concesso per fallo di mano di Zapata e poi al 70′ con Laxalt, bravo a ribadire in rete la respinta di Karnezis sul tiro da fuori area di De Maio. Nel finale, i bianconeri ottengono un calcio di rigore per fallo di Izzo su Thereau ma Perin si riscatta dall’errore precedente e, al 90′, para il rigore del subentrato Di Natale.
Una montagna di nome Belec, sul percorso – ultimamente particolarmente accidentato – della stagione granata. Passateci questa figura retorica, che poi di retorico in fin dei conti ha ben poco: il portiere del Carpi regala un punto ai suoi compagni ed al tecnico Castori, respingendo con grande merito tutti i tentativi di Belotti ed il rigore di Maxi Lopez, tenendo in piedi gli emiliani nella corsa alla salvezza. Partita spigolosa e dura quella dell’Olimpico, che Gavillucci dirige bene ma a fatica, mettendo mano per 8 volte al taschino che contiene i cartellini. Le occasioni a referto sono praticamente tutte per il Toro: almeno 3 interventi risolutivi del portiere sloveno scuola Inter, su Belotti e Immobile, portano il parziale sullo 0-0 fino a 10 dalla fine. Lasciando al Carpi la possibilità di controbattere con le avanzate di Di Gaudio, Letizia e infine Lasagna, non concretizzate però e carenti a livello di pericolosità. Arriva quindi l’episodio (potenzialmente) risolutivo: fallo di Gagliolo su Belotti in area ed errore dagli 11 metri di Maxi Lopez, stoppato dall’onnipresente Belec. Il forcing finale non produce nulla di significativo e i fischi della Maratona, aggiunti allo striscione di “addio anticipato” a Ventura esposto nel prepartita, fanno sembrare il tutto molto più brutto, per i granata.
Atalanta-Fiorentina termina con il risultato di 3-2 in favore degli ospiti. La prima occasione del match porta la firma di Gomez che viene servito bene in area avversaria dopo un buon recupero di Dramé: la conclusione del Papu da posizione defilata termina però malamente sul fondo. I viola si rendono pericolosissimi al 9′ sugli sviluppi di un calcio di punizione: siamo nei pressi del vertice destro dell’area di rigore e il mancino di Pasqual trova l’attenta risposta di Sportiello. Un minuto più tardi è l’Atalanta a sfiorare il vantaggio: cross di Kurtic e incornata di Dramé sul secondo palo. Decisiva la parata in corner di Tatarusanu. Al 15′ Mati Fernandez scodella in area una punizione morbida per la testa di Gonzalo Rodriguez: il capitano manca di un soffio l’appuntamento con la possibile zuccata vincente. L’ultima emozione arriva al 28′: discesa fulminante di D’Alessandro che si beve Astori e mette in mezzo un rasoterra perfetto per il taglio di Gomez. L’attaccante nerazzurro riesce a girare ma senza trovare lo specchio della porta. Il primo tempo tra Atalanta e Fiorentina termina con il punteggio di 0-0. Nella ripresa succede di tutto e di più. La Fiorentina si porta in vantaggio al 66′: traversone di Tello e girata vincente di Mati che si stacca da Masiello e beffa Sportiello. L’Atalanta non reagisce quindi all’80’ i viola trovano il raddoppio al termine di una bella ripartenza: lancio di Mati per la fuga di Tello che trova il primo centro con la maglia gigliata. Quando tutto sembrava ormai in archivio la Dea torna in partita con Conti all’84’: decisiva la girata del terzino dopo gli sviluppi di un corner. La felicità dei bergamaschi dura pochissimo, giusto il tempo di assistere al 3-1 di Kalinic, cinico nel bucare Sportiello su suggerimento di Borja Valero. Al 90′ i padroni di casa accorciano ancora le distanze con Pinilla ma non basta: la Fiorentina torna a casa con tre preziosissimi punti al termine di una gara avvincente e ricca di colpi di scena.
Davanti a ospiti illustri come Mourinho e Ronaldo, l’Inter torna alla vittoria tra le mura amiche del Meazza battendo la Sampdoria per 3 a 1. Verdetto forse severo per la formazione di Montella che non ha giocato male, mentre quella di Mancini ha saputo sfruttare al meglio le poche occasioni che ha avuto. Nei primi quarantacinque minuti la Samp va al tiro prima con Fernando che non trova la porta, poi con Quagliarella che si fa respingere il tiro da Handanovic, dopodiché è Ranocchia a provarci di testa ma anche lui spedisce la palla sul fondo. Più tardi ci prova ancora Quagliarella, stavolta il suo tiro esce di pochissimo. I nerazzurri restano guardinghi e, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, passano in vantaggio: Brozovic dalla bandierina verso Murillo che fa da sponda per D’Ambrosio, lasciato libero di battere a rete, 1 a 0 Inter. Poco prima dell’intervallo, alla Sampdoria viene negato un calcio di rigore: il tiro di Fernando viene ribattuto dallo stesso D’Ambrosio che tocca il pallone col braccio non proprio attaccato al corpo, l’arbitro Massa non si accorge di nulla, così come il giudice di porta. A inizio ripresa Felipe Melo colpisce il palo, peccato che il gioco fosse fermo per un fallo commesso da lui stesso. Poco dopo gli ospiti si rendono minacciosi su calcio di punizione, Dodò cerca Ranocchia che manca di pochissimo l’impatto col pallone. Le speranza di rimonta della Sampdoria vengono spazzate via dal raddoppio di Miranda, ancora su calcio d’angolo: Viviano arriva sul pallone quando ha già varcato la linea di porta, il verdetto della Goal Line Technology convalida il 2-0 nerazzurro. La formazione di Mancini è riuscita a incanalare la gara sui binari giusti, Montella corre ai ripari inserendo Muriel, ma sarà proprio il nuovo entrato a regalare il pallone a Icardi che, superando in velocità Ranocchia e trafiggendo Viviano firma la rete del 3 a 0 che di fatto chiude la contesa. Nel finale la Sampdoria trova comunque il gol della bandiera con Quagliarella (prima rete in maglia blucerchiata per lui) ma ormai è troppo tardi. Con i tre punti conquistati stasera, l’Inter sale a 48 punti, scavalcando momentaneamente la Roma. La Sampdoria resta ferma a 25 e ora deve stare attenta al Frosinone, impegnato domani alle 18 contro la Lazio. (Stefano Belli)
Tanti gol e tante occasioni in un derby scaligero tutto sommato piacevole, vinto dall’Hellas Verona per tre a uno sul Chievo. Si gioca davanti ai ventimila del Bentegodi, con la squadra di Delneri a caccia di punti pesanti per restare attaccati alla speranza salvezza. Non succede moltissimo nella prima parte della gara, dove si percepisce l’importanza della sfida e le due squadre tendono a non scoprirsi troppo. Tuttavia è il Verona ad avere più fame e crea qualche insidia con il solito Luca Toni nel gioco aereo. Nella seconda parte del primo tempo crescono i padroni di casa, bravi a sbloccare il match proprio con l’ex campione del mondo che, sugli sviluppi di un calcio di rigore, ribatte in rete una respinta corta di Bizzarri. Il gol dà convinzione al Verona che crea altre buone occasioni con Pazzini che però non riesce a pungere. Nella ripresa il Chievo prova a dare vivacità all’attacco con l’ingresso in campo di Mpoku ma è ancora l’Hellas a colpire in maniera vincente: lo fa questa volta con Pazzini che spedisce in rete un cross di Fares, non lasciando scampo a Bizzarri. Strada in discesa per i padroni di casa che però gelano in occasione del rigore concesso al Chievo, sul fallo commesso da Moras che viene anche espulso. I biancazzurri accorciano con Pellissier e l’Hellas trema. Poco più tardi, dall’altra parte, viene espulso Spolli e la stabilità numerica è nuovamente in equilibrio. Ci vuole una vera e propia magia di Ionita per mettere il derby al sicuro, con un sinistro fa fuori area che pesca l’incrocio dei pali. Al triplice fischio i tifosi dell’Hellas possono liberare la propria gioia.
Donadoni si conferma una bestia nera per la Juventus di Allegri: dopo averlo battuto lo scorso anno con il Parma, quest’anno alla guida del Bologna interrompe la serie di vittorie dei bianconeri che durava da ben quindici gare, 0-0 il risultato finale al Dall’Ara dopo i novanta minuti di gioco. Nei primi quarantacinque minuti la prima occassione è appannaggio degli ospiti, quando sugli sviluppi di un calcio d’angolo Evra da buona posizione colpisce male il pallone, spedendolo sul fondo. I padroni di casa rispondono con la conclusione insidiosa di Destro che Buffon respinge senza liberare l’area di rigore, sul pallone arriva Donsah che però calcia malissimo. Saranno queste le uniche palle gol che si vedranno nella prima frazione di gioco, il Bologna è messo molto bene in campo e non concede spazi agli avversari che non riescono a giocare in verticale e sono costretti a far girare molto il pallone, spesso inutilmente. Nella ripresa Donadoni intuisce che i bianconeri stasera non sono al top della forma e decide quindi di osare con gli inserimenti Mounier e Brienza, mentre Constant prende il posto di Masina che si è fatto male e si tratta dunque di un cambio forzato. La Juventus ci prova con Pogba che su suggerimento di Lichtsteiner calcia in porta, spedendo il pallone di poco a lato. Il Bologna non arretra, anzi prova a intimorire gli avversari che non trovano varchi per presentarsi davanti a Mirante. Allegri capisce che qualcosa non va e decide di gettare nella mischia Cuadrado e Dybala, che in passato hanno levato le castagne dal fuoco in più occasioni, ma oggi anche loro vengono neutralizzati da un’ottima squadra che è messa benissimo in campo. Nel finale il Bologna cerca i tre punti ed ecco che si materializzano gli spazi per i giocatori della Juventus, è sempre Pogba il più pericoloso ma la porta è stregata per lui. I rossoblu tengono duro fino all’ultimo e portano a casa un pareggio davvero prestigioso. Nella Juventus hanno sicuramente pesato gli infortuni e soprattutto il pensiero della sfida di Champions League in programma martedì prossimo contro il Bayern Monaco. In classifica si portano a +2 sul Napoli che lunedì prossimo tenterà il controsorpasso. Il Bologna sale a 34 punti, la salvezza è sempre più vicina per la squadra di Donadoni, protagonista di un ottimo campionato dopo il pessimo inizio con la gestione Rossi.
Verona (4-4-2): Gollini; Pisano, Moras, Helander, Fares (dal 68′ Emanuelson); Wszolek, Ionita, Marrone, Siligardi (dal 60′ Albertazzi); Toni, Pazzini (dal 74′ Bianchetti). A disp.:Coppola, Marcone, Samir, Gilberto, Rebic, Romulo, Furman, Greco, Gomez. All.: Delneri
Chievo (4-3-1-2): Bizzarri; Cacciatore, Spolli, Cesar, Frey; Castro, Rigoni, Pinzi (dal 67′ Costa); Birsa (dal 46′ Mpoku); Inglese, Pellissier (dal 75′ Floro Flores). A disp.: Seculin, Bressan, Dainelli, Damian, Ninkovic, Sardo. All.: Maran
Arbitro: Guida di Torre Annunziata
Marcatori: 29′ Toni (V), 57′ Pazzini (V), 71′ Pellissier (C), 95′ Ionita (V)
Ammoniti: 29′ Spolli, 40′ Frey, 45′ Pinzi (C), 59′ Moras (V), 80′ Wszolek (V), 93′ Rigoni (C)
Espulsi: 70′ Moras (V), 79′ Spolli (V).
Mirante; Mbaye, Gastaldello, Maietta, Masina (73′ Constant); Donsah, Diawara, Taider (82′ Brienza); Rizzo (65′ Mounier), Destro, Giaccherini. All. Roberto Donadoni.
Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Evra; Sturaro, Marchisio, Pogba; Pereyra (46′ Cuadrado); Morata, Zaza (68′ Dybala). All. Massimiliano Allegri.
Massimiliano Irrati.
Gastaldello (Bologna), Sturaro (Juventus), Marchisio (Juventus), Diawara (Bologna).
Marcatori: 66′ Mati Fernandez (F), 80′ Tello (F), 84′ Conti (A), 87′ Kalinic (F), 90′ Pinilla (A)
Sportiello; A. Conti, Toloi, A. Masiello, Dramé; Cigarini, de Roon, Kurtic (79′ Borriello); D’Alessandro (68′ Gakpé), Pinilla, A. Gomez (59′ Diamanti). A disp.: Bassi, Raimondi, Bellini, Paletta, Stendardo, Brivio, Freuler, Migliaccio, Monachello. All.: Reja.
Tatarusanu; Roncaglia, Gonzalo Rodriguez, Astori; Tello (86′ Tomovic), Vecino, Badelj, Pasqual; Mati Fernandez, Bernardeschi (65′ Borja Valero); Babacar (60′ Kalinic). A disp.: Lazzerini, P. Kone, Ilicic, Blaszczykowski. All.: Paulo Sousa.
Celi
14′ Pinilla (A), 14′ Babacar (F), 15′ Dramé (A), 44′ Cigarini (A), 45′ Pasqual (F), 64′ A. Conti (A)
91’A. Conti (A)
23′ D’Ambrosio (Inter), 57′ Miranda (Inter), 73′ Icardi (Inter), 90’+2′ Quagliarella (Sampdoria).
Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Murillo, Nagatomo; Biabiany (78′ Gnoukouri), Felipe Melo, Brozovic (88′ Jovetic), Perisic; Icardi, Eder (63′ Ljajic). All. Roberto Mancini.
Viviano; Cassani, Ranocchia, Silvestre; Ivan (68′ Muriel), Fernando, Soriano, Dodò; Alvarez (85′ Christodoulopoulos), Correa (79′ Krsticic); Quagliarella. All. Vincenzo Montella.
Davide Massa.
Ranocchia (Sampdoria), Dodò (Sampdoria), Brozovic (Inter), Miranda (Inter), Nagatomo (Inter).
0′ e 3′.
Marcatori: 33′ Alì dnan (U), 57′ rig. Cerci (G); 70′ Laxalt (G)
Perin; Munoz(46′ De Maio), Burdisso, Izzo; Rincon, L. Rigoni, Dzemaili, Laxalt; Cerci (80′ Marchese), Matavz, Suso (67′ Tachtsidis). All. Gasperini. A disp.: Lamanna, An. Donnarumma, Munoz, Fiamozzi, Gabriel Silva, Ntcham, Capel, Lazovic, Pandev, Raul Asencio.
Karnezis; Piris, Danilo, Felipe; Edenilson, Badu, Guilherme (74′ Di Natale), Hallfredsson (67′ Kuzmanovic), Alì Adnan; Thereau, D. Zapata (62′ Matos). All. Colantuono. A disp.: Meret, Romo, Coppolaro, Fernandes, Widmer, Armero, Balic, Lodi, Perica.
Arbitro: Gervasoni (sezione di Mantova).
Ammoniti: 32′ Burdisso (G); 36′ Guilherme (U); 43′ Suso (G); 56′ D. Zapata (U); 63′ Hallfredsson (U); 89′ Izzo (G).
Padelli; Maksimovic, Glik, E. Moretti; Bruno Peres, Benassi (dal 73′ Maxi Lopez), Vives, Baselli (dall’84’ Obi), Gaston Silva (dall’88’ Zappacosta), Belotti, Immobile. All. Ventura
Belec; Zaccardo, S. Romagnoli, Gagliolo, Letizia; Sabelli, R. Bianco, Crimi (dal 50′ Lasagna), Lollo, Di Gaudio (dal 66′ Cofie); Mbakogu (dal 75′ Mat. Mancosu). All. Castori
Gavillucci di Latina
Glik, Bruno Peres, Benassi e Immobile (T) – Zaccardo, Sabelli, Lollo e Crimi (C)
Marcatori: 30′ Dzeko, 51′ S. Keita, 60′ Salah, 62′ Salah, 89′ Dzeko
Szczesny; Maicon (dal 78′ Strootman), Manolas, Rüdiger, Digne; S. Keita, Nainggolan; Florenzi, Salah (dall’86’ Perotti), Pjanic (dal 72′ Iago Falque); Dzeko. A disp.: De Sanctis, Zukanovic, Castan, Emerson, El Shaarawy, Salih Uçan, Vainqueur, Nura. All.: Spalletti
Alastra; Struna, Gonzalez, Andelkovic; Morganella, Hiljemark, Brugman (dal 57′ Trajkovski), Jajalo, Pezzella; Vazquez (dal 67′ Maresca); Gilardino (dal 72′ Djurdjevic). A disp.: Posevac, Vitiello, Cristante, Rispoli, Chochev, Cionek, Balogh, Quaison, Bentivegna. All.: Iachini
Arbitro: Giacomelli
Ammoniti: 75′ Struna (P)
Leali; Rosi, Ajeti, Blanchard, Pavlovic; Sammarco, Gori, Frara (88′ Chibsah); Dionisi (84′ Kragl), D. Ciofani, Soddimo (70′ Tonev). Stellone.
Marchetti; Konko, Bisevac, Hoedt, Lulic; Cataldi, Lucas Biglia, Parolo (76′ Milinkovic-Savic); Candreva, F. Djordjevic (66′ Klose), S. Mauri (53′ Keita B.). Pioli.
Arbitro: Carmine Russo
75′ Rosi, 90+4′ Chibsah (F).