La beffa per lo Zenit è arrivata all’85esimo del secondo tempo quando un tiro del Benfica ha messo in difficoltà il portiere dello Zenit che si è salvato con l’aiuto della traversa ma a pochi passi è arrivato Gaitan che a porta vuota ha messo dentro per l’uno a uno che ha di fatto condannato lo Zenit prima del gol finale di Talisca. E pensare che i russi avevano trovato il gol della speranza con Hulk nel secondo tempo resistendo agli attacchi del Benfica.
E’ stato Anderson Talisca, al 96′ minuto, a dare le esatte dimensioni al punteggio di Zenit-Benfica, ritorno degli ottavi di Champions League. Entrato da pochi minuti al posto del compagno Jonas, il brasiliano classe 1994 ha fissato il risultato sul definitivo 1-2 per i portoghesi sigillando definitivamente la qualificazione ai quarti. Un gol peraltro di pregevole fattura: Talisca ha addomesticato il pallone in area anticipando l’intervento di un difensore, prima di concludere con un destro basso che non ha lasciato scampo al portiere Lodygin. Si è trattato del primo gol in questa edizione della Champions League (settimo stagionale) per il talento verdeoro, uno dei tanti prospetti di un certo interesse nella rosa del Benfica.
Lo Zenit cade in casa per 1-2 con il Benfica e viene eliminato dalla Uefa Champions League. Dunque, nemmeno quest’anno la squadra di San Pietroburgo riesce ad accedere ai quarti di finale, traguardo finora mai raggiunto. Il Benfica invece conferma la tradizione europea che l’accompagna riuscendo a ribaltare il risultato negli ultimi minuti. Hulk aveva siglato il gol del vantaggio russo al 69esimo, ma Gaitan prima (86’) e Talisca poi (95’) hanno ribaltato tutto. Il Benfica, dopo il passaggio del Real Madrid e del Wolfsburg ufficializzato ieri sera, è la terza delle otto squadre migliori d’Europa.
Analizzando statisticamente il match si possono scorgere diversi elementi che hanno in parte indirizzato il risultato finale a favore degli ospiti. Il possesso palla per esempio non è uno di questi. Lo Zenit ha mantenuto infatti il 57% del possesso totale. La squadra di Villas-Boas ha anche tirato di più degli avversari: 14 conclusioni contro 12. Risulta però più indicativa un’ulteriore scrematura per quantificare i tiri nello specchio: 4 per lo Zenit, 9 per il Benfica. Decisamente più interessante i dati riguardanti le zone d’attacco scelte di volta in volta dai vari interpreti. Per esempio. Lo Zenit ha scelto di affidarsi prevalentemente agli attacchi laterali di sinistra (44% dei totali). In effetti è da lì che nasce il gol di Hulk, come molte delle azioni più importanti sviluppate dai padroni di casa. Molto importante in questo senso la prestazione di Zhirkov. Anche il Benfica ha concentrato i suoi sforzi sul binario mancino. Il 50% delle azioni offensive si sono sviluppate lungo la fascia occupata da Eliseu e Gaitan. La precisione nei passaggi ha visto primeggiare lo Zenit sugli avversari (80% contro il 74%). Anche i successi nei duelli aerei, 70% per i padroni di casa. Analizzando le zone di gioco a fine partita possiamo vedere come per il 28% del tempo si sia giocato nella trequarti lusitana, il 24% in quella biancoazzurra e il restante 48% nei pressi del centrocampo.
Dopo la sconfitta interna contro il Benfica il tecnico dei russi, Villas-Boas, ha spiegato: “La qualificazione era alla nostra portata e abbiamo avuto diverse opportunità per fare gol. Poi Jimenez ha avuto un momento di ispirazione con quella giocata sul pareggio di Gaitan. Credo che il risultato di oggi sia un po’ ingiusto. Siamo venuti fuori un po’ tardi contro una squadra competitiva come il Benfica. Avremmo dovuto cercare il raddoppio dopo il vantaggio”. Di tutt’altro umore invece l’allenatore dei portoghesi Rui Vitoria: “Questo è il successo dei miei giocatori, un gruppo fantastico che lavora tantissimo e merita questo traguardo. Il merito è di tutti. Voglio inoltre ringraziare i tifosi che ci hanno sostenuto venendo fino a qui. L’obiettivo resta la prossima partita, il gruppo è la nostra forza” (Francesco Davide Zaza)