Peter Fill è il primo sciatore italiano a vincere la Coppa del Mondo di discesa libera. A 33 anni così ha coronato il sogno di una carriera. Gli è bastato il decimo posto della libera delle finale di Sankt Moritz, con Svindal ormai assente da tempo per infortunio. Anche Dominik Paris, l’altro azzurro che poteva aggiudicarsi questo trofeo ha corso in condizioni menomate per una caduta durante le prove. La classifica finale vede così Fill primo a quota 462 punti, poi Svindal a 436, Paris e Jansrud appaiati a 432 (clicca qui per leggere di più). Con il successo di Kitzbuhel, acuto che ha nobilitato la sua grande annata. Per commentare la vittoria di Fill abbiamo sentito il grande discesista azzurro degli anni Settanta Herbert Plank. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Una vittoria storica quella di Fill, la prima Coppa del mondo di discesa libera dello sci azzurro… Direi di sì, un grande successo, molto bello. Non era facile arrivarci anche se l’assenza di Svindal nella parte finale della stagione ha avvantaggiato Fill.

Un successo in ogni caso meritato? Direi proprio di sì, Fill ha fatto veramente bene, si è dimostrato costante tutta la stagione e la continuità è fondamentale per vincere una Coppa del mondo di discesa libera.



Dove ha costruito questa vittoria? Proprio con tanti risultati positivi durante la stagione, dove ha raccolto punti decisivi per la classifica finale di discesa. Sopra tutto però naturalmente c’è la vittoria a Kitzbuhel. Un grande successo, di grande valore tecnico sulla Streif.

E’ il culmine della sua carriera? Sicuramente. Questo successo gli dà sicurezza, poi vedremo per quanti anni ancora vorrà gareggiare. Non è più così giovane, anche se adesso l’età dei discesisti sta aumentando.

Cosa dire di Paris, una nota di elogio anche per lui… Bravo anche lui, del resto è arrivato terzo nella classifica finale. E’ stato sfortunato perché non ha potuto gareggiare al meglio in questa discesa di Sankt Moritz, ha fatto quello che poteva dopo la caduta.



Chi saranno i nostri avversari più pericolosi nei prossimi anni? I tre norvegesi Svindal, Jansrud e Kilde, mentre l’Austria che ha perso un po’ della sua forza in discesa. Cito anche lo svizzero Feuz, ma abbiamo tutte le carte in regola per rimanere ai vertici. Ci sono tanti discesisti azzurri con un grande futuro, lo stesso Paris è ancora molto giovane e non dimentichiamo Innerhofer, il migliore quanto a medaglie nei grandi eventi anche se adesso Fill è il numero uno.

Come si può giudicare tecnicamente Peter? Fill ha una discesa molto pulita, è questo il suo modo di affrontare le gare.

Si può mettere nella storia dello sci azzurro? Direi proprio di sì, per quanto riguarda la discesa insieme a Zeno Colò, Ghedina, ora lui, Paris e Innerhofer.

E Herbert Plank? Io ho fatto cose importanti negli anni ’70. Ora ci sono i norvegesi, allora c’erano lo svizzero Collombin e soprattutto Franz Klammer. Ho fatto ottime cose, una medaglia olimpica e 5 successi in Coppa del Mondo.

Lo conosce personalmente, gli manderà un sms di congratulazioni per questo successo? Conosco alcuni suoi parenti ai quali telefonerò. Penso che faranno una grande festa a Castelrotto e vorrei esserci. (Franco Vittadini)