E’ morto all’età di 68 anni Johan Cruijff. Era nato il 25 aprile 1947 ad Amsterdam ed è stato un fuoriclasse che ha rivoluzionato il calcio con Ajax e Olanda. Erano gli anni del calcio totale ‘orange’, la zona, un modo nuovo di intendere questo sport. Tre successi consecutivi con l’Ajax in Coppa dei Campioni, il secondo posto ai Mondiali del 1974. Mondiale che non ha mai vinto, ma ha comunque cambiato il calcio con una nuova filosofia di gioco. In quegli anni ’70 Cruijff e l’Olanda andarono anche al di là del semplice fatto agonistico, furono un fatto culturale di libertà. Per Cruijff dopo la carriera di giocatore si aprì la carriera di allenatore. Bene con l’Ajax, benissimo con il Barcellona con la Coppa dei Campioni 1992. Poi il ritiro per quei motivi di salute che l’hanno interessato fino alla sua scomparsa. Per un commento su questo fuoriclasse del calcio mondiale abbiamo sentito Pietro Anastasi, che lo affrontò nella finale di Coppa dei Campioni 1973. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



E’ morto Johan Cruijff, per il calcio mondiale una grande perdita… E’ così. È morto un grande giocatore che ha rappresentato un’epoca, il giocatore simbolo della grande Olanda dei Mondiali 1974. Un simbolo di quella nazionale, dell’Ajax e in generale del football degli anni ’70.

Cosa ci ha lasciato il fuoriclasse olandese? Che tipo di giocatore era? Ci ha lasciato tanto, tantissimo. E’ stato un accentratore, un calciatore con un grande senso del gol, capace di finalizzare le azioni della sua squadra.



Dove lo metterebbe in un’ideale classifica tra i più forti di tutti i tempi? Dopo Pelè e Maradona metto lui. Solo un gradino sotto, un calciatore incredibile, fortissimo.

Cruijff uguale Ajax? Le sue maggiori vittorie sono legate a questo club… E’ così, i suoi successi sono stati quelli dell’Ajax, con questa squadra ha conquistato grandi trionfi.

Anche la storia della Nazionale olandese gli è legata… Sì certamente, anche se con l’Olanda non è riuscito a vincere mai i Mondiali. Gli è mancata questa grande vittoria nella sua carriera.

Come descriverebbe il calcio totale olandese di quegli anni? Era un calcio letteralmente totale, dove tutti sapevano interpretare diversi ruoli, una cosa nuova per il calcio, veramente rivoluzionaria.



Come allenatore che innovazioni ha portato? Ha continuato sulla stessa strada, anche se non ha avuto lo stesso impatto che ebbe da calciatore.

Lei lo ha affrontato da avversario: che ricordi ha? Lo incontrai con la Juventus nella finale di Coppa dei Campioni nel 1973 a Belgrado. L’Ajax era una squadra imbattibile, Cruijff era veramente un fuoriclasse. Poi lo incontrai in Olanda-Italia a Rotterdam, nelle qualificazioni europee nel 1974. Perdemmo 3-1 e Cruijff fece due reti.

Ha avuto il piacere di parlarci qualche volta personalmente? No, l’ho incontrato solo in queste partite, non ho mai parlato personalmente con lui.

Un leader anche fuori dal campo, una personalità forte, così era Johan Cruijff? Questo si leggeva sui giornali, anche se non posso confermarlo direttamente. Di certo era fortissimo, un genio del calcio…

C’è un suo erede, un giocatore che potrebbe ripetere le sue imprese? Difficile dirlo, forse Messi potrebbe essere considerato un calciatore simile alle sue caratteristiche. Però è difficile fare paragoni con un fuoriclasse particolare come Cruijff… (Franco Vittadini)