A Le Iene Show è tornato Danilo Di Luca ex ciclista che ha vinto il Giro d’Italia 2007 ed è stato radiato dopo essere stato trovato positivo all’anti-doping nel 2009 e nel 2013. Racconta in una delle classiche interviste stile Iene alcune situazioni importanti. Rivela di aver querelato Vincenzo Nibali che ha detto di lui che era cerebroleso. Racconta anche che il grandissimo Pantani gli avrebbe dato ragione perchè nel suo libro ha scritto tutta la verità. Dice che è stato vittima di una trappola come è successo anche ad altri molti ciclisti. I tre conduttori Nadia Toffa, Geppi Cucciari e Pif si ripresentano in onda a bordo di tre ciclette pronti a dimostrare che lo sport pulito esiste.
Il nuovo libro di Danilo Di Luca, l’ex ciclista vincitore del Giro d’Italia 2007 radiato a vita dopo essere trovato positivo a due controlli anti-doping tra il 2009 e il 2013 è destinato a far discutere. Di “Bestie da vittoria”, la biografia da poco pubblicata da Piemme, si parla anche questa sera a Le Iene Show: il programma di Italia Uno desideroso di andare a fondo di una vicenda che non può non suscitare la perplessità di tutti gli amanti del ciclismo. Il “killer di Spoltore” infatti nelle 288 pagine del suo libro non rinnega nessuna delle sue “malefatte”, semmai rimpiange il fatto di essersi lasciato scoprire. Perché il doping, secondo Danilo Di Luca, a livello professionistico rappresenta la prassi. Come si evince da alcuni estratti pubblicati da “La Gazzetta dello Sport”, Danilo Di Luca è consapevole che il ciclismo non è più lo sport “eroico” di un tempo:”Sono stanco della solitudine, della menzogna di nascondermi. Nel ciclismo tutti sanno la verità, ma la verità è inaccettabile. Quando i direttori sportivi dicono “non so niente”, mentono. L’ambiente non ti obbliga a doparti, ti sollecita, il campione crea un indotto che dà da mangiare a un sacco di famiglie“. Tutti sanno e nessuno parla per Danilo Di Luca, che entra anche nei dettagli descrivendo le trasfusioni costategli l’esclusione dal Giro d’Italia 2013 prima e la radiazione poi:”Ho aspirato 500 unità di Epo. Quindici anni fa, qualcuno arrivava a farsi anche 4.000 unità al giorno. Una follia“. Le bugie, per Danilo Di Luca, nel ciclismo fanno parte della routine:”L’assunzione di sostanze illegali porta la menzogna: mentiamo alla famiglia, alle mogli, ai giornalisti, ai massaggiatori, ai meccanici, perfino ai nostri colleghi. Ogni ciclista sa che tutti si dopano eppure nessuno parla e qualcuno sostiene pure di andare “a pane e acqua”. Mentire diventa naturale come respirare. La verità è che tutti si dopano e che tutti lo rifarebbero“. Non c’è pentimento nelle parole di Danilo Di Luca, che anzi, rilancia:”Diventiamo come animali, come bestie. Non siamo eroi, siamo dei pazzi scatenati. Per un ciclista l’importante è vincere, non pensi mai che ti possono beccare, che ti puoi ammalare“.