Alexander Rossi ha vinto la 500 miglia di Indianapolis 500. E’ una vittoria storica: l’americano di Auburn, 25 anni, si era visto in Formula 1 nelle ultime quattro stagioni, anche se con il contagocce, e oggi si prende la vittoria più bella della carriera. E’ un finale clamoroso: a 25 giri dal termine, e dopo un altro ingresso della Safety Car, Helio Castroneves comanda con 3 decimi su Tony Kanaan e poco più di un secondo su Josef Newgarden, che precede Hinchcliffe e Sebastien Bourdais. Rossi è ottavo, staccato di 6 secondi e 3 decimi; sembra finita quando Newgarden si prende la prima posizione, con Kanaan che gli restituisce la pariglia poco dopo e Bell che continua a mettere pressione; improvvisamente Munoz vola in testa con un grande sorpasso su Newgarden, e a quel punto inizia un duello fantastico che sembra essere quello per la vittoria. Non è così: clamorosamente, tutti i piloti di testa a tre giri dal termine iniziano a fermarsi per il pit stop. L’unico che non lo fa è Rossi, che invece continua a girare: l’americano azzecca la strategia, perchè chiude davanti a tutti riuscendo a tagliare il traguardo lentissimo, ma primo, con la benzina praticamente finita. Munoz è secondo, Newgarden completa il podio: per Rossi, che berrà il latte come ogni vincitore di questa corsa, è una vittoria da esordiente alla 500 miglia di Indianapolis, l’ultimo pilota a riuscirci era stato Castroneves nel 2001. Vittoria splendida in una gara straordinaria che ha regalato emozioni, letteralmente, fino al traguardo.
Siamo arrivati a metà gara della 500 miglia di Indianapolis 2016: c’è un grande protagonista in pista ed è Helio Castroneves. Un terzetto della Honda, i dominatori della gara fino a questo momento (Bell, Hunter-Reay e Hinchcliffe) sono stati nettamente sorpresi dal brasiliano che inesorabilmente ha risalito posizione su posizione, e dopo aver visto Hinchcliffe riprendersi la leadership della corsa ha sfilato anche lui, guidando adesso il gruppo. Da segnalare l’ingresso della Safety Car quando Will Power era al comando: a schiantarsi contro le barriere esterne (in curva 2) è stato proprio Juan Pablo Montoya, che ha perso il posteriore della sua auto. Fortunato a non essere poi colpito dalle auto che sopraggiungevano alle sue spalle, Montoya ha dovuto dire addio alla 500 miglia; poco fa invece altra caution per l’incidente di Sage Karam, finito contro le barriere esterne. Niente di grave per il pilota americano; anche stavolta i protagonisti hanno approfittato della pausa per andare ai box; lo aveva fatto prima Will Power, che ha cambiato gomme e fatto rifornimento ritrovandosi addirittura in ultima posizione.
E’ iniziata l’appassionante 500 miglia di Indianapolis 2016: 200 giri sull’ovale più famoso al mondo. A caccia del successore di Juan Pablo Montoya che si è aggiudicato l’ultima edizione, i piloti sfilano in pista; poco fa è iniziato il valzer dei pit stop e i primi a fermarsi sono stati James Hinchcliffe e Hunter-Ready che fino a questo momento si sono scambiati la prima posizione. Poi un cambio di programma: Hinchcliffe ha avuto qualche problema al pit stop e Hunter-Ready, del team Andretti, è balzato al comando. Non per molto, visto che Bell lo ha sorpassato e al momento è lui a trovarsi al comando. Al momento invece Montoya si trova nelle retrovie, intorno alla decima posizione; stanno andando bene i motori Honda che si trovano al comando, il primo degli Chevrolet è Newgarden che occupa la terza posizione. C’è anche il nostro Alex Tagliani che subito al via ha dovuto evitare il muretto – toccato da Chaves – ed evitare un ritiro o comunque un danno all’auto che lo avrebbe rallentato non poco.
La 500 Miglia di Indianapolis festeggia oggi il suo centenario; tanto tempo è passato da quando Ray Harroun ha portato a casa il primo successo sulla Marmon Wasp, insieme a Cyrus Patschke. Già nel terzo anno arrivava la vittoria di un pilota e una macchina stranieri: la Francia faceva festa con Jules Goux e la Peugeot, mentre il primo pilota a mettere il sou nome per la seconda volta nell’albo d’oro è stato Tommy Milton, che nel 1923 ha fatto il bis con la H.C.S. Motor Company (e insieme a Howdy Wilcox, lui pure alla seconda affermazione) dopo che nel 1921 si era imposto su Louis Chevrolet. Gli Stati Uniti hanno vinto ininterrottamente dal primo dopoguerra (1919) al 1988 (l’anno seguente si impose Emerson Fittipaldi, già campione del mondo di Formula 1): nel 1969 però la vittoria andò a Mario Andretti, che è di fatto l’unico italiano ad aver ottenuto questo prestigioso trofeo. Andretti, nato in Istria nel 1940, si era trasferito con la famiglia negli Stati Uniti; nove anni dopo aver ricevuto il visto d’ingresso ottenne la cittadinanza, era il 1964 e dunque quando vinse la 500 miglia di Indianapolis era già cittadino statunitense. Ciononostante, il suo successo può essere ascritto anche all’Italia.
Scende in pista quest’oggi la 500 miglia di Indianapolis, tappa importantissima visto che siamo arrivati alla centesima edizione. Non si può non ripercorrere la storia di questa gara automobilistica che iniziò nel 1911 quando quarantasei automobili si presentarono al via per la prima edizione della 500 miglia di Indianapolis. Quaranta si qualificarono per la gara, e gli spettatori (che furono circa 80 mila) pagarono solo un dollaro per assitere all’evento. Henry Ford il giudice di eccellenza, ma nel 1916 la gara non fu disputata da diversi piloti visto che eravamo in concomitanza con la prima guerra mondiale. Solo 23 auto, con 300 miglia da correre. Exscursus temporale fino ai giorni nostri: nel 2015 la 500 di Indianapolis si è disputata il 24 maggio con la seconda vittoria di Juan Pablo Montoya, mentre il suo compagno di squadra del Team Penske, Will Power arrivò soltanto secondo davanti a Charlie Kimball della Chip Ganassi Racing.
Oggi, domenica 29 maggio 2016, è in programma la storica centesima edizione della 500 miglia di Indianapolis, una delle più importanti gare automobilistiche non solo degli Stati Uniti d’America, ma a livello mondiale. La corsa si terrà come di consueto sul circuito ovale dell’Indianapolis Motor Speedway, nello stato dell’Indiana, un luogo mitico per tutti gli appassionati con la celebre Brickyard in mattoni lasciata sulla linea del traguardo in memoria della prima pista, costruita nell’ormai lontanissimo 1909. Appuntamento con la partenza della gara alle ore 18.00 italiane, le 12.00 della capitale dello Stato dell’Indiana. La 500 Miglia è storia, ancor di più quest’anno che taglia il traguardo dell’edizione numero 100.
I cancelli si apriranno già alle ore 6:00 del mattino statunitense ovvero il mezzogiorno italiano. L’evento sarà preceduto da una serie di esibizioni musicali, compresa una parate di bande, e dalla sfilata di alcune celebrità assieme alle grandi macchine del passato.
Come da tradizione prima della partenza sarà cantato il brano ‘God Bless America’, ad opera del coro Indianapolis Children’s Choir. Alle ore 12:00 di Indianapolis, che saranno le 18:00 in Italia, appena prima della partenza, è prevista l’esecuzione dell’inno americano che per l’occasione sarà interpretato da Darius Rucker, cantante celebre negli States, che in carriera ha vinto anche diversi Dischi di Platino.
A seguire naturalmente il palcoscenico sarà tutto per la corsa, che l’anno scorso fu vinta dal colombiano Juan Pablo Montoya, ben noto anche in Italia per i suoi trascorsi in Formula 1, al volante di una Dallara-Chevrolet del team Penske.
La prestigiosa 500 Miglia di Indianapolis andrà in onda in diretta tv esclusiva su Sky Sport 2 HD, canale numero 202 della piattaforma satellitare Sky, a partire dalle ore 18.00. Questo significa che l’evento dal più celebre Ovale del mondo dell’automobilismo sarà disponibile anche in diretta streaming video su Sky Go per tutti gli abbonati tramite l’apposita applicazione per i computer, i tablet e gli smartphone o tramite il sito web ufficiale. Telecronaca live di Massimo Discenza, con il commento di Marcello Puglisi e ;Luca Filippi, che proprio in IndyCar ha corso le prime gare dell’attuale stagione. Gli aggiornamenti della 500 Miglia di Indianapolis saranno disponibili sul sito ufficiale della competizione, all’indirizzo http://www.indianapolismotorspeedway.com/ (naturalmente in lingua inglese).