Sarà ascoltato il prossimo 4 agosto, insieme ai suoi avvocati, nellambito della vicenda doping: con clamoroso ritardo la Federazione Internazionale di Atletica ha accettato la deposizione del marciatore altoatesino in merito al controllo antidoping che ha riscontrato valori positivi lo scorso 22 giugno. Una vicenda strana, che ora si colora di tinte decisamente più fosche: che qualcosa non quadrasse si era intuito fin dal ritardo nella segnalazione della provetta sospetta (lievi tracce di testosterone) di fatto oltre sei mesi per comunicare lesito del test. Adesso, Repubblica porta alla luce due telefonate che Sandro Donati, lallenatore di Schwazer, avrebbe ricevuto alla vigilia di due gare cui il marciatore ha partecipato al termine della squalifica: quella di Roma, che gli è valsa la qualificazione alle Olimpiadi e il secondo miglior crono stagionale, e quella di La Coruna. Si riporta di come Donati sia stato contattato da un giudice internazionale molto vicino a Maurizio Damilano; e di come quel giudice, nel primo caso (il 7 maggio scorso, prima della Coppa del Mondo di Roma) gli abbia intimato di dire ad Alex possibilmente lasci vincere Tallent. Jared Tallent, laustraliano che aveva definito una vergogna dItalia Schwazer e il suo rientro dopo la squalifica per doping. E ancora, il 23 maggio appena prima della 20 chilometri di La Coruna, con il consiglio di non rispondere agli attacchi e di non andare a cercare disgrazie con i due cinesi. Per la cronaca: Schwazer ha vinto a Roma ed è giunto secondo in Spagna, alle spalle di Whang Zhen. Due settimane fa Donati aveva confidato di essere minacciato e di temere per sè e per la famiglia; adesso si capirebbe il perchè, qualora queste telefonate – segnalate allautorità giudiziaria, ma anche alla commissione parlamentare antimafia – fossero certificate e confermate. Di sicuro questa storia è ancora molto nebulosa.