Sta per iniziare il campionato di Serie A 2016-2017 ed è tempo di apportare le ultime modifiche alla nuova squadra di fantacalcio. Un reparto critico da tradizione è quello dell’attacco, e si presenta sempre il solito dilemma, e noi vogliamo darvi alcuni prezioni consigli di fantacalcio: puntare su pochi top player e sugli attaccanti delle piccole-medie squadre per garantire maggiore scelta offensiva? Un giocatore che merita l’attenzione di tutti gli appassionati è Domenico Berardi del Sassuolo, l’attaccande del 94′ vanta già 53 reti in 137 presenze complessive con la maglia neroverde. Dopo due ottime annate 2013-2014 e 2014-2015 in cui ha realizzato rispettivamente 16 e 15 gol, la passata stagione non è riuscito a consacrarsi tra i bomber del campionato riuscendo a mettere a segno solo 7 centri in 29 presenze. Troppo poco per un campione annunciato che deve riuscire a fare l’ultimo passo per convincere le big a puntare su di lui. Lo sa bene la Juventus che sta aspettando pazientemente la sua maturazione da due anni e che quest’anno vorrebbe vedere ripagata la fiducia. La stagione per il giovane bomber è iniziata bene, in queste prime partite di coppe ha realizzato ben 4 reti in 3 presenze, numeri importanti che non dovrebbero sfuggire agli attenti occhi dei fantallenatori. Di seguito potete leggere altri spunti e consigli di fantacalcio per affrontare al meglio la vosta asta.



I consigli per il Fantacalcio 2016/2017 prendono in prestito un proverbio: “tanto tuonò che piovve”, perché José Sosa è un nuovo giocatore del Milan, e i tifosi rossoneri se ne facciano una ragione. Attaccato sui social, criticato senza un apparente motivo, il Principito rischia di essere uno dei giocatori più intriganti per chi si occupa di Fantacalcio. E attenzione, non stiamo dicendo che l’argentino sarà una delle stelle della prossima Serie A, ma da qui a dire che sarà un flop assicurato ce ne passa. Sosa è costato tanto per essere un 31enne, è vero. Ma quei 7,5 milioni di euro potrebbero alla fine rivelarsi ben spesi. Tutti ricordano come la curva rossonera criticò l’acquisto di Juraj Kucka da parte di Galliani. Si gridò allo scandalo, si attaccò l’amministratore delegato rossonero di voler fare affari con l’amico presidente del Genoa Enrico Preziosi. Poi la storia andò diversamente: con Kucka nuovo beniamino del tifo rossonero e titolare fisso nell’undici del Diavolo. Stavolta, più che il modo di fare mercato di Galliani, a finire sotto esame è proprio la scelta di Sosa. Ad essere messo in discussione, dunque, è il giudizio del dirigente Galliani e dello scouting Milan. E a farne le spese, indovinate un po’, è proprio lui: il Principito, che il giorno del suo arrivo in Italia è stato costretto ad entrare a Casa Milan dall’ingresso secondario, per evitare contestazioni. E già immaginiamo i fischi che pioveranno su di lui dagli spalti di San Siro appena metterà piede in campo. Viene quindi da chiedersi cos’abbia fatto di male questo Sosa, che nelle sue prime interviste, ignaro forse degli umori dei tifosi,  ha detto che trovarsi al Milan per lui rappresenta allo stesso tempo un “sogno” e una “responsabilità”. Non ha preso sotto gamba l’impegno Josè. Era anche scappato dal ritiro del Besiktas, poco tempo fa, per far capire che il suo desiderio era quello di venire in Italia. E andate a spiegarlo ai tifosi turchi, che quelli del Milan Sosa non lo vogliono. Loro, l’addio del Principito, l’hanno preso malissimo; sui social lo hanno implorato di restare, ma le loro preghiere sono rimaste inascoltate. Ma è possibile che il Milan abbia deciso di investire questa cifra su un giocatore non più giovanissimo senza prima averlo valutato adeguatamente? Possibile che Sosa sia davvero un “pacco” come scrivono i tifosi sui social? La sua storia è quella di un incompiuto. Esploso all’età di 17 anni all’Estudiantes, le sue giocate “principesche” gli sono valse il soprannome di “piccolo principe”. Ecco quindi El Principito, un talento purissimo, uno degli ultimi veri interpreti del ruolo di trequartista. Sosa da giovane vive in un sogno: la convocazione con la maglia dell’Argentina, il gol decisivo nella gara che riporterà l’Estudiantes a vincere il titolo dopo 28 anni di astinenza. Sembra un predestinato, e come tutti i giocatori sudamericani di talento, per lui è forte il richiamo dell’Europa. Ed è qui che vengono fuori i limiti del Principito. Acquistato dal Bayern Monaco, Sosa alterna buone prestazioni ad altre incolori. In tre stagioni, inframezzate da un ritorno in patria al vecchio amore Estudiantes, Sosa collezionerà un bottino di una cinquantina di partite condite da un paio di gol. Non abbastanza per imporsi in Baviera, ma tanto da suscitare l’interesse del Napoli, che il penultimo giorno di mercato dell’estate del 2010 lo acquista facendogli firmare un contratto di 4 anni. Sosa però non è più soltanto il trequartista sbocciato all’Estudiantes: nel corso degli anni ha imparato a giocare come playmaker in mezzo al campo, come interno di centrocampo e anche da seconda punta. E nella sua parentesi napoletana è forse la sua duttilità a condannarlo. El Principito non ha un ruolo ben definito nello scacchiere di Mazzarri, che ne intuisce le doti tecniche ma non riesce a canalizzarle nella giusta maniera. I tifosi iniziano a prenderlo di mira: per la sua proverbiale lentezza, Sosa passa dall’essere El Principito a diventare El Uallarito (un gioco di parole su un termine di origine napoletana che è tutto un programma). L’esperienza di Sosa all’ombra del Vesuvio dura poco ed è tutto tranne che indimenticabile. Sosa è costretto all’esilio dal calcio che conta. Se ne va in Ucraina, ridimensionato e affranto. Ma dalla sua ha quei due piedi, un destro e un sinistro con cui calcia indistintamente, che rimangono lì, in attesa che qualcuno sappia stuzzicarli nella maniera opportuna. Nel campionato ucraino, con la maglia del Metalist, Sosa inanella tre stagioni di grande livello senza scendere mai al di sotto delle 5 reti. Eppure non sono queste le soddisfazioni alle quali ambisce il Principito. Il calcio che sognava da bambino era un altro, era fatto di stadi pieni ed emozioni forti. La svolta può arrivare nel gennaio del 2014, quando un argentino come lui, Diego Simeone, gli chiede di raggiungerlo all’Atletico Madrid per provare a conquistare la Liga. Sosa non ha dubbi, fa le valige e raggiunge la Spagna. Tra campionato e Champions giocherà 24 partite, senza mettere a segno nessun gol. Il suo sarà un contributo importante per la vittoria della Liga ma poco appariscente. Per questo, ancora oggi, quando al Cholo Simeone viene chiesto cosa pensi di Sosa lui risponde che è uno dei migliori centrocampisti in circolazione. Il periodo ai colchoneros dura solo 6 mesi però: è tempo di ripartire, stavolta verso la Turchia, lo vuole il Besiktas. Sosa accetta e nel giro di due anni diventa il trascinatore della squadra. Nell’ultima stagione mette a segno 7 gol e 12 assist, meritando il premio di miglior giocatore del campionato turco. Ed oggi, eccoci qui, a parlare del Principito comprato dal Milan e respinto dai tifosi. Se tante squadre blasonate, dirette da grandi allenatori, hanno deciso di puntare su di lui, un motivo ci sarà. Allo stesso tempo bisogna sottolineare che Sosa non ha mai convinto a pieno quando era il momento di dare tutto. Ma stavolta, forse, sarà diverso. In fondo non c’è ragione perché Sosa non metta in mostra il suo talento cristallino. Montella potrà fare di lui un jolly in mezzo al campo e se una cosa è certa è che l’Aeroplanino è sempre andato a nozze con i giocatori tecnici. Da parte sua, ne siamo certi, Sosa ci metterà il massimo impegno, magari rivelandosi anche un top player per il nostro Fantacalcio 2016-2017. Noi ve lo consigliamo, perché senza spendere troppo potreste ritrovarvi in rosa un giocatore che regalerà molti bonus (e anche qualche malus, perché il carattere non gli manca). In fondo, nella vita, bisogna dare modo alle persone di dimostrare il loro vero valore. I tifosi rossoneri siano pazienti con lui, Sosa non li deluderà, farà di tutto per non perdere l’ultima occasione di una carriera, l’ultima chance per dimostrare al grande calcio che il Principito è pronto a diventare Re. (Dario D’Angelo)

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