Probabilmente, a fronte di doping, strutture non completate, paura del terrorismo, inquinamento e quant’altro, le Olimpiadi di Rio resteranno nella memoria per la partecipazione di una piccola squadra straordinaria, con solo dieci atleti. E’ la squadra dei rifugiati, di cui fanno parte cinque velocisti del Sud Sudan, due nuotatori siriani, due judoka della Repubblica democratica del Congo e un maratoneta etiope. Tutta gente che ha dovuto abbandonare le proprie case, in fuga dalla guerra e dalle violenze. Una squadra internazionale davvero come dovrebbe essere il vero spirito olimpico. Tra i nuotatori c’è Yusra Mardini, una ragazza di 18 anni con dietro una storia come solo quelle di questi tempi di guerra mondiale possono evocare. Yusra già prima dell’escaltion di violenza in Siria, era una nuotatrice di grandi speranze nella natia Damasco, convocata a far parte della squadra olimpionica siriana di nuoto. Con i sempre maggiori bombardamenti, Yusra non ha smesso di nuotare anche se questo voleva dire farlo in piscine con il tetto distrutto dai bombardamenti. Un giorno lei e la sorella decidono di non poterne più, e lasciano la Siria. Dal Libano alla Turchia lei e la sorella Sarah si imbarcano su uno dei tanti gommoni diretti in Grecia, ma dopo neanche mezz’ora il motore perde colpi e il gommone stesso, che poteva portare al massimo sei persone ma ne teneva venti, comincia ad affondare. La maggior parte di quelli a bordo non sapeva nuotare, così le due sorelle e altri due si gettano in acqua e spingono, nuotando, il gommone per ben tre ore, fino all’isola di Lesbo, nell’acqua ghiacciata. E’ così che salvano la vita di tutti i profughi, tra cui diversi bambini. Da lì, attraverso la Macedonia, la Serbia, l’Ungheria e l’Austria le due sorelle arrivano in Germania. Adesso vivono a Berlino. Qui Yusra ha ripreso ad allenarsi in una squadra locale e la nazionale tedesca notate le sue qualità aveva pensato di portarla alle olimpiadi di Tokyo del 2020, ma poi è arrivata questa opportunità. E a Rio, lo speriamo tutti, potrebbe vincere la sua prima medaglia d’oro nelle sue specialità, i cento metri farfalla e stile libero. 



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