Non è riuscita l’impresa alle azzurre di arrivare sul podio della finale della staffetta dei 4×100 metri stile libero del nuoto in questa 31 edizione delle Olimpiadi di Rio 2016. Soltanto sesta l’Italia del nuoto femminile oggi non troppo favorita in realtà secondo il pronostico alla vigilia della finale. L’obbiettivo primario del quartetto femminile capeggiato dalla nostra portabandiera Federica Pellegrini era stato infatti quello di essere ammessa alla finale, obbiettivo raggiunto con il quarto tempo. A Rio la staffetta 4×100 stile libero femminile è infatti andata all’Australia, la quale ha realizzato anche il nuovo record del mondo battendo il cronometro sui 3’30″65. La medaglia d’argento è invece andata agli Stati Uniti, mentre la medaglia di bronzo è andata al Canada. Nonostante il sesto posto la nostra portabandiera Federica Pellegrini sembrava soddisfatta di quanto raggiunto: “MI sono divertita, è stato molto bello stare insieme alle altre ragazze. E comunque è un risultato storico, da Sydney l’Italia non riusciva ad andare in finale alle Olimpiadi nella 4X100 sl. C’è un bel clima, lo spirito è alto il podio non era certo per noi, ma stiamo crescendo”.



Federica Pellegrini scende in vasca acon le altre azzurre per cercare limpresa nella staffetta 4×100 stile libero femminile alle Olimpiadi di Rio 2016 al via alle 4:20 italiane. Non sarà facile per lItalia conquistare una medaglia, visto il livello delle avversarie. Su tutte le fortissime australiane, con le sorelle Cate e Bronte Campbell, Brittany Elmslie ed Emma McKeon. In particolare Cate Campbell può vantare di gran lunga il miglior tempo sulla distanza (51.77), il che la rende anche una delle grandissime favorite per i 100 stile libero femminili. Lea Neal, Allison Schmitt, Abbey Weitzeil e Simone Manuel proveranno a far saltare il banco per gli Stati Uniti, anche se il miglior tempo del quartetto è della Weitzell (53.28 in occasione dei Trials), lontano dagli straordinari standard imposti dall’Australia. Olanda subito a ridosso delle americane, con Ranomi Kromowidjojo e Femke Heemskerk ben al di sotto dei cinquantaquattro secondi: quartetto completato da Inge Dekker e Marritt Steenbergen. La Svezia può contare sulla sua punta di diamante, Sarah Sjoestroem, capace di un tempo stagionale di 52.78. Le altre componenti del quartetto non sembrano però far pensare alla possibilità di ottenere una medaglia come avvenne a Sidney 2000, ultima edizione in cui il podio della specialità non è stato composto da Australia, Olanda e Stati Uniti.



Per le azzurre è quindi difficile pensare a una medaglia, nonostante Federica Pellegrini abbia fatto registrare un tempo eccezionale nell’edizione 2016 del prestigioso Trofeo Settecolli (53.55). A completare il quartetto italiano ci saranno Aglaia Pezzato, Erika Ferraioli e Silvia Di Pietro, in un quadro generale che dovrebbe portare, almeno nei pronostici iniziali, l’Italia anche alle spalle di Canada e Francia oltre alle quattro Nazionali già citate.

A Londra 2012 è stata la staffetta australiana a ottenere il massimo alloro. Medaglia d’oro nella 4×100 stile libero femminile ottenuta dal quartetto composto da Elmslie, Coutts, Schlanger e Campbell. Medaglia d’argento alle olandesi (Kromowidjojo, Dekker, Heemskerk, Veldhuis), bronzo alle statunitensi (Hardy, Franklin, Neal, Schmitt). Lo stesso quartetto olandese, andando indietro con l’albo d’oro, era riuscito a conquistare il primo posto nell’edizione di Pechino 2008, con gli Stati Uniti al secondo posto e l’Australia al terzo. Stesse Nazionali sul podio ma con ordine diverso, dunque, esattamente come era avvenuto ad Atene 2004 con l’oro alle australiane, l’argento alle statunitensi e il bronzo alle olandesi. Per veder cambiare il terzetto sul podio in questa competizione bisogna dunque risalire addirittura all’edizione Olimpica di Sidney 2000, con le australiane clamorosamente seste e fuori dal podio pur giocando in casa. Sedici anni fa la medaglia d’oro andò ad appannaggio delle americane, argento all’Olanda e bronzo alla Svezia, col quartetto composto da Therese Alshammar, Johanna Sjöberg, Louise Jöhncke e Anna-Karin Kammerling.