Un oro importante alle Olimpiadi Rio 2016 nel tiro a segno, carabina 10 metri aria compressa. La riconferma di Londra quando Niccolò Campriani dopo la delusione di Pechino conquistò l’argento nella finale della Carabina 10 metri e poi l’oro nella finale della Carabina 50 metri. Un vero campione quindi Niccolò Campriani nato a Firenze il 6 novembre 1987. Uno dei più grandi atleti nella storia di questo sport. Ce lo ha raccontato Marco Mensurati, giornalista di Repubbblica e inviato a Rio de Janeiro. Eccolo in questa intervista esclusiva rilasciata a IlSussidiario.net.



Che dire dell’impresa di Campriani? Non è stata facile. Era stato anche cambiato il regolamento per mettere più in difficoltà Campriani e gli altri atletii più forti, visto che erano troppo superiori e si voleva dare più spettacolo alla competizione. Campriani è riuscito in ogni caso a vincere.

Come si era preparato Campriani per Rio? Campriani è un tipo irrequieto. A differenza degli altri tiratori che ogni giorno partono con l’obiettivo di fare il loro sport, lui si mette sempre in discussione. Come aveva fatto a Londra dove aveva conquistato l’oro.



Cosa era successo? Dopo la delusione di Pechino, Campriani aveva deciso di prepararsi in questo modo. Era andato in America, aveva pensato agli studi e si era laureato in ingegneria alla West Virginia. Nello stesso tempo si era preparato per Londra.

E prima di Rio? Ha passato tre anni di interazione che gli sono serviti per arrivare a queste Olimpiadi dove poi ha conquistao l’oro.

Cosa si aspetta ancora da queste Olimpiadi? Ci sarà la gara di carabina a posizione 3, non sarà faciie ripetersi per Campriani. Il suo avversario più diffiicile sarà l’americano Emmons, un suo amico tra l’altro.



Prima di lui ricorda nomi di atleti italiani nel tiro a segno? Di Donna è stato un campione importante di questo sport.

Lei l’ha raccontato in un suo libro scritto proprio con Campriani, “Ricordati di dimenticare la paura”. Cosa fa di un atleta un uomo felice. Ci può raccontare qualche aneddoto? Se pensate a quello che ha detto Campriani dopo la gara, basta ricordare di quando andava a tirare col padre a un veccho poligono a Bibbiena, poligono di tiro che stato anche chiuso e Niccolò che aveva adottato particolari sistemi per imparare a tirare.

Quali? C’era un manuale di tiro scritto in cirillico, Niccolò attraverso le fotografie l’aveva compreso, si era fatto aiutare da un suo amico comunista che conosceva qualche parola in cirillico.

Cosa è successo dopo l’oro a Rio? Ho parlaro con Niccolò, mi sono congratulato. Poi non abbiamo fatto niente di speciale… Lui ha il suo carattere, è un “Cavaliere gentile” come lo definisce la sua fidanzata, una persona veramente bellissima in tutti i sensi.

Per quanti anni potrà ancora vincere? Dipenderà da lui, dalle sue intenzioni, da cosa vorrà fare nella vita. Potenzialmente potrebbe essere capace di vincere medaglie d’oro per altre Olimpiadi; magari però deciderà di ssmettere per il suo carattere irrequieto, sempre pronto a mettersi in discussione.

(Franco Vittadini)