Inutile girarci attorno, la maglia dellInter sfoggiata ieri sera nella poco fortunata gara desordio in Europa League contro lHapoel Beer Sheva – sconfitta in casa per 0-2, con San Siro imbestialito – non ha proprio convinto in tanti. La terza maglia dei neroazzurri infatti ha ben poco dei colori sociali storici: pare azzurra sulla spalle e poi scendendo varia dal verde, al verde chiaro fino a sfumare sul giallo evidenziatore fino ai pantaloncini. Un pugno in un occhio, dice qualcuno, una simpatica maglia alternativa, dicono altri: ma il responso qualè? Forse interesserà poco ai fini del match di ieri, il disastro per una sconfitta roboante contro una squadra di esordienti semi-totali in Europa fa rumore anche a prescindere dalla maglietta, ma siamo anche certi che se ieri lInter avesse vinto 4-0 probabilmente della maglia in pochi si sarebbero lamentati. E invece la moda della terza maglia alternativa ha colpito ancora e di nuovo lInter: anni fa la terza rossa venne contestata perché considerata troppo simile ai cugini del Milan, mentre ora le polemiche sono molto più divertenti. Sembra una Sprite, azzurra e verde con una tinta di giallo dà proprio limpressione della celebre bibita al gusto di limone; con questa divisa puoi vincere solo una gara di rutti, la Sprite aiuta e via così, con i social ovviamente scatenati. A ben vedere, personalmente, qui in Redazione Sportiva la divisa piace perché è allegra, fresca e dissetante (no dai lo ammettiamo, questo è il commento dellunico milanista presente), ma allesterno i tifosi non lhanno gradita molto. Va anche detto che, purtroppo, nella sfida tra la Sprite e la Birra chi sceglierebbe la prima? Messa su questo piano, forse ora si capisce perché lHapoel Beer Sheva ha sbancato San Siro (Niccolò Magnani)



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