Le pagelle di Inter-Juventus, partita valida per la quarta giornata del campionato di Serie A: i voti ai migliori e ai peggiori della sfida, e a tutti i protagonisti scesi in campo a San Siro nel derby d’Italia. L’Inter è tornata, questo il verdetto del big match della 4^ giornata di Serie A 2016-2017 dove i nerazzurri di De Boer hanno battuto i campioni d’italia per 2 a 1, in rimonta. Inutile il vantaggio dei bianconeri con Lichtsteiner, la reazione dei padroni di casa è stata veemente, prima Icardi stabilisce la parità e poi Perisic, entrato dalla panchina, mette il sigillo sui tre punti firmando la rete del definitivo 2 a 1. Stavolta Gonzalo Higuain non si rivela decisivo, El Pipita non riesce a graffiare e resta a bocca asciutta. La Juventus non riesce neanche a sfruttare la superiorità numerica nelle fasi conclusive del match, quando l’Inter perde Banega, espulso per somma di ammonizioni. In classifica la Juve resta ferma a 9 punti e viene scavalcata dal Napoli, l’Inter sale a quota 7 agganciando Chievo e Lazio. A discapito di chi sosteneva che quest’anno la Serie A avrebbe avuto un padrone sin dalle primissime giornate.



Ritmi alti e tanto agonismo sin dalle prime battute, squadre lunghe in mezzo al campo che hanno le occasioni per sbloccare il punteggio già nel primo tempo, ma è nella ripresa che la partita si infiamma davvero, merito di un Inter in palla che ha saputo cancellare la figuraccia di qualche giorno fa in Europa League contro l’Hapoel Beer Sheva e di una Juve più umana che oggi ha dimostrato di essere una corazzata battibile. Sin dalle battute iniziali del match si era capito che l’Inter di oggi sarebbe stata una cosa completamente diversa rispetto a quella “ammirata” giovedì scorso in Europa League contro l’Hapoel Beer Sheva e la riprova arriva nel secondo tempo, quando i nerazzurri hanno risposto al gol di Lichtsteiner con l’uno-due di Icardi e Perisic. Se la prestazione di oggi non sarà un fuoco di paglia, anche gli uomini di De Boer potranno andare lontano in campionato. Dopo il pari interno in Champions League contro un non irresistibile Siviglia, altro passo falso per gli uomini di Allegri che cadono sul campo dell’Inter. A dimostrazione che quella di Allegri è sì una corazzata, ma battibile e non affatto invincibile . Fatale il calo di tensione sull’1 a 0 di Lichtsteiner, quando la squadra pensava già di avere i tre punti in tasca senza fare i conti con la caparbietà dei nerazzurri. Prende un abbaglio quando ammonisce Medel al posto di D’Ambrosio, poi non concede un corner all’Inter (è Chiellini a colpire di testa il pallone, non Icardi), l’espulsione di Banega è giusta, le due ammonizioni ci stavano tutte.



Puntuali al duplice fischio eccoci con le pagelle di Inter-Juventus con i voti dei giocatori relative alla prima frazione di gioco. Nessun gol nel primo tempo del big match della 4^ giornata di Serie A 2016-2017 tra Inter e Juventus, 0 a 0 il punteggio dopo i primi quarantacinque minuti. L’occasione più grossa ce l’hanno avuta i nerazzurri con il palo di Icardi (voto 6,5) colpito poco dopo la mezz’ora di gioco, poco prima i bianconeri hanno sciupato un interessante palla gol con Khedira (voto 6) che ha schiacciato male il pallone sul cross di Alex Sandro (voto 6), regalando di fatto la sfera ad Handanovic (voto 6). Nel corso della prima frazione di gioco Allegri ha dovuto far fronte anche all’infortunio di Benatia (voto 6) che si è procurato un infortunio all’adduttore della gamba sinistra e ha dovuto lasciare il posto in campo a Barzagli (voto 5,5). L’Inter ha cercato la porta anche con Eder (voto 7) senza però impensierire Buffon (voto 6), mentre dall’altra parte è stato Pjanic (voto 6) a creare qualche apprensione all’estremo difensore nerazzurro.



Primo tempo tutto sommato buono per i nerazzurri che non sono stati sovrastati come temevano i più pessimisti dai bianconeri, anzi. Gli uomini di De Boer sono pienamente in partite e con un po’ di fortuna sarebbero in vantaggio (vedi palo di Icardi).
Tra i nerazzurri è quello che si muove di più, ci prova anche in prima persona non inquadrando però lo specchio della porta.
Qualche indecisione di troppo sul pallone, l’ostilità del pubblico del Meazza non gli facilita di certo.
Sicuramente i bianconeri avevano fatto più bella figura contro il Sassuolo, oggi l’undici di Allegri non sta trovando gli spazi per lasciare il segno anche se ha tutte le carte in regola per strappare i tre punti.
Si dà molto da fare, anche in fase difensiva cercando di rinforzare la retroguardia bianconera, e quando può attacca e fa salire tutta la squadra portandola nei pressi di Handanovic.
Entra e si fa ammonire nel tentativo di fermare Eder, ora deve stare col freno a mano tirato per evitare il secondo giallo. (Stefano Belli)

Quasi mai all’opera nel primo tempo, incolpevole sul gol di Lichtsteiner dove non ha alcuna responsabilità (a differenza di D’Ambrosio che si perde Alex Sandro), nel finale fa buona guardia cercando di chiuderelo specchio della porta.

Autore di un brutto fallo su Alex Sandro, Tagliavento lo grazia mostrando il giallo a Medel anziché a lui. Nell’azione del gol di Lichtsteiner si perde Alex Sandro che gli sfugge sulla fascia sinistra.

La sua unica preoccupazione è quella di far toccare meno palloni possibili a Mandzukic, Dybala e Higuain, il suo carisma e la sua potenza fisica gli consentono di guidare la difesa dell’Inter.

Prova subito a intimidre Dybala con un paio di interventi duri, ma ci vuole ben altro per mettere fuori uso l’argentino. Prestazione complessivamente soddisfazione.

Qualche indecisione che procura il mugugno dei tifosi interisti, meglio nella ripresa quando intercetta i cross degli avversari e in copertura mette un freno all’irruenza di Dybala e compagni, meriterebbe gli incoraggiamenti anziché gli ingenerosi fischi del Meazza. ()

Sfoggia tanta personalità in mezzo al campo, anche lui fa qualche sbaglio grossolano ma oggi gli si può rimproverare ben poco.

Buoni i suoi interventi in copertura, ci prova senza successo dalla distanza. Ingiusto il giallo nei suoi confronti, il fallo su Alex Sandro lo ha commesso D’Ambrosio e non lui. ()

Nel secondo tempo non inquadra la porta per un’inezia, poi ci mette lo zampino sull’azione dal quale nascerà il 2 a 1 di Perisic quando, con una serie di finte, disorienta Buffon che si allontana dai pali.

Recupera tanti palloni in fase difensiva, batte i calci piazzati. Rovina una prestazione in fondo sufficiente facendosi espellere nel finale.

Uno dei più propositivi nella prima frazione di gioco, nella ripresa per poco non trova la porta complice una deviazione di Chiellini che inganna Buffon. ( Entra dalla panchina e segna il gol del 2 a 1, dimostrando che a un campione bastano pochi minuti per rivelarsi decisivo)

Nelle fasi conclusive del primo tempo bacia il palo con un destro a giro, poi nella ripresa firma la rete dell’1-1 rispondendo a bruciapelo al gol di Lichtsteiner, sull’azione che porta al 2 a 1 di Perisic ha un ruolo attivo nel distrarre Buffon.

Oggi era già la partita della verità per lui, ha dimostrato di valere più di qualcosa come tecnico e che la squadra, nonostnate i problemi di gioventù, può mettere in difficoltà chiunque. Solo il tempo ci dirà se si tratta di un fuoco di paglia oppure no, ma nel frattempo De Boer si gode il successo. Decisivo l’ingresso di Perisic al posto di Eder.

Esattamente come il suo omologo interista nei primi quarantacinque minuti non lo si vede mai veramente impegnato. Nella ripresa per poco non viene beffato dal tiro di Eder sporcato da Chiellini, nulla può sul poderoso colpo di testa di Icardi, sul 2 a 1 di Perisic va appresso a Icardi e Candreva lasciando la porta sguarnita.

Poco meno di 25 minuti per lui, compie una mossa sbagliata e si fa male all’adduttore della gamba sinistra, una noia muscolare che lo estromette dal match. ( Spende immediatamente il giallo nel tentativo di fermare Eder, l’ammonizione lo frena nei contrasti e dunque è costretto a concedere più spazi ai giocatori che marca)

Intercetta i cross, chiude i giocatori avversari sulle fasce, ma sui gol dell’Inter poteva fare sicuramente di meglio.

Gara molto attenta la sua, anche se perde qualche pallone che poteva creare grossi problemi alla Juventus, il duello con Icardi lo mette a dura prova e nel finale Allegri lo sacrifica per rendere la squadra ancora più offensiva ( Entra nel finale per rinforzare l’attacco con l’obiettivo di riacciuffare almeno il pari, invano)

Molto attivo sulla fascia destra, interviene in ritardo su Miranda prendendo il giallo, poi però sblocca la contesa su assist di Alex Sandro.

Sciupa la prima palla gol del match che gli serve Alex Sandro con un cross schiacciando malissimo la sfera che diventa facile preda per Handanovic. Nel finale ci riprova ma invece del pallone trova la testa di Handanovic, mettendolo KO.

Nel primo tempo, su suggerimento di Dybala, non trova la porta per questione di centimetri. Altra occasione su calcio di punizione ma il bosniaco alza troppo il pallone.

Con furbizia interrompe sul nascere le ripartenze degli avversari, ma è davvero troppo sanguinoso il pallone perso e che dà il là all’azione che porterà al gol di Perisic.

Gioca sulla fascia sinistra dove fa il bello e il cattivo tempo, fornisce l’assist per il momentaneo 1 a 0 di Lichtsteiner quando lascia sul posto D’Ambrosio, peccato che la sua bella prova non sia servita per dare i tre punti alla Juve.

Torna in campo dal primo minuto, con il mestiere ottiene diverse punizioni ma un centravanti come lui può tornare utile alla causa della squadra se fa gol, non limitandosi a recuperare palloni e a lottare come un leone in mezzo al campo, anche se sono qualità più che apprezzabili. ( A pochi minuti dal suo ingresso in campo sfiora il gol, ma stavolta El Pipita non gonfia la rete rimanendo all’asciutto, come la sua Juventus)

Gara molto generosa la sua, si spende moltissimo in attacco cercando varchi e inventando corridoi per andare in porta, spesso arretra per dare man forte ai compagni in difesa.

Coraggiosa la scelta di tenere Higuain in panchina, forse in allenamento era apparso un po’ affaticato. Il tecnico livornese non ha sbagliato nulla, semplicemente i suoi giocatori dopo l’1 a 0 pensavano di aver già vinto e in campo non hanno messo la giusta cattiveria per tutti i novanta minuti di gioco.

(Stefano Belli)