LAtletico Madrid vince per 1-0 in casa contro il Bayern Monaco. Decide il gol siglato da Carrasco nel primo tempo. Grazie a questi 3 punti la squadra di Simeone ottiene la vetta del girone D. Atletico con 6 punti, Bayern con 3 punti mentre la coppia PSV-Rostov insegue con 1 punto in classifica a testa. Nel prossimo turno di Champions League lAtletico sarà impegnato a Rostov mentre la squadra di Ancelotti cercherà il riscatto allAllianz Arena contro il PSV. 



Diego Pablo Simeone conferma il 4-4-2 come modulo di partenza per il suo Atletico. Oblak in porta, protetto da Juanfran, Godin, Savic e Filipe Luis. Sulla fascia destra Carrasco, sul quella sinistra Koke, in mezzo Gabi e Niguez mentre in avanti c’è Fernando Torres, vincitore del ballottaggio con Gameiro, al fianco di Griezmann. Ancelotti risponde con il 4-3-3. Neuer tra i pali, linea difensiva composta da Lahm, Boateng, Javi Martinez e Alaba. Centrocampo formato da Xabi Alonso, Vidal e Thiago Alcantara. In attacco Muller, Lewandowski e Ribery. Indisponibili Douglas Costa e Badstuber, Mats Hummels resta invece in panchina considerate le precarie condizioni fisiche. Arbitra il fischietto polacco Marciniak. Il Bayern macina gioco, spingendo l’Atletico sempre più dalle parti di Oblak. Thiago Alcantara libera con una magia Muller in area. Savic se lo perde e il tedesco ci prova al volo. Monumentale Oblak a metterci una pezza. L’Atletico risponde innescando Torres in area avversaria. Javi Martinez lo chiude senza permettergli di giungere al tiro. Al 14esimo primo ammonito del match. Si tratta di Saul, punito per un brutto fallo su Vidal. Sul calcio di punizione seguente ci prova Alaba ma il suo tentativo viene deviato dalla barriera in corner. Simeone richiama i suoi e l’Atletico riesce ad alzare il proprio baricentro. Carrasco riceve sulla trequarti, si ritaglia lo spazio e conclude dal limite. Neuer se la cava, non senza difficoltà. Al 21esimo l’Atletico va vicinissimo al gol del vantaggio. Il cross da corner viene prolungato da Lewandowski appostato in marcatura su Godin, la palla passa e termina sulla testa di Torres che da due passi centra clamorosamente il palo. Al 26esimo secondo ammonito del match: Lahm. Dopo una prima fase passata a difendersi l’Atletico di Simeone si rialza concedendo sempre meno tempo al possesso del Bayern. Il Bayern non riesce a controllare il match e perde la pazienza. Thiago Alcantara ne fa le spese trovando un cartellino giallo. Torres intanto prova a farsi perdonare per l’errore commesso in precedenza con una discesa in area ospite. La sua fuga viene conclusa da un tiro da posizione angolata che gonfia la rete esterna. Poco dopo ecco il gol che sblocca il match. Una palla alta a centrocampo viene recuperata da Saul. Griezmann chiama in azione Carrasco. Spunto individuale verso l’area, Torres accompagna largo a destra ma il belga sceglie la conclusione angolata di mancino. Ottima scelta. Il tiro sbatte sul palo interno e entra in rete. Il Bayern prova subito a reagire. Alaba dalla sinistra crossa morbido per Ribery in appoggio per Lewandowski, bravo a fare da perno in area eludendo l’aggressione di Godin. La palla resta lì, Ribery se la riprende e calcia, trovando però la rete esterna. Boateng nel finale di tempo guadagna un cartellino giallo.



Nessuna sostituzione al ritorno dagli spogliatoi. Tornano in campo gli stessi 22 di fine primo tempo. Il Bayern Monaco, ancora frastornato dalla conclusione della prima frazione di gioco, subisce le intenzioni dei padroni di casa. Felipe Luis e Juanfran spingono eccome sulle fasce creando subiti pericoli. Javi Martinez e Boateng riescono a proteggere con efficacia Neuer. Ancelotti chiede maggior rapidità nei passaggi. Xabi Alonso prova a movimentare le punte, Savic chiude concedendo al 49esimo un corner. Ribery crossa lungo dalla bandierina trovando Muller sul secondo palo che in tuffo ci prova. Palla sulla rete esterna. Poco dopo ci prova Alaba dalla distanza. Oblak respinge. Ancelotti non mostra soddisfazione per il gioco espresso dai suoi. Primo cambio per gli ospiti: esce Thomas Muller, entra Arjen Robben. Saul intanto spaventa Neuer con una conclusione da fuori area. La palla sfila sul fondo di poco. Altra sostituzione per il Bayern: esce Alaba, entra Hummels. Si passa così a un 3-4-3 a rombo, già proposto lo scorso anno da Guardiola. La prima volta fu all’Olimpico contro la Roma ma in questa trasferta il Bayern incontra molte più difficoltà e non mostra la stessa precisione in fase di possesso. Simeone frappone le linee di centrocampo e difesa concedendo praticamente mai spazi dalla cintola in su. Il Bayern propone lunghe trame di gioco che però non portano nessun giocatore alla conclusione. Ci sarebbe Lewandowski a fare da perno in area ma il polacco viene stritolato da 2-3 avversari che lo anticipano. Sempre. Thiago Alcantara, già ammonito, convince Ancelotti a cambiarlo prima di un’espulsione, più volte negata per cara grazia dell’arbitro Marciniak. L’Atletico sfuria con Carrasco. Un altra azione fotocopia del gol lo porta al tiro da limite. Neuer stavolta ci arriva. Simeone concede la standing ovation al belga. Lo sostituisce Gameiro. Vidal apparecchia intanto per Robben che angola troppo il tiro non trovando lo specchio. Simeone manda in campo Gaitan al posto di Torres. Atletico con il 4-5-1. All’81esimo l’Atletico Madrid ha l’occasione giusta per chiudere il match. Saul entra in area ridicolizzando la difesa del Bayern. Tocco per Felipe Luis che stoppa palla in area, alza lo sguardo per puntellare il cross. Vidal arriva come un treno e lo travolge causando un rigore a dir poco sacrosanto. Dal dischetto si presenta Griezmann. Rincorsa breve e tiro potente. La palla si stampa sulla traversa. L’azione prosegue e Vidal commette un altro fallo, questa volta fuori area. Ammonito il cileno. Il Bayern resta in partita e si catapulta in area avversaria. Robben ci prova con un colpo di testa su assist di Alaba. La sfera termina alta sopra la traversa. Nei minuti di recupero Griezmann di testa serve Gaitan che per pochissimo non trova il gol del raddoppio. Robben ci prova infine con un altro colpo di testa, troppo debole per superare Oblak. (Francesco Davide Zaza)

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