Ricordate lepocale squalifica che John McEnroe subì agli Austrailan Open 1990? Giusto ieri ne ricorreva il ventisettesimo anniversario. Fu una decisione che fece scalpore: per come andarono le cose – McEnroe si confuse credendo di avere un altro penalty point da giocarsi – e perchè fu la prima espulsione di un tennista in epoca Slam. Quella precedente si era avuta nel 1963, a subirla Willie Alvarez: 27 anni, come 27 sono gli anni intercorsi tra il figlio di . di McEnroe a Gerry Armstrong alla squalifica di Maria Vittoria Viviani. Un provvedimento assurdo, come lo ha definito Maria Elena Camerin, responsabile del settore Under 18 a livello nazionale e presente tra gli spettatori del campo numero 13 del Melbourne Park, dove la diciassettenne di Lodi affrontava il primo turno del torneo juniores contro la cinese Xin Yu Wang. I fatti: dopo aver perso 6-2 il primo set, la Viviani ha tirato la pallina alle sue spalle andando verso il suo angolo. Un gesto di stizza e nulla di più: se ne vedono tanti e pure di peggiori. Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che nella sua traiettoria e dopo aver rimbalzato a terra la palla è andata a colpire il petto di un raccatapalle. Niente di più e niente di meno: un contatto che non ha avuto alcuna conseguenza, e per il quale per di più Maria Vittoria si è immediatamente scusata. Non lha pensata così il supervisor del match, che si è rivolto al giudice di sedia riportando il fatto. Il risultato? Lazzurra esterrefatta è stata allontanata dal campo con squalifica immediata – e non potrà nemmeno giocare il doppio. Maria Vittoria è sempre rispettosa ed educata, dentro e fuori ha detto Maria Elena Camerin, che ha riportato il dispiacere della tennista uscita dal campo tra le lacrime. Condividiamo e sappiamo bene come nelle intenzioni della lodigiana non ci fosse certamente la volontà di colpire un raccattapalle, nè tantomeno di mancare di rispetto a qualcuno. Confrontando i due episodi verrebbe anche da sorridere: da una parte il McEnroe furioso che manda a quel paese larbitro e sfascia una racchetta, dallaltra Maria Vittoria Viviani che tira una pallina alle sue spalle senza nemmeno guardare. Il provvedimento è stato lo stesso: la squalifica di Maria Vittoria Viviani deve far riflettere sul confine che passa tra le emozioni provate e manifestate sul campo (positive o negative che siano) e il comportamento antisportivo. Non solo: se è giusto che se un regolamento debba esserci e venire applicato, è altrettanto sacrosanto che per ogni caso si debba cercare di capirne il contesto. Non fosse così dovrebbero fioccare penalità per ogni servizio ritardato (ci sarebbe una regola che riguarda i 25 secondi tra un punto e laltro) e per tante altre cose. In bocca al lupo a Maria Vittoria Viviani per il prosieguo della carriera: avendola conosciuta, sappiamo bene che si metterà presto questo sfortunato e assurdo episodio alle spalle.
(Claudio Franceschini)