Rossi Pereira, Nadson e Douglas Grolli sono nomi che forse dicono pochi agli appassionati di calcio, ma per la Chapecoense significano tantissimo: sono i primi tre acquisti del club dopo il disastro aereo che lo scorso 29 novembre ha causato la morte di 71 persone, tra cui quasi tutta la rosa della squadra che stava volando in Colombia per giocare l’andata della Copa Sudamericana (che le è stata poi assegnata d’ufficio dalla Conmebol). Leandro Rossi Pereira è un attaccante che ha giocato gli ultimi sei anni in Polonia; Nadson, trequartista che può giocare anche come esterno, arriva dal Parana mentre Douglas Grolli è un difensore centrale prestato dal Cruzeiro, ma nella Chapecoense abveva già giocato tra il luglio 2014 e il febbraio 2015 (in prestito dal Gremio). Insieme a loro i sopravvissuti dalla tragedia, Martinuccio e Neném; a breve si aggiungerà loro Tulio De Melo, attaccante trentunenne che abbiamo conosciuto anche in Italia (si fa per dire visto che nel Palermo, tra una doppia firma – coinvolto il Parma – e scarso adattamento ha giocato solo una partita di Coppa Italia). Domani la squadra si radunerà all’Arena Condà: rinasce dunque il club di Chapecò, nello stato di Santa Caterina, una squadra vittima di un disastro aereo come già, nel corso della storia del calcio, era successo al Grande Torino nel 1949, al Manchester United nel 1958 e alla nazionale dello Zambia nel 1993. Nelle settimane seguenti alla tragedia si era anche parlato della possibilità che alcuni grandi campioni del passato recente giocassero per questa maglia nel tentativo di far rinascere il club; tra gli indiziati anche Ronaldinho, Kakà e Juan Roman Riquelme oltre a Eidur Gudjohnsen, tutti con la volontà di dare una mano. Per il momento la Chapecoense inizia senza di loro, poi si vedrà.