Alex Schwazer sarà protagonista nella puntata di oggi, mercoledì 11 ottobre 2017, di La Confessione, il programma che Peter Gomez conduce sul canale Nove del digitale terrestre. Il giornalista ha deciso di accendere i riflettori sull’altra faccia del successo, quella che non appare mai o che lo fa solo dopo scandali e indagini giudiziarie. Si comincia oggi, dunque, con l’intervista lunga e approfondita alla medaglia d’oro del fondo, poi squalificata per doping. Un’intervista con domande non pensate per condannare, ma per capire e per far capire. Per la prima volta dopo molti anni Peter Gomez affronterà un programma televisivo non da ospite, ma da conduttore. Alex Schwazer è stato trovato positivo all’EPO nel 2012 ed è stato squalificato per quattro anni. Ha confessato, accettato la sentenza e chiesto scusa in lacrime. Poi si è rimesso in pista, ha vinto i Mondiali a squadre e ha ottenuto la qualificazione alle Olimpiadi di Rio, a cui però non ha partecipato perché trovato nuovamente positivo.
ALEX SCHWAZER, LA NUOVA VITA DELL’EX MARCIATORE
La carriera di Alex Schwazer è finita dopo la seconda squalifica, causata dalla presenza nelle sue urine di metaboliti di testosterone. La squalifica viene raddoppiata, quindi per il marciatore non finisce solo il sogno olimpico, ma quello di un’intera carriera. La storia di questo atleta è terminata con quella 50 chilometri vinta a Roma, quando sembrava che il marciatore si fosse scrollato per sempre dalle spalle l’ombra del doping. Cosa fa ora Alex Schwazer? Il papà: dopo la fine della storia d’amore con Carolina Kostner si è legato sentimentalmente a una ragazza di Vitipeno, con cui è diventato genitore di Ida, nata nel marzo scorso. Ora, dunque, l’ex marciatore altoatesino si gode la vita familiare, lontano dai drammi che hanno caratterizzato gli ultimi cinque anni della sua carriera. Intanto però prosegue comunque la battaglia per la riabilitazione sportiva per dimostrare che la seconda squalifica è stata ingiusta.
SCHWAZER: “AVREI AVUTO BISOGNO DI UNA PAUSA DOPO LE OLIMPIADI”
La sua carriera è finita, ma l’amore per la marcia non è mai passato ad Alex Schwazer. E infatti l’ex marciatore allena un gruppo di podisti dilettanti. Una scelta logica per certi versi, visto che l’altoatesino è vittima di un rifiuto per l’ambiente dell’atletica professionistica; è anche vero che a causa delle due squalifiche non può essere tesserato da nessuna federazione sportiva, secondo i regolamenti antidoping internazionali. Alex Schwazer non sembra avere nostalgia o velleità agonistiche. Recentemente l’ex marciatore ha parlato in occasione dell’evento Sabes 007 – dieci anni di Azienda sanitaria svoltosi a Vipiteno. «Avrei avuto bisogno di una pausa dopo aver vinto le Olimpiadi di Pechino del 2008, ma non me la sono concessa, cominciando invece ad allenarmi con ancor più forza. Questo mi ha portato alla fatale decisione di doparmi. Anche a causa della convinzione che tutti i concorrenti praticassero il doping, ha raccontato, come riportato dal Corriere dell’Alto Adige.