8 settembre 1996. 12 ottobre 2017. Due date, un nome solo: George Weah. Già, come avrete sentito in queste ore il grandissimo attaccante del Milan avrebbe vinto al terzo tentativo le Elezioni Presidenziali nella sua amata Liberia divenendo così il nuovo Presidente del complesso stato africano: eppure, la nostra mente torna a quel lontano 8 settembre di 21 anni fa. Era esattamente qualche istante dopo il frame che vi abbiamo messo qui sopra in foto (tranquilli, qui sotto cè anche il video completo): Milan-Verona, un inizio di campionato che per tutti i normali giocatori significa un starting soft e di rodaggio. E invece per quel mostro di tecnica e potenza che risponde al nome di Weah si inventa il gol dellanno, del secolo, forse semplicemente della sua vita. Lo ricordano tutti, eppure oggi ci torna in mente più che per lesito, il gol sotto la curva, per la cavalcata. Un segno, un simbolo di una vita che il liberiano arrivato in Europa alla conquista del mondo ha da sempre mostrato: eccessi nel vestirsi, mai nel comportarsi, spinto da un amore sconfinato per il suo Paese e dalla volontà di superare tutti gli ostacoli che il destino difficile aveva messo allinizio di quella incredibile vita nata a Monrovia, centro dellAfrica. La rincorsa allelezione politica e al tentativo di fare qualcosa di utile e vero per il suo Paese, corrisponde un po quel gol tentato e riuscito contro il Verona.



Una partenza dalla propria area, un coast-to-coast “miracoloso” quando nessuno ci credeva per davvero: un solco creato allinizio e poi lapparente delusione per un pallone che stava per andare perduto, ed era perduto. Poi una scintilla, anche fortunata, lo rimette in carreggiata: così in campo, così in politica dopo aver perso tutte le precedenti cavalcate per superare il potere incrostato della borghesia liberiana, da Weah spesso denunciata come corrotta e asservita ai trafficanti. E allora riparte, così in Liberia e così anche a San Siro in quel pomeriggio assolato: diritto, verso la porta dove arrivato forse troppo stanco riesce a sbattere in rete il pallone che sa di un sogno. George Weah: non si sa ancora se sia il nuovo presidente della Liberia, e anche se lo sarà dovrà passare sicuramente tantissime fatiche e momenti molto più duri di un gol pur fatto da 100 metri di rincorsa palla al piede. Ma quel suo tentativo è già leggenda. Sportiva sì, ma anche umana.



UN MILAN SEMPRE PI PRESIDENZIALE

Il mistero cè in effetti visto che la stampa africana lo celebra come il nuovo presidente della Liberia, Paolo Maldini e Marcel Desailly lo hanno già celebrato sui social, eppure laccount twitter della commissione elettorale della Liberia ha infatti diffidato dal credere a notizie non ufficiali. Nelle scorse ore è spuntato anche un tweet di congratulazioni di un politico liberiano, ma successivamente si è scoperto essere falso. Come spiega lAnsa, «lex attaccante del Milan, primo giocatore africano a vincere il Pallone d’Oro nel 1995, l’avrebbe spuntata sul rivale Prince Johnson, centrando finalmente un sogno a lungo inseguito e che non era riuscito a realizzare nei precedenti tentativi. Altri organi di stampa, pero’, frenano e parlano di possibile ballottaggio tra i due principali candidati. Il suo grande capitano al Milan, Paolo Maldini ha però voluto anticipare tutti e anche senza ufficialità ha scritto su Instagram: «Congratulazioni al mio caro amico George Weah che ha vinto le elezioni ed è diventato il nuovo presidente della Liberia. Sono sicuro che luomo umile e generoso che ho conosciuto 20 anni fa sarà il leader perfetto per le persone del suo amato paese. Tutto laffetto e il supporto da me e dalla mia famiglia. Così come laltro compagno di mille avventure, Marcel Desailly che in maniera più contenuta scrive, «Congratulazioni a Mr Le président George Weah. Lavora duro per fare la differenza per la tua gente.

Di certo, se fosse tutto confermato anche dai risultati elettorali definitivi (probabilmente si avranno nei prossimi giorni), il Milan lanciato da Silvio Berlusconi nellepopea più vincente della storia sportiva mondiale, sarebbe anche quello più presidenziale di tutti. Dopo gli esempi illustri di Kakhaber Kaladze, sindaco di Tbilisi (capitale della Georgia), dopo la tentata discesa in politica anche del fenomenale Andriy Shevchenko nella sua Ucraina come ministro e dopo la sfida a Matteo Renzi per il comune di Firenze anni fa dellex portiere Giovanni Galli, ora è il turno di Re George. Un Milan di allenatori (Ancelotti, Panucci, Gattuso, Gullit, Van Basten, Baresi solo per dirne alcuni) e di presidenti, guarda caso la doppia passione del presidente più vincente della storia calcistica mondiale. Weah non ha mai nascosto la sua gratitudine per Berlusconi e il suo apporto politico e umano nellinizio della sua carriera in Liberia: ora però è per la sua strada e attende con impazienza la conferma ufficiale delle urne.